STORIE/ ATXAGA dopo, un giorno di pioggia, prendemmo il treno: in silenzio, oppressi da oscuri presentimenti, sentendo che qualcosa si era rolto KRA! nei nostri cuori. E accompagnati sempre da quella pioggia, attraversammo le pianure di Francia, scambiando sigarette con tre emigranti ambi che avevamo scelto come compagni di viaggio. Poi passammo · per l'Olanda, di notte, senza riuscire a vedere i tulipani, i tulipani gialli che tu, Henry, eri solito regalare in nome del sole; allora, ai vecchi tempi dell'adolescenza, quando non potevamo nemmeno lontanamente immaginare che un giorno qualcosa si sarebbe rollo KRA! nel nostro cuore. E attraversammo città e paesi e poi, finalmente, vedemmo una macchia rossa nel ciclo, come se qualcuno avesse dato lì una coltellata, come se una nuvola si stesse dissanguando; e un arabo indicò quella macchia e disse: È il porto di Amburgo, quarantamila navi ali' anno, ottomila operai, speriamo di non avere problemi con la polizia, se mf obbligassero a tornare al mio paese qualcosa mi si romperebbe KRA! nel cuore. E faceva freddo ad Amburgo, e le sue strade erano completamente vuote; e le barche a velà del lago Binnen, attraccate a un molo, sembravano farfalle assiderate, bianche, lì racco! te per non morire di solitudine. Di tanto in tanto, un cane abbaiava, e i suoi latrati si perdevano ne1vento, come le nostre telefonate; perché ti telefonavamo da tutte le cabine e tu non rispondevi mai; perché era scritto che quel giorno qualcosa, definitivamente, si sarebbe rott0 KRA! nel nostro cuore. Vedemmo allora un'auto con la parola Taxi sulla portiera. Taxi? domandammo, Sì, ja, certo, Taxi, ci rispose il tassista. Per favore, bitte, prego, questo indirizzo, Gotenstrasse ventiselle, Gotenstrasse? Ah, sì,ja, cert.o,sì, per favore, in fretta, bitte. E dato che ricominciava a piovere, il tassista· accese il tergicristallo prima di partire. Passando per Saint Pauli vedemmo le prostitute passeggiare avvolte negli impermeabili trasparenti: mostravano a tutto il mondo che qualcosa si era rotto KRA! nel loro cuore. Come entrammo nel palazzo, l'amministratore ci accolse gridando, Dov'è Henry Bengoa! Chi mi paga i mesi d'affino che mi deve? Venimmo così a sapere che eri assente da molto, che eri scomparso da Amburgo proprio come eri scomparso da noi; e quando l'amministratore ci ordinò di fare l'inventario delle tue cose, qualcosa si ruppe KRA! nel nostro cuore. Entrammo così, con il cuore rouo: nel tuo appartamento, e vedemmo che il lellò era disfallo, che c'erano pezzi di carta sparsi per terra, mozziconi di sigarette sul comodino. Non voglio KRA! sapere niente, disse l'amministratore; fate l'inventario e poi andatevene via KRA!; voi, la gente come voi, voi avete la colpa KRA! di tutto. Stia zitto, porco, gli dicemmo chiudendogli la porta in faccia. Poi prendemmo qualche foglio e, cominciando dall'armadio, ci mettemmo a prender nota di tutto quello che avevi lasciato lì. INVENTARIO . OGGEITI PERSONALI DI HENRY BENGOA - Sei paia di calze nere. - Cinque canottiere bianche. - Dieèi slip bianchi. - Cinque camicie grigie. 80 -Due pullover blu di lana. - Tre pullover blu di lana. - Un giubbotto nero di velluto, con le tasche vuote. - Un giubbotto grigio di flanella, e nelle tasche: -Unpelline. - Unfazzoletto. - Un pacchetto di Carnei mezzo vuoto. E su un lato del pacchetto, un'annotazione: "Chiedete dove o quando o come, ma non chiedete perché; ogni autµnno arrossa sull'albero una mela, appesa·lassù al ramo più alto: so dove, quando e come, ma non chiedete perché, sarò costretto a rispondervi; e non so nemmeno cosa significa questa parola". - Una giacca di p.elle con le tasche vuote. - Un paio di pantaloni neri di velluto con le tasche vuote. - Un paio di pantaloni di velluto verde e nelle tasche: - Unfazzoletto_. · -Una scatoladifiammiferi, nuova. - Un bigli~tto dell'autobus, usato. E sul biglietto, un'annotazione: "Sul molo principale del pÒrto, una nave da carico. Il suo nome, Flamingo. Il suo colore, azzurro chiaro, si confonde con l'azzurro chiaro della sera. La nave sembra molto fragile, troppo delicata per trasportare sui mari carichi pesanti" - Un altro fazzolello, ma di carta. - Un'altra scatola di fiammiferi .. -Due chiavi piccole. - Diciassette marchi, in moneta. - Un cartoncino sul quale è scritto: "Una nave sembra una nave fatta per navigare, ma il suo scopo non è navigare, bensì raggiungere un· porto. Noi navighiamo senza conoscere il porto che dovrebbe darci rifugio. Ricreiamo così, in una dolorosa versione, quel detto degli antichi marinai di ventura: navigare è necessario, vivere non lo è." - Un paio di pantaloni blu, di cotone pesante. - Un impermeabile nero, con la t(lrghetta It is raining. - Un soprabito marrone, passato di rrwda, e in una tasca: - Una cartolina che riproduce lafoto grafia di una rrwntagna della Colombia. · "Come va, Hcnry? Eccoci qui, a salire e à scendere senza · sosta. È proprio bello come ci avevano detto, ma arrivare fin qui è molto complicato. La cosa· più impressionante, la risonanza dell'acqua. Auguri. A presto". - Una chiave piccola. - Un biglietto del!' autobus, tutto forato. -Un sottobicchière da birreria. Sul diritto si legge: Hermann' s Bar. Su/rovescio c; è un'annotazione: ' "Penso a Mathilda ogni volta che ascolto una canzone d1amore come Hung Up. Penso sempre a Mathilda". . . . HUNG UP Non c'è nien~ da dire, l'ho sentito chiaramente mi buttavano giù e non solo a parole; seppi infine che di me si parlava, ieri ti chiamai, non ottenni risposta. E mi tieni sospeso,
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