Linea d'ombra - anno VIII - n. 55 - dicembre 1990

STORII/MAcANNAIDH direttamente. Avevano dovuto farsi da parte quando la polizia aveva compiuto il solito sopralluogo. Il corpo venne portato fuori su una lettiga, coperto da-un lenzuolobianco. Il giorno non aveva preso ancora alcun calore. Ritornò alla macchina. li ragazzo gli si avvicinò e bussò al finestrino, spaventando Zach, che era tutto preso dai suoipensieri.Aveva inmano una tazzadi caffè presanon si sa dove. Gli si sedette accanto. "Adesso sì che ci siamo", disse il ragazzo; "cominciavo a temere che lei dovesse tornarsene negli States senza un buon cadavere. Questo è proprio lo scenario che ci voleva. Aspetti di vedermi stasera sullo schermo." "Tu?" "Certo. Non_sipuò lasciare fuori niente. lo sono il tipo che lei vede sempre sullo sfondomentre il cronista legge il suo pezzo; sto lì a saltàre a destra e a sinistra e a sbattermialle spalle del politico, del testimone e di chiunque abbiano trovato sul posto. E il mio lavoro. Dobbiamomettere tutto nella prospettiva giusta. Solo, nel mio caso, ci potrebbe essere il pericolo di qualche scocciatore in cerca di pubblicitàgratuita. I media, vede, hannodelle responsabilità nei confronti del pubblico. Comunque non c'è nessuno che abbia la mia esperienza. L'anno scorso ho fatto più di sessanta comparsee ho soltantodiciassette anni.Aspetti evedrà: traqualche ;:umoq, uandoritorneràper curare l'aggiornamento di questastoria, sarà mio ospite nel talk-show che dirigerò. Lei non mi ha sentito provare qualcuna delle mie battute... comunque è megli9 che starsene a scuola." "Cristo santo", si disse·zach, "credevo che da noi si conoscessero tutti i trucchidi questo mestiere,chenon ci fosseropiù segreti. Bisogna che al mio ritorno a Washington ne parliamo." Seamas Mac Annaidh (Ennisk.illen 1961) è il più giovane narratore in lingua gaelica dell'Ulster, il più recente (speriamo non l'ultimo) rappresentante di una ricchlssima tradizione con oltre 1500 anni di scrittura, anche se viene pubblicata a stampa da appena un secolo e soltanto dagli anni Quaranta prende forma uno standard nazionale contemporaneo. • Chlacchierando, mi tratteggia la sua collocazione in coda a tanta storia. Se negli anni Settanta predominava sulla scena letteraria · irlandese la poesia (che è anche oggi pìù diffusa della prosa), gli anni Ottanta hanno visto una rinascita della narrativa, che si riallaccia non già all'idealizzato nazionalismo romantico (quello ad esempio di Seamas Mac Orianna), ai tentativi di riesumare lo stile epico classico o al fortunato genere delle autobiografie rievocanti il mondo in via d'estinzione delle comunità gaeliche, bensì alle vie aperte da autori di rottura quali Mairtin O' Cadhain e Flann O'Brien. Il primo scrisse nella più genuina parlata orale un romanzo composto quasi interamente dai dialoghi tra i morti di un cimitero, dediti alla maldicenza più meschlna, nell'attesa delle novità portate dai nuovi defunti: una visione da incubo di un 'Irlanda gaelica degradata e raggrinzita, tra le cui ombre s'aggira, tragicomicamente tagliato fuori, un pilota francese lì sepolto. II secondo creò, con autentiche acrobazie linguistiche, una spassosa parodia dei mostri sacri delle lettere irlandesi, mostrando sia le possibilità della lingua, sia l'isolamento cui il movimento di recupero culturale gaelico si stava condannando. Oggi i giovani scrittori in irlandese non si sentono più tenuti al nazionalismo, avvelenato dagli orrori che in nome suo hanno aflliuo quella terra, e tantomeno intendono vegetare al riparo delle sovvenzioni che I' orgoglio dell'Eire fornisce loro. Aperti ai più diversi influssi da ogni parte del mondo, vogliono affrontare senza scuse la loro realtà e varcare le loro frontiere. Questa sfida diventa una vera impresa per Seamas Mac Annaidah, che è uno dei pochlssimi autori in gaelico attivi nell'Ulster, e si trova nella paradossale situazione di avere la quasi totalità dei suoi lettori in un altro stato, vivendo così con un'ulteriore emarginazione in mezzo alle note spaccature nordirlandesi. Di una cosa bisogna comunque dare atto a questo ragazzo esile e timido: non si è perso · dietro eteree saghe, l'arpa la usa per raccontare un difficile presente. (Danilo Manera) · ,78 Era tuttomoltostrano,pensòZach. Nonriuscivaaraccapezzarcisi, sebbene già nei democratici Stati Uniti d'America avesse sperimentato l'odio e il settarismo. Attacchi contro la sua gente, chiese perseguitate,bambini massacrati.Lui stesso avevaprovato gli effetti della ghettizzazione e aveva notato un cambiamento significativotrasferendosida una piccolacomunità ebraicaaNew York. Ecco perché, probabilmente aveva smesso di chiamarsi ebreo.Quandoaveva interrottolapraticareligiosa, gli era sembrato di essersi liberato di un giogo ingombrante, ma sapeva bene che non si trattavad'altro che di una facile scappatoia. Pensòal lavorochegli stavadi fronteinquel momento.Peccato che in terranonci fossepiù neveper renderepiù visibili lemacchie di sangue. Che apertura di programma sarebbe stata quella inquadratura e che fotoper i rotocalchi. Il morto era vissuto solo con il fratello, un individuo dall'aria imbronciata. Peccato che non esistessero una madre o una dignitosa vedova con un bambino al collQ · Il fratellononaveva altroda dire. Se ne rimase sedutoal tavolo sorseggiandopunch da un boccale. La gente della casa si sentiva a disagiodavantia lui, sebbenecapisserolo shock che dovevaaver · provatoconoscendoilmorto assaimegliodi quanto loroconoscessero lui. Intavolarono con lui una conversazione yducata, ma trovarono difficile farla durare a lungo. Si sentivano in colpa, ma senza una ragione. Fu un sollievo quando la polizia arrivò a interrogarlo. Fu un interrogatorio freddo, ufficiale, ma fatto a fin di bene. Poi se ne andarono, ma lui sapeva che sarebbero tornati. Vennero anchegli uomini di chiesa e lui non riuscì a smettere di pensare che lutti e quattro quegli uomini quella sera sarebbero stati in televisionea condannare l'assassinio: "Ecco i quattro cavalieri dell' Apocalisse", aveva l'abitudine di dire con tono di scherno l'uomo che adesso giaceva morto. Rimase a ascoltarli senza prestare loro troppaattenzione,invidiosodel lorocomodo stato.Anche lacalma che regnava nella casa lo stava irritando. Il calore, l'intimità, le risate dei bambini al piano di sopra. Pensando alla casa fredda e vuota da cui era uscito quella mattina per andare in cerca di un cadavere, sentì una frecciata di invidia. Stridio di polli invecedel risoo del piantodi bambini,ecco tuttoquellocheavevaavutonegli ultimi anni. Esseri in cattività, uova, penne e escrementi invecedi vestiti e giocattoli. Non appena il padrone di casa rientrò dai campi gli venne offerto di rimanerea cena. Ma lui declinò immediatamentel'invito.Nonera ingradodimettersi intornoal tavolocon loro. Si inventò. una debole scusa, dicendo che aveva da fare. Non aveva previsto che il gruppodei fotografi lo stesseaspettandoe la prima rafficadi scatti lo spaventò. Erano come avvoltoi in attesa sul luogo del delitto, pronti a riempirsi lo stomaco di morte. Lo strepitodei volatili gli penetrava le orecchie, ma gli fu detto di non.chiudere la porta del pollaio, che i periti sarebbero presto arrivati alla ricercadelle impronte lasciate sul cancelletto dall'assassino. Comegli altrigiornalisti,Zach scattòqualche fotoe lapiattezza dell'insieme lo sorprese e lo irritò. Si sarebbero trovati più dolore e piùpietà sui voltidi persone incontratea caso nelle stradedi New York. Ritornò alla macchina, sentendosi dentro il morso del freddo. Passò in rassegna la scena. Un piccolo coltivatore che prima di aHoranon aveva mai visto tant,agente. Lo sbattere dei nastri nel vento che cominciava ad alzarsi da un lato, un fitto gruppo di giornalisti sui bordi della strada, qualche poliziotto in uniforme verde-scuroe un agricoltoredi circa quarant'anni fermo nel mezzo della strada a osservarli con freddezza. Faceva Caldo in macchina, alla radio qualcuno cianciava di

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