fluido. Ma, malgrado tutto, e lo sappiamo bene, esisle un sì ed esisteunno, esiste il veroed esisteil falso.Ma, per l'appunlo, mai come nonna astratta. Il limite oltre cui muqversi è sempre relativo, legato al singolo scrittore. Eravamo avviticchiati e attorcigliali obliquamcnle ai nostri avversari.Equilibristi dell'ideologia erano capacidi barcamenarsi cambiando sempre fronte. I profondi rapporti familiari con i nostri nemicimortali non venivanomai troncati,perchéeravamo noi stessiportatori di contraddizioni.E io come tutti gli altri. Per lomenosino al famigeratoundicesimo plenum nel'novcmbredel 1965, quando venni messo definilivamcnle all'indice. Queslo verdello fu la mia fortuna,perchéanche io avrei preferitotrovare una soluzione di compromesso. Qualche tempo prima avevo incontrato, occasionalmente, addirittura Margot Honecker. Ero andato a trovarla nel suo Ministero vicino alla Porta del Brandeburgo. Tenlò di farmi ragionare. Ero giovane e voleva salvarmi. Si fece addiriuura portare a casa mia nella sua corazzata alla Wandlitz, avvolta nel suo visone, si librò sino al secondopiano e bussò alla portadella miacatapecchia:"Wolf, cercadiessereragionevole!Smeltilacon questecanzoni! È troppot Sesolovolessi ragionarepotrestiessere il nostro più grande poeta". Una cosa ridicola. Come se questa vecchia ragazza illetterata fosse lì a distribuire la patente di migliore poeta della Rdt! Tale era la loro superbia! Così ci .parlavamo, infatti eravamo una famiglia, una famigliadivisa da sanguinosicontrasti, ma pur sempre una famiglia.E lutto l'odio, SAGGI/BIERMANN il velenoe labile derivavano da1 viluppodeirapportifamiliariche ci legavanoai nostri oppressori. " . d. CerLo in questa lite di famigliaio sonoandatopmavanti 1 Christa W olf. Ame ~ratoccatalatragicafortunadiavereunpa~e morto ad Auschwitz e non a Stalingrado.La ~ma dellamia infanzia è. appuntodiversa,nonavevonientedanscattare,nessun passato. . ·d I t Enonavevonientedadimostrareai nuov1dete~t~n.e poere. · · .. · I tt m1Equesto Parlavocol tono arrogantedegh eredipo1tuc1 egi 1 . : · - h .1 . . 11 • anzoni·nonut1hzzavoun e anc e I mottvo per cm, ne e mie c , . . . . linguaggio da schiavo. Il mioamoreera ~~ù infanti!~,timt0od~o cm più infantile, il mio disprezzoera piu selvag~IOe... la ~ma . . h' . f d' nn·spettod1memagg1ore sttmaper I vece I compagniera at~ 1u . di quello che i figli dei nazisti avrebberomaipotutoprovare.~a loro modestia stracciona non aveva nientea chefareconlamia biografia. Io combattevo ingenuamenteavi~iera lzata,eparla~o sempre inchiaro, anchequandoparlavoinnma. Le conseguenze si sono viste. . . ,, d d' .,Chi Glischiaviparlanounalinguadasch1av 1,~ e~~o 11~ '.~\ h' irridcal lorolinguaggio,deveavereilcoragg10dmbc arS1. c 1 apre la bocca, rischia di vederselatappare. Io _ne_soqualcosa. Il limiteoltre il qualespingersi,intempibui,dtpcndenonsolo I . - . 1 ma anchedal genere dalla struttura della persona 1tasmgo a, ·· · enondeveneceslctterarionel quale ci si muove.Un romanzier ' . . . . 1 ondevearramp1cars1 sanamente, essere un tribunodel popo o, n . . Il b . r· . 1. mc il piccolo1rnvcrcntc su e amcatc e mire < ,ssanguato co
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==