Linea d'ombra - anno VIII - n. 55 - dicembre 1990

SAGGI/BIERMANN parte. In fondo è tutto molto semplice: siamo tutti figli della stessa· storica speranza. Noi non eravamo partiti, come i fascisti, per porre un popolo al di sopra di tutti gli altri, e per distruggere ogni altra nazione. Infatti il comunismo si collocava all'interno della tradizione umanistica dell'età dei lumi, prima di trasformarsi in fossa comune per gli illuministi stessi. Volevamo una vita prima della morte e volevamo fortissimamente instaurare sulla terra il paradiso della tradizione giudaicocristiana. I nostri antenati sono i giacobini democratico-radicali, i sognatori icarici, i comunardi massacrati a Parigi, i marinai di Kronstadt caduti sotto la mitraglia e quelli del Marstall a Berlino, nel novembre del 1918. Gente della nostra specie vive e lavora nei Kibbuzim ed è l'unico esempio di un socialismo semiriuscitò in versione israeliana miniaturizzata. Negli anni duri della mia interdizione, nella Chausseestrasse ho scritto e cantato questi versi: "Vivo nella metà migliore (del paese)/ e soffro di un doppio dolore ..." · La destra non gradiva la definizione provocatoria di "metà migliore" e ancora oggi non fanno che ripetermelo. La gente di sinistra invece mi rimproverava la parolina "dolore" irritata per il fatto che parlavo addirittura di un doppio dolore. Come è difficile accontentare tutti! · Abbiamo trascorso notti intere parlando al vento. E il rimprovero che veniva mosso a Havemann e a me da quegli amici della libertà coraggiosi e vili insieme come Heym, Hermlin e Christa 54 Wolf era sempre lo stesso: oltrepassavamo i limiti, esageravamo. Io mi difendevo con pasquinate e satira in musica: "Mio caro, è la divisione del lavoro:/ uno tace, un altro urla/ per gente come te, che fa solo qualche passetto/ altri ce ne sono che vanno un poco più in là". Spesso le nostre discussioni si facevano così violente da farci dimenticare che i nostri veri mortali nemici erano i cretini del Politburcau. Ma tutto appari va come un'inestricabile commistione. Christa Wolf era candidata al Comitato centrale e purtroppo, allora, difese anche l'intervento sovietico a Praga. Hermlin aveva come fedele amico di gioventù l'odiato e temuto Eriche poteva sempre fargli una telefonata e chiedere il suo aiuto. Per esempio, bastava che il famosissimo Heiner Miiller dicesse solo una parolina a Weckwerth, capo del Berliner Ensemble, che questi subito ne parlava al suo fidato Honecker. E così si aiutava la gente. Occasionali atti di giustizia come atti sentimentali di un arbitrio illuminato. Anche a quell'arrogante leccapiedi di Hacks toccò in sorte, nei suoi anni migliori, di scrivere un testo preso in mala parte e addirittura quasi vietato. Certo, volendo, è possibile gabellare il pericolo di perdere i privilegi cui si è affezionati per vere e proprie rappresaglie. Il confine tra resistenza e conformismo è molto Sotto: foto di Sven Simon/G.Neri. A destra: ragazzi turchi davanti al muro in una foto di Kemal Kurl.

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