Linea d'ombra - anno VIII - n. 55 - dicembre 1990

SAGGI/BIERMANN I veri sconfitti siamo noi, una manciata di intellettuali di sinistra. nica. E il piccolo de Maizières rantola: sono ancora in agonia, non sono morto ancora. Questo nuovo capo di quel partito prostituito, il 18 marzo, dopo la vittoria elettorale ha affidato ai microfoni della televisione un aureo messaggio: "Il 9 novembre noi dicemmo: Inaudito! E ancora oggi diciamo: Inaudito!". Giusto, giustissimo, quell'uomo ha ragione. È pura follia, lucida follia. Krenz cadendo abbatte il muro col suo deretano. Barbe! Bohleg, il topino dell'opposizione, invece di essere contenta, si rifiuta di fuggire attraverso quel buco finalmente aperLo nel muro. È tutto un mondo di folli, il mondo alla rovescia. Una Stasi annulla l'altra. Il dossier su Havemann scompare. Nel Telegiornale abbiamo visto distruggere tutti i nastri compromettenti conservati nella centrale della Stasi n_ellaMagdalencnstrasse. E le vittime approvano questa precipitosa cancellazione delle prove a carico della passata tirannide. Che pagliacciata! E proprio due uomini di Dio, il parroco Eppelmann e il pastore Merkel, si battono, nella loro qualità di ministri, per la conservazione del l'esercito popolare nazionale. Questi pastori portano al pascolo carri armati invece che pecore. Questa è la lingua nuova di Orwell:. un prete vuole investire in fretta e furia un miliardo in armi nuove per la Rdt ormai in agonia e si fa chiamare ministro per il disarmo. Eppelmann, tu sei stato abbandonato non solo da ogni angelo custode ma anche da Dio! Il presidente della Corte Suprema durante l'era cH Honecker, Heinrich Toeplitz, uomo privo di qualsivoglia senso di colpa pur avendo a suo tempo pronunziato sentenze spaventevoli, è stato nominato membro di una Commissione di inchiesta della Camera, con il compito di denunziare gli abusi di potere commessi sotto il vecchio regime. Tutte le Commissioni per la liquidazione della Stasi istituite dal movimento,per i diritti civili sono piene di infiltrati della Stasi. Questa Rivoluzione è una prima mondiale: una rivoluzione senza rivoluzionari. Di solito, in Germania si è sempre verificato il contrario: tanti rivoluzionari e sempre incapaci di realizzare una qualsiasi rivoluzione. Sì, è un dramma assurdo e la distribuzione delle parti è tutta fantasticamente sb~gliata. Diestel è uscito dal suo radicale partito di destra proprio grazie alle sue radicali tendenze di destra. Hopcke, il censore supremo di ieri, siede nel Pen Club e fa affari pantedeschi con Bertelsmann. Heiner Muller con i suoi drammi sanguinolenti, tutti fica, merda e pus, con i suoi manicomiali quadri storici selvaggiamente aggrovigliati, appare sempre più come un ingenuo naturalista. Nella notte dopo il mondiale ho spento la televisione per passare a una visione più ravvicinata. E sono andato in giro, prima per le strade di Berlino ovest e poi per quelle di Berlino est. Volevo fare qualche paragone. A Ovest era una cosa vomitevole, a Est spaventevole! Sul Kurfiirstendamm i tifosi scatenati urlavano Olé Olé Olé, Oleé! Vittoria, vittoria, villoria! Ma le vetrine dei negozi eleganti erano intatte. Bandiere sventolanti dai finestrini delle automobili, concerto di clacson, e lattine di birra vuote come granate dopo l'esplosione. O, what a lovely football war! Più tardi, a Est, sono capitato ad Alexanderplatz. Ragazzini dalle teste rasate a zero andavano a caccia di alcuni vietnamiti che ci corsero incontro tutti ansimanti e che cercavano di mettersi in salvo nelle baracche dei cantieri intorno al Rotes Rathaus. Nella Rosa-Luxem burg-S trasse figure barcollanti, dopo avcr franturnalo a stangate le vetrine più grandi, levato il braccio nel saluto hitleriano, afferrano un vecchio, gli urlano: "Rispondi al saluto tedesco", e lo sbattono a terra. Cantavano a gola spiegata "Oggi ci appartiene la Germania/ domani il mondo intero". Sempre solo questi due versi della vecchia canzone nazista. Ma come fanno a conoscerla? Ci siamo fatti da parte. Gli Skinheads si sono diretti verso Prenzlauer Berg lungo la parte alta della Schonhauser Al Ice, Iuogo tradizionale di scontro con le bande dei Punk. I Punk, a Est, reclutano i loro adepti soprattutto tra i figli della semiopposizione intellettuale. Ragazzi con un vago senso della sinistra e pieni di disprezzo per gli accomodamenti dei loro protestatari genitori. Mia moglie mi ha trascinato lontano dagli Skin. Aveva paura che questi sbronzi amanti del calcio mi spaccassero i denti, solo perché potevano scambiarmi per Wolf Biermann. Ed era furiosa con me perché ero affascinato dalla visione di quei fantasmi alla Goya. Gli adepti degli Skin hanno la più varia provenienza, ma la maggior parte sono figli di funzionari, poliziotti e gente della Stasi che oggi ha perso il posto e passa le giornate a casa davanti alla Tv, affogata nel!' alcool. Se questa non è continuità nel cambiamento! I figli dei nemici di ieri si scontrano e si riempiono vicendevolmente di botte. Il sonno della ragione genera mostri. Era dai tempi di Hitler che i tedeschi non manifestavano più un tale entusiasmo. Il giorno in cui il branco di Beckenbauer, a Roma, ha posto la corona calcistica sul capo della riunificazione tedesca, il mio Boris Becker ha pur sempre reso un servizio alla nazione e infatti, a Londra, ha fortunatamente perso combattendo contro una macchina tennistica venuta dalla Svezia. La guerra fredda è finita e queste sono le feste della pace. Va bene, il comunismo ha capitolato. Ma chi è realmente, ad aver perso: Honccker e Mielke? Col loro ghigno ebete sono pronti per la fossa. Schalck Golodkowski? Oppure Wolfgang Biermann, il picciotto di Gtintcr Mittag, il temuto direttore generale dcllaZeiss di Jena? Ilmio quasi omonimo si trova già da tempo all'Ovest, e mette bene a frutto il peso delle sue specifiche competenze in vista del futuro grande affare che sarà l'Est. I direttori delle aziende di stato? Molti di loro hanno già fondato imprese private e per quattro soldi hanno scelto il meglio dal mucchio dei beni fallimentari della Rdt. Il popolo? Gli operai alla catena di montaggio? I coltadini delle Cooperative? Sciocchezze! Non ne hanno mai ricavato niente e non hanno mai creduto a niente? Si possono perdere solo quelle illusioni che uno è stato capace di farsi. I veri sconfitti. siamo noi, una manciata di intellettuali di sinistra. In nome del vero marxismo e del vero socialismo abbiamo ostinatamente combattuto i bonzi. Ma i nostri nemici di ieri sono ormai lontanissimi. E noi, un gruppetto di gente più o meno onesta, stiamo seduti sulla tomba del comunismo e ne .vegliamo il cadavere. Sappiamo troppe cose e perciò, oggi, siamo noi gli idioti. Abbiamo una memoria implacabile e quindi, in questi giorpi di marcia verso l'economia di mercato, viviamo in uno stato di torpida confusione. . Certo, al nostro interno esistono grandi inimicizie. Alcuni di noi hanno avuto più coraggio di altri, e hanno sofferto di più. E da lungo tempo non facciamo che rinfacciarcelo. Ma nel sistema delle grandi coordinate della storia queste non sono altro che minime differenze, che potremmo lasciare tranquillamente da 53

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