SOLO CHI CAMBIA RIMANE FEDELE A SE STESSO Wolf Biermann traduzionedi VandaPerretta Non sopportò più di parlare per gli altri, ma se Lev Kopelev1 mi precetta per qualche operazione di soccorso in nome del genere umano obbedisco senza discutere perché ho sempre rispo0 sto volentieri ai suoi appelli. Solo che questa volta non so se sia il caso né so come me la caverò. Si tratta di Christa Wolf, anzi, per essere più precisi, non si tratta di Christa Wolf. Cominciamo dalla Bibbia e, in particolare, con l'inizio della Bibbia, così arriveremo prima al dunque. Infatti in questo grande sillabario dell'umanità tutto comincia con una spiata, anzi il peccato originale ci offre anche il modello di un miserevole scaricabarile. Mentre Adamo ed Eva stavano ancora masticando il frutto proibito, il ·Grande Artista della Terracotta chiamò la sua creatura ormai fatta carne e gli chiese: · "Hai forse mangiato dell'albero/ di cui ti avevo comandato di non mangiare? / Rispose Adamo: la donna/ che Lumi hai posta accanto/ mi ha dato dell'albero e io ho mangiato" 2 • · Il colpevole vede se stesso come vittima indotta a peccare, fenomeno che conosciamo benissimo. Il primo uomo ha appena addentato il frutto proibito e già si precipita a denunciare sua moglie all'autorità scaricandole addosso tutta la colpa. Di questa pasta è fatto l'uomo, sin dal principio. Christa Wolfha appena pubblicato un racconto dal titolo Che cosaresta. Una brutta storia di tempi ormai molto lontani. Il mio compito è quello di rispondere alla squallida recensione di una Frank Schirrmacher sulla "FAZ" o al perfido articolo di un Ulrich Greiner sulla "Zeit". A Christa Wolf viene rimproverato di essersi .comportata da vile di fronte a un nemico che non era in realtà il suo nemico e sotto il cui regime i suoi critici non hanno mai dovuto vivere. Una questione molto delicata. Il motivo per cui il mio amatissimo russo di Colonia vuole gettare proprio me in questa rissa verbale è chiaro. In questo campo posso parlare con una autorità che mi è caduta in grembo come un masso e che hanno saldato sul mio cranio a mo' di aureola. I critici rimproverano a Christa Wolf di aver Liratofuori dal cassetto questa sua storia contro la Stasi che risale a più di dieci anni fa solo oggi, quando il farlo non è più pericoloso. È vero! Ma è vero anche il contrario: sino a oggi questa stessa autrice è stata una vacca sacra. Perché questi cavalieri dello spirito si lanciano ventre a terra contro un'autrice già tanto esaltata proprio oggi, quando il farlo non è più pericoloso? Per quanto cauta, timorosa o dilaniata Christa Wolf sia stata, non ha mai indossato paludamenti da eroe, e proprio perciò aveva il diritto di essere dilaniata, timorosa e cauta. E ancora, un albero si giudica dai fruLLi'enon dal legno che potrebbe servire per fare buoni manganelli o per qualche eventuale rogo. Certo, gli intellettuali della Rdt, coraggiosi e vili al tempo stesso, sono in un vicolo cieco. Non solo Christa Wolf, anche quegli avvizziti cavalieri senza macchia e senza paura come il mio falso amico Stefan Heym 3 , come il mio falso nemico Stefan Hermlin, come Volker Braun, il cui talento mi riempie di ammirazione, come Fritz Cremer, che compi~ngo, come Schumann, che non conosco, come Hermann Kant, di cui ho paura, come Peter Hacks che disprezzo, come Rainer Kirsch che mi è .indifferente, come Erik Neutsch_che è stato ed è uno stupido, come Willi SiLLeche pure aveva in animo cose migliori da fare per sé e per il mondo 4 • Alcuni di questi disinteressati pensionanti dello stalinismo io li conosco: travolti oggi da angosce esistenziali. Tutti dolori di lusso. Poeti di partito, che constatano, paralizzati, che la loro villa è un bene immobile dell'Occidente. Artisti di stato che ora stanno a guardare mentre il loro stato va in rovina. Fanatici della verità con tutte le loro arzigogolate e pietose bugie. E tutti quei recalcitranti personaggi ora in attesa di una pensione reversibile. Predicatori dell'uguaglianza i cui privilegi sono ora in pericolo. Combattenti clandestini privi di lucrativi incarichi di stato. Liberi pensatori afflitti da troppi premi nazionali. E oggi tutti, senza eccezione, vengono sottoposti dai critici dell'Occidente, a un controllo di revisione morale. Mi sembra tutto piuttosto ridicolo. Infatti non stanno certo meglio delle altre Wartburg o Trabant. Tutte queste scassate automobili dell'Est ·finiscono in officina, vengono issate sul ponte e qualche brillante ingegnere da feuilleton, giù in basso, conficca il suo giravite impietoso nei buchi delle loro arrugginite carrozzerie. Ah, e ancora il test morale per i gas di scarico! L'olio con il quale quelle macchine venivano unte e ingrassate, brucia. Tutto l'Est puzza di autocommiserazione. La gente esulta beata per questa rapida unificazione, ma parecchi artisti di sinistra sono in lutto. È tutta una farsa. Già, caro Lev, questo è uno dei problemi: è concepibile che mocciosi saccenti e arroganti come Greiner e Schirrmacher che non hanno mai vissuto quello che noi abbiamo patito durante l'era stalinista si pennettano di giudicare? A domanda sciocca risposta sciocca: certo che possono, anzi debbono addirittura giudicare. Sono infatti della opinione che i loro articoli non aizzano né scatenano mute di cani contro nessuno. Parlarne con vecchi rappresentanti della sinistra in Occidente non è facile, perché essi sono confusi, incattiviti e inveleniti per la fine di quell'esperimento di vivisezione che è stata la Rdt. Rimproverano alla gente della Rdt di non aver edificato quel socialismo di cui, vivendo all'Ovest, erano stati sempre entusiasti. E molti di loro, qui da noi, non vogliono confessare a se stessi che in fondo e inconsciamente erano contentissimi del fatto che il loro entusiasmo fosse un sogno che non erano costretti a vivere. E a Est? Scrittori impastoiati e pittori sovvenzionati, attori ali 'ingrasso su occasionali pascoli dell 'Oveste registi a noleggio, gente di musica in affitto, bracconieri sulle terre dell'Ovest, ridono oggi della passione con cui il popolo della Rdt si lancia sulle banane in mostra sui banconi di Karstadt Anche loro, vite ed esistenze a metà tra Est e Ovest, avrebbero preferito sopportare l'esperimento "orientale" ancora per mille anni. Qualcuno addirittura è furioso per la caduta del muro, bella forza! Quasi tutti loro erano infatti riusciti a procurarsi, negli ultimi anni, uno straccio di passaporto che la gente incarcerata nel paese definiva, amaramente, passaporto ariano. E la cosa più gradevole era il fallo che sugli onorari percepiti in Occidente, pagavano tasse invidiabilmente basse: il quindici per cento. Tutti erano impigliati nella stessa rete. E a molti i diritti dell'uomo appaiono molto più dolci, quando ne possono godere come di un privilegio. 51
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