Storie corali per le vacanze di Natale Goffredo Fofi La chiamano ormai eufemisticamente "Consigli per gli acquisti", la pubblicità. Ma poiché, nel campo del libro, si sa che ali' acquisto non sempre corrisponde la lettura, e che la lettura migliore è spesso quella "rubata" (al proprio scarso tempo, alle proprie disponibilità economiche, alle biblioteche degli amici, a occasionali compagnie di viaggio ... e anche a librai che spesso se lo meritano, tanto sono antipatici e ignoranti nella grande maggioranza dei casi) diamo qui dei presuntuosi consigli di buone letture. O se si preferisce di buoni regali. O di buoni furti. Molto verrà trascurato, e ci si limiterà quasi solo ai narratori - rinviando ad altre rubriche altri consigli. Ma intanto, vale forse la pena di ricordare che tra i "non narratori" i collaboratori di "Linea d"ombra" producono libri niente male, nel panorama italiano che, anche asinistra, appare un po' rimbambito emolto ipocrita (forse soprattutto quando fa la faccia feroce) o semplicemente sfasciato. Ricordo alla rinfusa il libro sul razzismo di Laura Balbo e Luigi Manconi (Feltrinelli), su cui ·torneremo ancora nei prossimi numeri; quello di Lucia Annunziata sul Salvador (Feltrinelli), modello di un giornalismo di portata internazionale, degno del paragone con i migliori; quello di Flores_sugli intellettuali occidentali e la Russia di Stalin (Il Saggiatore), di cui consigliamo la lettura a quei comunisti convinti che le degenerazioni siano nate nel momento in cui venivano cacciati dalla chiesapartito, ostinatamente ciechi sulla propria storia per paurosa falsa coscienza E quello di Berardinelli sulla letteratura contemporanea (Bollati-Boringhieri) di vasta e seria apertura intellettuale e morale, e di indicazioni utili non solo sul passato recente, ma sul presente della e sul "che fare" nella letteratura. Guarda caso, i libri che ho ricordato sono libri, a loro modo, ottimamente narrativi. Berardinelli privilegia teoricamente, come chi scrive, il saggio sul romanzo, ma il saggio ben scritto, il saggio ben "narrato" - e si può sostenere che finalmente ci sonp molti che stanno praticando questi c9nsigli. Dall' humor al nero Due libri Bompiani - un editore che di solito regala al massimo dei buoni polizieschi alla Highsmith-ridanno il gusto dell 'umorismo e della satira. Di Vonnnegut, Galapagos, certamente un libro tardivo, meno brillante e inventivo dei precedenti, ma anche.più disteso e lineare, pur se costruito con la solita sapienza degli incastri tra anticipazione e rievocazione. Il presente ne resta schiacciato, significativo solo in riferimento allo ieri e all'oggi, a ciò che si è stati e a ciò che si potrà essere. I personaggi di Vonnegut, stavolta poco autonomi, sono 44 CONFRONTI T. Coraghessan Boyle, in una foto di Pablo Campos. Sotto: Julian Barnes. vissuti da Storia e da Natura in un ibrido incerto: l'umanità è destinata a scomparire velocemente (I'uomo non si ama o si ama troppo, che è lo stesso, e ama uccidere gli altri e sé con gli altri), ma non la vita. Il narratore è un pesce, scopriamo, ultimo anello dell'evoluzione, che parla da un lontanissimo futuro. Se ilfiume fosse whisky, del californiano di origine (credo) armeno T.Coraghessan Boyle, ha alcuni fulminanti racconti su miserie molto attuali. Il piccolo freddo, Amore moderno, Per amor di pace, La signora delle scimmie in pensione ... sono molto, molto divertenti, e sanamente crudeli. A volte però la capacità di costruire implacabili satire a partire dalla cronaca e dagli "eventi" dei media lascia il posto a una sottile malinconia, con personaggi, nonostante tutto, malinconicamente simpatici ( Il disgelo, Se il fiume fosse whisky). Ai cultori di una letteratura umoristica di alto livello, ma anche a quelli di una comicità non troppo volgare né troppo funarnbolical' opera di Boy le, minore statunitense degli anni Ottanta, riuscirà certamente molto gradita. A una grande tradizione appartiene anche Evgenji Popov - a quella di Bulkagov, di Zoscenko, di Ilf e Petrov, e con un pizzico di surreali tormentoni- alla Charrns. I racconti di Strane coincidenze (Garzanti) appartengono a un universo di scarsità (prima di tutto di spazio) e non di consumismo come quelli di Boy le. Le stramberie dei protagonisti hanno ancora, forse per questo, molto di poetico. Il monolitismo di una cultura oppressiva lascia il posto soltanto a strambe forme di innocua resistenza; e non porta agli estremi (anche sanguinosi) della logica del dollaro. Ma più che agli autori citati, Popov può far pensare a scrittori più antichi: a Cechov, a Gogol, a quelli che operavano sotto l'ottusità degli zar e ne descrivevano le storture. Il mondo di Popov è quello di Breznev, non quello di Stalin: e in esso per qualche bizzarria c'era posto, che non desse troppo nell'occhio. (Ho trovato invece molto noioso il romanzoper-racconti L'infelicità amorosa di Andrej Bitov, Rizzoli, che però vuol essere tutto fuorché umoristico. È psicologico, squisitamente psicologico, pesantemente psicologico. Ma io sono prevenuto: il romanzo psicologico non mi ha mai avuto, nemmeno quando lo scriveva James.) Per restare alla Russia, segnalo di passaggio un libro molto bello di Lidja Cukovskaja, uscito da Adelphi: Incontri conAnna Achmatova 1938-1941.Nonsoloper laAchmatova, amore di molte gioventù. Non solo per la Cukovskaja, che sa farci partecipare con pudore al dolore di un'epoca. Ma perché quell'epoca è bene ricordarla, visto che sembrano essere in tanti oggi a provarne -nell'ipocrita e comoda sinistra del fu Togliatti - una malcelata nostalgia. No, sono ingiusto. Leggetelo per quello che è, senza pensare ali 'Italia, e come un libro declinato per fortuna al tempo passato. Ma, appunto, tanto tanto passato? Nella collana di Serra & Riva, in cui è possibile trovare più filoni coerenti - uno o due un po' vacui, di elegante secondarietà - e nella quale, nel filone del giornalismo narrativo d'alto livello, sono appena usciti i bellissimi reportages-racconto di Ryszard Kapuscinski La prima guerra del football e altre guerre di poveri, illuminanti la nostra comprensione del cosiddetto Terzo Mondo di ieri appena - abbiamo letto i racconti di Norman Manea Ottobre ore otto, che entusi~marono Boli. Sono struggenti . e angosciosi, con sprazzi di lirica apertura all'umano residuale possibile, al minimo di felicità residuale possibile, in due epoche consecutive di abominio nelle quali Manea ha avuto la disgrazia di crescere: la Romania del1' occupazione hitleriana, e la Romania della "farsa" della famiglia Ceasescu, dentro la storia del Komunismo orientale. Non sono fatti di
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