IL CONTESTO di buon vicinato'tra famiglie di zek e guardie -che si sentono in qualche modo "imbarcati sulla stessa galera" e ugualmente vittime di una stessa fatalità storica, dell'arbitrio dello stesso "siste~ ma" ... In questo periodo, Vladimir Ablamski, figlio di fotografo e fotografo egli stesso, si costruisce con pezzi disparati una macchina fotografica con la quale immortala, su loro richiesta, gli ufficiali dçl campo che posano in uniforme da parata, con tutte le medaglie bene esp0ste ... C'è stato insomma nel gulag- altra differenza significativa con l'universo· concentrazionario nazista smantellato nel sangue e nel fuoco- unperiodo di transizioneabbastanzalungo tra gli anni del grande terrore e del funzionamento massimo dell 'arcipelago e il suo progressivo smantellamento. È versq questa diversità, questa "storicità" dei diversi paesaggi del gulag che ci indirizza la foto "scandalosà' dell'album di "Tiotia Lisa". In verità, la sua apparente incongruità si spiega facilmente: verso la fine, dopo la morte di Stalin e l'annuncio del "disgelo", tutti sanno, zek e guardiani, che "sta per finire", e sopportano meglio la situàziorie in attesa che si volti pagina. Ancne i più feroci e i più ottusi capiciurma si umanizzano pensando all'avvenire, e nell'insieme si cerca di vivere come in una sorta di vita di villaggio molto molto rustica, scandita dalle stagioni e dalle difficoltà materiali. L 'immagine semplicistica-notevolmente confusa negli stessi campi nazisti - di una rigida contrapposizione tra il popolo degli zekvittime e quello dei guardiani-aguzzini perde di consistenza; i primi non gridano vendetta, e neanche chi~dono riparazioni: si limitano a preoccuparsi con discrezione del futuro, di una casa, di un lavoro, di una famiglia; guardiani e detenuti si ritrovano a coabitare all 'intemo di un tessuto rurale tradizionale o ali' interno di quelle città mai finite di costruire del "Far-East" sovietico, çon i loro problemi di penuria generalizzata, e i loro modi di vita spartani. • Queste osservazioni ci conducono alla seconda fotografia insolita dell'album Idi "Tiotia Lisa": un'istantanea altrettanto banale della prima: quella di una coppia giovane e sorridente, in posa inun giardinetto. "Lei", ci dice la vecchia signora, "è una mia ex compagna di campo e lui è il marito; si sono conosciuti nel· campo, lui faceva il guardiano ..." Ancora una volta, "Tiotia Lisa" si stupisce del nostro stupore e non può capire che per noi questa semplice immagine di felicità coniugqle ha un vago profumo (peraltro incongruo) da Portiere di notte, con le complicazioni metafisiche che l'accompagnano; per lei invece si tratta soltanto di un caso piuttosto banal_edi contiguità, di "vicinato": "Perché _ no, se si piacevano? Non tutti i guardiani erano cattivi ..." Ritroveremo questo tema lungo tutta la nostra inchiesta. Con Lionia e Genia siamo andati a trovare nell'isba ordinatissima in cui abita a Taiset un ex comandante del Mvd (Ministero dell'interno, incaricato del funzionamento dei campi), che ha lavorato per più di dieci anni nell'amministrazione dell'Ozerlag. Siamo rimasti sorpresi dal rispetto affettuoso che i nostri amici manifestano, nella tradizione russa, per questo vecchio vigoroso. Come "Diadia Vassia", l'ex dirigente elude le nostre domande sul problema della responsabilità con molto humor. Lionia e Genia sono invece impressionati dalla precisione con la quale risponde alle loro domande e quando l'intervista finisce lo salutano con estrema cordialità. Sulla strada del ritorno ne nasce una discussione. "È uno a posto," sostiene Lionia, "lavorava in un ufficio, non ha le mani insanguinate, lui." Per noi, che abbiamo in mente tra l'altro le riflessioni di Hannah Arendt sul Schreibtischtater, l'argomento non è molto convincente, ma la discussione·non può proseguire perché noi non ne sappiamo abbastanza per sostenere fino in fondo una nostra tesi. Il territorio dell'Ozerlag, cosi come le innumerevoli paludi - 28 che lo infestano, ha dunque riassorbito la traccia del crimine e preparato il terreno a prescrizioni che non sono oggetto di un consenso costruito collettivamente, ma sembrano vissute come una fatalità inesorabile. E tuttavia le tracce del crimine continuano ad affiorare e risorgere. Come a Irkutsk e in molti altri luoghi dell'Unione, cimiteri clandestini e fosse comuni sono stati rapidamente dimenticati, le spoglie dei milioni di vittime delle esecuzioni in massa e delle vittime del regime concentrazionario sono state ricoperte. I nostri amici ci hanno portato in due cimiteri abbandonati, per esempio, in cui riposa, s~ così si può dire, un numero indeterminato di zek, senza distinzione di origine: prigionieri di guerra tedeschi e giapponesi, deportati politici sovietici e stranieri, e detenuti di diritto comune5 • Uno dei due cimiteri si trova vicino all'ex òspedale di Kvitok, l'altro nei pressi di Vikhorievka. Nel primo come nell'altro, la taiga è ritornata padrona anno dopo anno e sotto la vegetazione si individuano le tombe con difficoltà. Nel primo, Genia e Lionia raccolgono pietosamente tra i cespugli, resistendo ali 'assalto delle zanzare, le tavolette di legno sulle quali resta traccia del numero di matricola dei defunti, senza nessun'altra indicazione. I confini di questo cimitero divorato dalla foresta sono confusi e non pare che, per il momento, si pensi a una "memorializzazione" solenne del posto, come è accaduto a Irkutsk6 • Siamo lontani dai centri urbani e i militanti di Memoria! si contano in questa regione sulla punta delle dita. Curiosamente, a poche centinaia di metri, un quailigto di tombe di prigionieri di guerra giapponesi è curato con attenzione, pare per ragioni diplomatiche. Un po' più lontano, alcune tombe fittizie, prive di corpi, sono state costruite di recente da parenti di zek morti in questa zona. Una croce fatta di due rami di betulla e una bandiera lituana indica una solitaria ostinazione della memoria, ali' ombra della linea ad alta tensione che attraversa la foresta. Come per tante altre cose da queste parti, si avverte che occorrerà lasciare ancora "tempo al tempo" perché infine qufste vittime dello stalinismo e del suo ,inferno concentrazionario siano "salvate" simbolicamente, definitivamente, dalla calunnia e dall'oblio, perché una sepoltura adeguata e una stele ricordino infine la loro tragedia. I nostri amici di Memoria/ sono "uomini-memoria" ben più degli storici di mestiere. È perché sono nati e vivono in questa regione, cui sono attaccati come alla 1oro1-Ieimat, che dimostrano un così grande attaccamento alla ricostituzione della 'topografia e della storia dell 'Ozerlag. Con il loro entusiasmo, come dicono, da archeologi del 1oro_isolotto dell'arcipelago, è tutto un tessuto locale che, grazie alle loro iniziative, si ricorda e si ridesta alla propria storia. Genia e Lionia hanno fra i trenta e i quarant'anni. Una delle scommesse fondamentali essenziali del loro lavoro la "Tialia liza" nella sua abitazione, a Toiset.
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