Linea d'ombra - anno VIII - n. 55 - dicembre 1990

Unfilm russo sul Gulag. Dichiarazionidi Vitali Kanevskii Dalla .grigia, caotica, quotidiana, anti-eroica e anti-esotica Unione. Sovietica continuano ad · arrivarcifilmcheparlanodellarealtà nazionale, che guardano nel fango e nella merda del suo passato e del suo presente. E che proprio da quel fango e da quella merda (a volte metaforici ma a volte reali e concretissimi), da quel passato e da quel presente trovano materia per fare cinema. Lo hanno dimostrato Picul, Pelesjan, Lungin; lo dimostra adesso Vitali Kanevskij, autore di un bellissimo Zamri : oumi - voskresni! (Non muoverti -muoriresuscita!), storia della vita quotidiana in una cittadina dell'estremo oriente sovietico, dove le baracche della città mineraria si confondono con un campo di prigionia per soldati giapponesi e per deportati politici: .è il gulag, un mondo triste, squallido, annegato nella fame e nel fango, nella paura e nel compromesso, che Kanevskij racconta attraverso gli occhi di due ragazzi, " lo scanzonato Valerka(trasparente figura autobiografica) e la più posata Galia. Basterebbe la scelta tematica a fare l 'importanzadel film, disillusa presa di coscienza di chi non vuole dimenticare cos'è e cosa è stata l'Unione Sovietica, e anzi si sforza di aprire gli occhi e snebbiare le memorie sulla propria storia, sul "socialismo reale" sulla degradazione a cui può giungere l'uomo m nome della farne, della politica, della paura o dell'ideale. Ma questa materia è poi trattata da Kanevskij constraordinariaforza, con · un modo di narrare che mette continuamente a confronto il caos della realtà (altro che leniniste "sorti progressive") e l'ingenuità dello sguardo infantile così da riuscire a salvare la possibilità di raccontare e giudicare l'esistente e contemporaneamente non perdere il diritto di esprimere il sogno dell'innocenza, come nella miglior tradizione del cinema fatto con gli occhi dei ragazzi, da Germania anno zero a 1400 colpi a Los olvidados. (Paolo Mereghetti) *** ...Sono nato a Vladivostok il 4 settembre 1935, sulle coste del mar del Giappone. Mio padre veniva da una famiglia di musicisti e lui stesso era musicista. Aveva studiato al conservatorio. Mia madre era una donna giovane. Tutto qui .. ...Il ricordo più forte della mia infanzia è stato la guerra. Era impossibile non viverci dentro, non si parlava d'altro. Le persone più importanti erano i militari: loro avevano sempre qualcosa da mangiare. Tutte le donne facevano le carine con i soldati perché avevano bisogno di dar da mangiare ai loro bambini. A scuola ci avevano parlato di un ragazzino che aveva sacrificato la propria vita per salvare la patria e noi volevamo fare la stessa cosa . ...Quando ero un bambino di dieci anni, Stalin per me non rappresentava né il padre né il nonno. Era là, esisteva, non c'era altro da discutere. La prima volta che ho avuto una matita e un pezzo di carta, ho disegnato un ritratto di Stalin con tutte le sue medaglie e l'ho appeso sul mio letto. Ero molto orgoglioso. Grazie a dio, nessuno ha mai visto quel ritratto, perchè aveva un occhio più alto dell'altro, e il naso completamente storto. ...Sono cresciuto a Sutsan, vicino a Vladivostok, tra i minatori e i prigionieri di un campo di lavoro che era stato fatto là. Non c'era un confine molto preciso tra la vita delle persone libere e quella dei prigionieri. Le persone uscivano e rientravano nel campo con molta facilità. C'erano dei ricambi peri o- , dici, dei trasferimenti per Kolyma, dove erano stati costruiti la maggior parte dei campi di lavoro, ma a volte i prigionieri restavano molto a Sutsan perché il tragitto via mare era impossibile: ~'inverno non si poteva navigare. E in questo posto che mi sono formato. E sullo schermo ho cercato di riportare le mie impressioni di ragazzo. Nessun personaggio è inventato, tutti hanno dei prototipi reali, anche se ho fatto in modo che il perno centrale del film fosse la storia tra i due ragazzi, Valerka e Galia, mentre tutto il resto prende forma solo a · partire dal rapporto con loro. ...Ho fatto dei pessimi studi profesionali, ma sono riuscito lo stesso asuperarel'esameperentrare al VGIK, la scuola statale di cinema, nel 1960..Nel 1966 sono stato incarcerato sotto l'accusa di violenza carnale.· Ho passato otto anni dentro, così sono riuscito a diplomarmi solo nel 1977. Sono stato in prigione un po' dovunque, a Gorki poi nella repubblica autonoma di Komi, dove ci sono molti campi diprigionia, all'estremo nord, vicino alla Petcora. ...Quando sono venuto a Cannes, i resposabili degli studi mi avevano suggerito di non direniente del mio passato in prigione; ci ho pensato durante il viaggio e ho deciso che era meglio dire la verità: che ero stato incarcerato sotto l' accusa di stupro. Anche se non c'era stata nessuna violenza e quella ragazza la conoscevo da più di un anno. Lei stessa ha chiesto due volte la grazia per me. Il capitano della milizia che aveva minacciato di metterla dentro per prostituzione se non avesse firmato una dichiarazione in cui mi accusa di violenza. Ma tutto questo è normale: avevo commesso molti peccati e doveva pagarli. Per me, questa punizione non è venuta dal potere sovietico, ma dalla vita stessa. Ho ·avuto come l'impressione di espiare una parte della mia vita. ...Non ho inventato niente scrivendo lasceneggiaturadel mio film. Valerka sono io da bambino e Galia è stata veramente la mia prima fidanzatina. È per questo che girare questo film è stato così facile.Meno facile è stato dirigere i i:,qgazzi, perchè volevo che esprimessero i sentimenti che io avevo provato. Dovevo evitare che i ragazzi-attori tradissero i ragazzi del passato. Allora facevo vedere cosa avevo fatto ... ...La metà del film è stata girara in luoghi reali.Non c'è niente da cambiare perché la vita è rimasta_ esattamente com'era quarant'anni fa. Forse è addirittura peggiorata perché i campi oggi sono custoditi IL CONTESTO meglio. Mi è bastato fùmare le condizioni attuali di vita. Bevevo vodka con gli abitanti delle baracche così loro accettavano di andarsene per il tempo necessario alle riprese e io potevo girare proprio nei luoghi in cui aveva potuto svolgersi realmente la mia storia, che del resto è ambientata nel 1947 ma è quella di tuttala nostra vita: il film è una testimonianza sulla vita attuale in una parte dell'Unione Societica. L'altra metà del film è stata girata vicino a Leningrado, sempre in ambienti reali, perché l' atmosferaricostruira degli studi avrebbe nuociuto alla sincerità e all'immagine di realtà che volevo avesse il film. ' ...Non ho dimenticato niente del mio passato. A volte quei ricordi non sono ben presenti nella mia memoria, ma fortunatamente posso farli tornare, proprio come dice il titolo del mio film. Non muoverti: non bisogna continuare ad agitarsi sempre, bisogna concentrarsi, restare ben attento per non perdere nemmeno un ricordo del proprio passato. Muori: perché il regista non esiste più; solo i personaggi del suo film riescono, recitando, ad avere vita. Risuscita: quando il film è terminato, quegli s_tèssipersonaggi glirendoi:10 I avita attraversoloschermo. (dalle interviste rilasciate a "Libération", 26 settembre 1990; "Positif', settembre 1990; "La revue du cinéma" M, ottobre 1990) JACOPONARDI VITDAI ANTONGIOIACOMINI .TORQUATMOALASPIN DELLSOCRIVER LEVITE ; cura di V. Bramanti L. 22.000 ' GIUSEPPCEESAREABBA VITDAI ·NINOBIXIO ,a cura di E. Pellegrini L. 23.000 a cura di V. Bramanti L. 19.000 GIOVANNBIOCCACCI TRATTATEL INLAUDEIDANT - a cura di P. Baldan L. 19.000 DISTRIBUZIONE: GRUPPO EDITORIALE GIUNTI (FIRENZE)

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