IL CONTESTO eccezionale molto ben disposta nei miei confronti, malgrado tutto il bene intorno a me, l'incidente al tavolo della cucina era così forte nella mia mente che quando incominciai a scrivere pensai: devo davvero scrivere in inglese? Ma siccome non conoscevo nessun'altra lingua, non c'era scelta. La mia sensazione generale era che avrei potuto essere costretta a vivere altròve; e in realtà, quando i miei genitori arrivarono negli Usa, molti degli amici di mia madre andarono in Argentina, in Brasile o in Palestina, per cui .adesso parlavano spagnolo o portoghese. Non mi sembrava strano che io potessi vivere tutta la vita in un altro paese, e penso che molti di noi a volte provino questa sensazione. . Quel momento al tavolo della cucina fu uno dei fatti che più profondamente segnarono la mia vita. E chissà che sensazione delle cose avrei potuto avere, se non fosse accaduto, perché in realtà la mia famiglia era una famiglia piuttosto tipica di ebrei socialisti. Mio padre si rifiutava di andare da qualsiasi parte nelle vicinanze di una sinagoga, anche se mi autorizzava ad accompagnare la nonna durante le vacanze. D'altra parte, eravamo molto ebrei, per cui non so che piega avrebbe potuto prendere il mio essere ebrea, senza quel momento. Parto da qui per raccontarvi un'altra storia, o apologo, di cui ho parlato in varie occasioni. Crescendo in una simile famiglia, credo che ci fosse una certa sensibilità nei confronti del proprio essere Ebrei. lo mi sentivo molto orgogliosa di essere Eb'rea. Pensavo che fosse davvero una cosa grande, e lo pensavo senza aver ricevuto alcuna educazione religiosa. Ma sentivo anche che essere Ebrei equivaleva a essere socialisti. Intendo dire che quella era liimia idea, da bambina - quello che intendevo con l'essere Ebrei. Superai questo fatto a una cèrto punto, come molti membri della mia famiglia che avevano la mia stessa età. Ma tutto questo mi portò alla storia a cui penso in continuazione. Non capisco perché_questa stoi:ia non venga raccontata più spesso, soprattutto m Israele. O forse dovrebbe essere eliminata dalla Bibbia. La storia a cui mi riferisco riguarda Samuele (credo che si trovi in Samuele I). Samuele va a parlare con Dio e Gli dice che il popolo vuole un re. Dio risponde: "No, questo è un errore; sarà terribile per loro avere un re. Se avranno un re, dovranno abbandonare le proprie vigne e le proprie concubine. Avranno molti problemi con il re, e perderanno molto più di quanto guadagneranno." Allora Samuele torna e parla al suo popolo. Racconta quello che ha risposto Dio. Ma il popolo dice: "No, ti abbiamo già detto cosa vogliamo. Vogliamo un re." Allora Samuele torna da Dio e dice: "Tu sai che essi vogliono davvero un re, ma credo che in parte sia perché non mi amano." E Dio dice: "No, non è vero, è me che non amano." Ebbene, Samuele torna dal popolo e ripete che essi non vogliono davvero un re. Questa volta il popolo dice: "Abbiamo qualcosa da dirti. Questo è ciò che vogliamo: vogliamo essere come tutti gli altri popoli, e avere un re." , Dio sente e capisce che essi vogliono davvero un re e manda Samuele a cercare Saul. Questo è ciò che ottengono: Saul. Continuo a pensare a quelle parole: "Vogliamo essere come tutti gli altri popoli, e avere un re." E penso: vogliamo essere come tutti gli altri popoli e avere armi potenti; vogliamo essere come tutti gli altri popoli e avere la bomba atomica. Ho raccontato questa storia ad altre persone, e ho chiesto cosa significava t secondo loro quella frase, voler essere come tutti gli altri popoli e avere queste cose. Mi rispondono: "Perché gli ebrei dovrebbero essere migliori?" Continuo a ritornare a un 'idea, che è un 'idea un po' sentimentale, ma a cui sonO'attaccata. Ho il diritto di essere sentimentale perché ormai sono vecchia, come potete capire dal fatto che son~ qui, sul palco. Ho l'idea che gli Ebrei debbano essere migliori. Non dico che lo siano, dico che dovrebbero esserlo; e mi sembra22 va che spesso nel quartiere in cui vivevo lo fossero davvero. Non vedo alcuna ragione per cui stare al mondo se non si può in qualche modo migliorarlo; e credo che la maggior parte delle persòne qui presenti la pensino come me. Così che essere come tutti gli altri popoli mi sembra uno spreco di identità collettiva, di indipendenza statale, di energia, di vita .. · Voglio aggiungere ancora due cose. Prima, voglio descrivere un'esperienza che ho avuto in Israele cirça un anno e mezzo fa. Abbiamo visitato un kibbutz, e abbiamo passato un paio di notti con quella gente. Tutti i membri di questo kibbutz erano Sudafricani: erano arrivati in quello stesso kibbutz circa trent'anni prima, ma noi li trovavamo molto interessanti perché venivano dal Sud Afric;a. A un certo punto, stavo parlando con il nostro ospite di quello che succedeva in Israele - e questo avveniva un anno e mezzo fa, non una settimana. Avendo vissuto in quel kibbutz per '· tutti quegli anni, avendo cresciuto i figli lì- la figlia è inserita nel mondo del lavoro, il figlio nell'esercito-quest'uomo mi confidò: "Credo che dovremmo dialogare con l 'Olp, e abbandonare i territori." "Davvero?" dissi io (dopo tutto non ero nel mio paese). E lui continuò: "Non avrei mai detto una cosa del genere due . anni fa, ma adesso lo dico perché non mi piace quello che sta succedendo a mio figlio e ai suoi amici. Questa è la cosa principale. Non è solo il fatto che siano in pericolo, è che non mi piace quello che gli sta succedendo." Parlamn:io ancora un po', e io gli dicevo che erano in pericolo, Israele era in grave pericolo, forse la Diaspora era in un certo senso un sost~gno per gli ebrei eccetera. E lui mi guardò e disse: "Sì, ma chi ha mai detto che gli ebrei debbano continuare?" Ebbene, io fui colpita, immensamente scossa da quella domanda. E ritornai a quel giorno, nella mia infanzia, quando mia madre parlò a mio padre al tavolo della cucina. Anche se la frase era completamente diversa, non l'avrei mai dimenticata. "Chi dice che dobbiamo continuare?" Una simile eventualità non mi era mai venuta. in mente. Per cui, a quest'uomo, in Israele, a questo lsraeliai:io, risposi - e parlavo dalla Diaspora: "Dobbiarrw farlo." E adesso voglio concludere con una breve poesia che parla delle generazioni: La gente della mia famiglia Nella mia famiglia chi ha 82 anni è molto diverso da chi ne ha 92 I vecchi di 82 anni sono cresciuti L'anno era il 1914 Questo è ciò che sapevano La I Guerra Mond1ale Guerra Guerra Mondiale Guerra Ecco perché quando parlano ai nipoti dicono povero piccolo I vecchi di 92 anni soho cresciuti L'anno era il 1905 Andarono in prigione Andarono in esilio Dissero ah presto • Ecco perché quando parlano ai nipoti dicono prima ci sarà la rivoluzione poi ci sarà la rivoluzione poi ancora poi la terra stessa girerà e girerà e griderà Oh, io ho la nausea e allora tu piccolo germoglio mio fiorirai e la salverai
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