Linea d'ombra - anno VIII - n. 55 - dicembre 1990

un tempestoso batticuore, come gli avevano insegnato a fare, pena la morte sessuale. Per la felicità, lei aveva anche bisogno di un lavoro da fare in questo mondo e di pane sulla tavola. Con "lavoro da fare" comprendeva anche allevare in modo giusto i bambini. Con "in modo giusto" intendeva che oltre a essere utili e a non mentire alla comunità, non dovevano fare del male. Con "male" intendeva non solo danni personali all'amico, ali 'amante, al collega, al genitore (alla propria città e nazione), ma anche allo straniero; in particolare intendeva lo straniero con tutte le sue differenze, il quale, siccome anche noi siamo stranieri in Egitto, merita di essere trattato con speciale bontà' per tutta la vita, o almeno finché non cessa di essere uno straniero. Con "pane sulla tavola" non intendeva esprimere una metafora, ma si riferiva al pane vero, perché suo padre aveva sempre finito il pranzo con un tozzo di pane. Con "tozzo" intendeva descrivere una delle qualità del pane buono. Improvvisamente sentì che aveva dimenticato un paio di cose: l'Amore. Ah sì, disse, perché stava parlando, parlando per tutto questo tempo alla paziente Ruth, e per qualche ragione stavano camminando in una zona in cui non conosceva i bambini, le pizzerie e gli ortolani. Era pomeriggio inoltrato e vedeva le coppiette che camminavano lurigo Riverside Park tenendosi a braccetto, fuggendo dal sole che adesso tramontava tra i condomini del New Jersey per baciarsi. Me ne sono dimenticata, disse, adesso che ci penso, Ruthy, çredo che morirei senza l'amore. Con "amore" probabilmente intendeva dire che sarebbe morta se non fosse stata innamorata. Con "essere innamorata" intendeva il sobbalzo del cuore alla vista improvvisa di una certa persona, o il mpdo in cui dopo un paio d'anni di amicizia interessata ci si sorp_rended'un tratto per il bisogno sempre maggiore di aria che i polmoni manifestano in presenza di quell'amico, o si è quasi allagate fino alle ginocchia dallo spruzzo salato che sembra battere per anni sulle nostre spiagge vaginali. Senza dimenticare tutti i tipi di fantasie che assicurano una grande energia spirituale per mesi e, quando la fortuna si accompagna alla verità, per anni. Certo, l'amore. Anch'io penso così, certe volte, disse Ruth, che voleva ascoltare Faithfino in fondo, perché anche lei aveva guardato le coppiette che si baciav~o, m'a in realtà non ne sono così sicura. Oggi mi sembra quasi una forma di orgoglio, o di arròganza, quando guardo i bambini e penso che rion abbiamo molto tempo davanti a noi (con tempo Ruth intendeva sia quello personale che quello del pianeta). Quando leggo i giornali e sento tutti questi incitamenti alla guerra, le sfide reciproche, mi rendo conto che dobbiamo cambiarlo tutto - il mondo - senza ucciderlo, assolutamente - questo è il trucco che i bambini dovranno scoprire. Finché non comincerà tutto questo, non riesco a capire la felicità - quello' che intendi con questa parola. · Allora Faith si vergognò di aver desiderato così tanto e così poco nello stesso tempo- di sentirsi così facilmente e personalmente soddisfatta in questo luogo terribile, dove enormi sofferenze collettive salivano continuamente in onde vorticose da tutti i paesi del mondo - restavano sospese nell'aria controllata.dai satelliti e venivano sistemate istantaneamente negli schermi televisivi e nelle sale stampa. Guardi in alto e vedi che le notizie provenienti dall'altra parte del mondo ci stanno cadendo addosso. Per tutte queste ragioni coscienziali e tecniche, quindi, Faith si vergognò. Era chiaro che una felicità così conservatrice, così poco rivoluzionaria, non poteva avere alcun valore. Natu- · ralmente, disse Faith, so tutto questo, lo.so bene, ma certe volte, camminando con un'amica, mi dimentico del mondo. (Questo racconto è apparso per la prima volta su "Triquarterly Review", ed è stato ristampato nel Peace Calendar 1989 della War Resistents League). IL· CONTESTO *** Preferirei leggervi dei racconti, ma mi rendo conto di dover dire qualcosa. E innanzitutto voglio ringraziarvi per aver pensato a me in questa occasione. È una cosa molto importante, per me. Una delle cose di cui volevo parlare è il momento in cui, durante la giovinezza, o addirittura durante l'infanzia, uno sviluppa una specie di fedeltà, o è colpito da qualche evento in maniera tale da esserne cambiato. Penso a questo particolarmente quando parliamo dell'Olocausto e del significato che esso ha per tutti noi. Sembra che ci dimentichiamo che la nostra gente ha vissuto dàvvero prima dell'Olocausto e che anche prima si trovava in un mare di guai. E non ho_maidimenticato il modo in cui ho capito, questo fatto. Successe quando avevo circa- beh, ciò che ricordo sono le dimensioni del tavolo della cucina, che si trovava circa al livello dei rriiei occhi. Mia madre stava leggendo il giornale e si voltò verso mio padre - mio padre si chiamava Zenya; i miei genitori erano ebrei russi, come molti altri - si voltò verso mio padre e disse: "Zenya, sta arrivando di nuovo". Erano arrivati in' America verso il 1905, e mia madre disse: "Sta arrivando di nuovo". Mi ricordo che disse proprio così. Ma in quel periodo devo aver sentito molte altre conversazioni. Erano i•primi anni Trenta, e ciò di cui stava parlando, natuPS.lmente,era l'ascesa di Hitler. É. disse "sta arrivando di nuovo". Credo che Marge (Piercy) abbia seri tto una poesia sul dormire con le scarpe sotto al cuscino. Ecco, da quel momento in poi, in un 'infanzia straordinariamente felice, in una zona èbraica assolutamente meravigliosa, con migliaia di bambini e una famiglia , S;tto: loto Szwmc/Atelier (G.Neri), . In basso: slroda di Gerusalemme in una foto di Sven Simon (G.Neri). 21

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