quando ricordava (come Mayer non fa) la tragedia degli ebrei sovietici che non volevano credere che l'esercito proveniente dal paese di Goethe e di Schiller potesse costituire un particolare pericolo per loro. Deutscher ricordava con un tremendo rimorso le numerose discussioni con compagni sionisti, in cui si era opposto all'emigrazione in Palestina. In Mayer si trova solo-il gusto di épater les lecteurs. Note 1) A conferma della diffusione di questo atteggiamento nella cultura italiana, si vedano le reazioni della stampa italiana alla trasmissione di un documentario inglese sull'archiviazione dei crimini di guerra commessi da italiani. Lo scrittore Ferdinando Camon scrisse sulla "Stampa" che la vera colpa era quella degli inglesi (per non aver processato i responsabili italiani). Sull'intera vicenda, cfr. D. Ellwood, Fascismo e ideniità nazionale: un discusso programma televisivo inglese, in "Passato e presente", n. 1, 1990, pp. 181-88. 2) Un esempio della totale decontestualizzazione delle vicende della Seconda guerra mondiale è l'esaltazione acritica dell'atteggiamento dei bulgari nei confronti degli ebrei nell'intervento di GabrieleNissim aun recente dibattito sull'ebraismo esteuropeo (svoltosi a Torino il 26 giugno 1990). La Bulgaria, come è noto, era un alleato dei nazisti, e la sua autonomia derivava proprio da questo fatto. La deportazione degli ebrei bulgari fu bloccata non da unmovimento popolare (come ha sostenuto Nissim) bensì da contrasti interni al gruppo dirigente bulgaro, dopo la sconfitta nazista a Stalingrado e lo sbarco angloamericano in Sicilia. (Per la sua posizione geografica, la Bulgaria fu in grado di passare al campo degli Alleati 1'8 settembre 1944, appena due settimane dopo il rovesciamento di alleanze da parte della Romania.) Gli ebrei dei territori occupati dalla Bulgaria (Macedonia e Tracia) furono invece deportati e in gran parte sterminati. Cfr. M. L. Miller, Bulgaria during the S econd WorIdWar, Stanford University Press, Stanford 1975, cap. IX; N. Oren, The Bulgarian Exception: A Reassessment of the Salvation of the Jewish Community, in "Yad Vashem Studies", VI (1967), pp.12-53; Id., Bulgarian Communism, 1934-1944, Columbia University Press, New York 1971,pp. 228-29eH.- J. Hoppe, Bulgarien-H itlers eigenwilliger Verbundeter, DVA, Stuttgart 1979. Analogamente, il mancato sterminio degli ebrei danesi è strettamente legato alla politica di collaborazionismo integrale dei governanti e dell'apparato statale danesi. Cfr. l'intervento dì Istvan Deak, in Genocide in Hungary: An Exchange, in "New York Review ofBooks", 27 maggio 1982, e Lenì Yahil, Methods of Persecution.A Comparisonofthe "FinalSolution" inHolland and Denmark, in M.R. Marrus (ed.), TheNaziHolocaust, Meckler, Westport 1989. 3) Sulla questione delle azioni degli Einsatzgruppen, cfr. la recensione dì D. J. Golhagen, False Witness, in "New Republic", 17 aprile 1989, pp. 39-44. Per un esempio di critica da un punto di vista intenzionalista, cfr. IL CONTESTO L. Dawidowicz, Perversions ofthe Holocaust, in "Commentary", ottobre 1989, pp. 56-60. Nel poscritto dell'autunno 1989 ali' edizione Pantheon del 1990 Mayer polemizza solo indirettamente con i suoi critici, senza rispondere ad alcuna delle contestazioni specifiche. · 4) Le perdite umane dei polacchi furono di 3 milioni (rispetto a 3 milioni di ebrei polacchi); tra gli ucraini furono comprese tra 5,5 e 6,7 milioni (di cui 900 mila erano ebrei, e almeno 3 milioni erano civili ucraini); tra i bielorussi furono 2,5 milioni (di cui 245 mila ebrei e 1,4 milioni di civili bielorussi); tra i prigionieri di guerra sovietici 2,5-3 milioni (su 5,75 milioni di prigionieri). I dati sono tratti da B. Wytwycky, The Other Holocaust, Novack Report, Washington DC 1980, pp. 91-92. (Mayer riporta il libro di Wytwycky in bibliografia, senza però utilizzarlo nel testo.) 5) Sui progetti tedeschi per l'Europa orientale durante la Prima guerra mondiale, cfr. Fritz Fischer, Assalto al potere mondiale.•La Germania nella guerra 1914-1918, Einaudi, Torino 1965 (ed. or. 1961). Sul significato di Fischer nel rinnovamento della storiografia tede~ca, cfr. M. L. Pesante, La fine del nazionalismo nella storiografia della BRD. Correnti e generazioni nell'analisi della società guglie/- mina, in "Quaderni storici", XV (1980), pp. 627-55. 6) Nel 1940-42 i sovietici deportarono circa85 mila persone daj paesi baltici (su un totale di 6 milioni). Le perdite complessive dei paesi baltici nel 1939-45 ammontarono al 25% per l'Estonia, il 30% per la Lettonia, e il 15% per la Lituania. Cfr. R. Taagepera, Soviet Collectivization of Estonian Agricultute: The Deportation Phase, in "Soviet Studies", n. 3, 1980, e R. J. Misiunas e R. Taagepera, The Baltic States. Years of Dependence, 1940-1980, University of California Press, Berkeley 1983. Si noti che nel Genera/pian Ost del 1942, Hitler prevedeva la deportazione di quasi il 50% degli estoni, tutti i latgali, più del 50% degli altri lettoni, e 85% dei lituani. La quota rimanente era ritenuta razzialmente nordica (e quindi meritevole di germanizzazione) da uno studio sul campo della Commissione Antropologica. (Cfr. A. Dallin, GermanRule in Russia, 1941-1945. A Study in Occupation Policies, Macmillan, London 1957, pp. 182-98.) 7) Vlasov fu autorizzato a creare il Comitato per la Liberazione dei Popoli della Russia solo nel settembre del 1944, e la sua formazione militare riuscì a combattere solo apartire dal marzo 1945. Circa un milione di ex soldati sovietici fecero parte di formazioni degli eserciti dèll' Asse, ma in genere in gruppi molto piccoli, dal momento che Hitler non era disposto a tollerare formazioni nazionali slave (anche se permise la creazione di formazioni cosacche e caucasiche). Cfr. Geoffrey Hosking,A History of the Soviet Union, Fontana, London 1985, pp. 289-92. 8) Cfr. I. Deutscher, The Non-Jewish Jew and Other Essays, Oxford University Press, London 1967. Mayer cita lo studio di Dov Levin, The Attitude of the Soviet Union to the Rescue of the Jews (1974) ma ne ignora le conclusioni, poco lusinghiere sull'atteggiamento delle autorità sovietiche. NOVITÀ ManuVelazquMezonta/han Quartetto pp. 104l,ire12.000 MANUEL VAZ9UEZ MONTALBAN Quartetto HERMANNBtJRGER'--~--------' Servo d'orchestra NOVITÀ MiroSi/vera Artie misteri pp. 124,lire12.000 ERICHHACKL Il caso Auror11 GaetanNoeri Conversazione conun branzino pp. 128,lire12.000 NOVITÀ HermanBnurger Servod'orchest pp. 128,lire12.000 MIROSILVERA Arti e misteri EricHhackf li casoAurora pp. 162,lire15.000 GAETA,'-1i0\ERI Conyer-sazione con un branzino MARCOSYMARCOS Via Settala 78 • 20124 Milano tel. 02-29517420/22
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