Linea d'ombra - anno VIII - n. 55 - dicembre 1990

morì nel 1941. Non fu l'unico non ebreo a morire ad Auschwitz. Nel 1940 a Parigi i comunisti chiedevano ai nazisti l'autorizzazione per pubblicare "l' - Humanité". Il socialdemocratico Angelo Tasca scriveva per i quotidiani di Vichy. Lasciamo perdere quel che fece la chiesa cattolica in Francia. Indubbiamente ognuno ha avuto la sua guerra. Il mio amico Kurt la passò a Buchenwald. Erà un cittadino cecoslovacco di lingua tedesca. Non era ebreo. Non era comunista, non era socialista. Era semplicemente un liberale, per scelta. Non partì in tempo da Praga nel 1939. Dopo la guerra, fu uno dei testimoni al processo ai responsabili del campo. Il governo cecoslovacco lo privò della cittadinanza, in quanto Reichdeutsch. A scanso di equivoci, questo avvenne prima dell'avvento del governo comunista in Cecoslovacchia. Potrei continuare all'infinito con queste storie parallele. Mi accontento di segnalare il banale fatto che le circostanze in cui gli individui e i popoli si trovavano ad agire furono molto differenziate tra di loro, e che le scelte individuali e collettive vanno misurate rispetto a quelle circostanze. 2 2) Il libro di Amo Mayer (Why did the Heavens not Darken? The "Final Solution" in History, Pantheon, New York 1988, 1990 ed. ampliata, trad. it. Soluzione finale. Lo sterminio degli Ebrei nella storia europea, Mondadori, Milano 1990) vorrebbe rappresentare una contestuàlizzazione della soluzione finale nella storia europea. Dal momento che Mayer segue una interpretazione funzionalista anziché intenzionalista, i suoi critici lo hanno accomunato ai revisionisti e neorevisionisti che negano o attenuano le responsabilità dei nazisti nello sterminio degli ebrei. Queste accuse sono ingiuste, ma Mayer è in parte responsabile per questo equivoco, non tanto per il tono distaccato dell'esposizione, quanto per la scelta di scrivere un libro di più di 500 pagine senza mettere una singola nota, allegando una bibliografia generica. Ciò significa che Mayer può permettersi una quantità di generalizzazioni senza sentirsi in dovere di giustificarle da un punto di vista documentario. Finché si tratta di dati cronologici facilmente controllabili il fatto non è grave, ma quando Mayer fa generalizzazioni per periodi e aree geografiche vaste lo storico abbandona il piano della verifica. Se Mayer afferma, come fa, che prima deU' attacco all'Unione sovietica le azioni degli Einsatzgru.ppen contro gli ebrei non furono importanti, è compito suo documentare la sua tesi. Dal momento che non lo fa, non c'è da sorprendersi del fatto che i suoi critici gli attribuiscano le peggiori intenzioni. 3 Comunque si giudichi il risultato finale del libro, esso non è utilizzabile né come fonte doc.umentaria né come discussione della storiografia esistente. Il libro ha una sola tesi, espressa con forza e con nettezza. Lo sterminio degli ebrei non è stato il frutto di una sistematica decisione dei nazisti risalente almeno al 1933, se non prima. È stata la risultante dell'interazione tra una serie di circostanze, di cui i nazisti erano solo IL CONTESTO in parte responsabili. Fin qui la tesi segue un funzionalismo generico. La specificità del libro di Mayer sta unicamente nel corollario di questa tesi, e cioè che l'antisemitismo non era l'aspetto fondamentale della politica nazista, che era imperniata invece sull'antibolscevismo. (È evidente che Mayer ha scritto il libro pensando soprattutto al corollario, avendo di fronte un pubblico statunitense abituato a considerare nazismo e stalinismo come mali intercambiabili, anche e soprattutto sul piano dell'antisemitismo, soprattutto dopo l'arrivo del1' emigrazione ebraica sovietica negli anni Settanta.) Mayer articola il suo libro in tre parti: nella prima descrive 'il contesto storico europeo prima dell'avvento dei nazisti in Germania, nella seconda l'avanzata nazista dal 1933 al 1942, nella terza la dinamica degli eventi dalla conferenza di Wansee del 1942 (in cui si parlò esplicitamente della "soluzione finale") sino alla fine della guerra. L'intento del libro è quello di r;ovesciare la prospettiva consueta, interpretando la politica nazista nei confronti degli ebrei in funzione del contesto più generale in cui i nazisti si trovavano ad agire, anziché il contrario. L'emancipazione da un approccio che potremmo chiamare "giudeocentrico" (in base al quale ogni evento viene giudicato solo e soltanto per i suoi effetti sulla popolazione ebraica) e la visione sincronica degli eventi sui diversi fronti bellici e nei campi di concentramento e di sterminio sono aspetti innovatori del libro· di Mayer. Purtroppo gli aspetti positivi finiscono qui. Il libro è costruito sulla selezione metodica di tutti gli aspetti che confermano la tesi e il corollario di Mayer; tutto il resto è trascurato od omesso. Per uno studio che vuole abbracciare almeno trenta anni di storia europea, quello che rimane fuori non è poco. Il primo nodo è quello dell'immediato dopoguerra, in particolare il periodo 1917-20, che Mayer aveva già esaminato nei suoi primi studi, Politica/ Origins of the New Diplomacy, 1917-1918 (1959), e Politics and Diplomacy of Peacemaking: Containment and Counterrevolution at Versailles, 1918-19 (1967). È in effetti uno dei momenti più importanti della storia europea del XX secolo. La distruzione degli equilibri politici in Europa centro-orientale, congiunta alla mancata creazione di un sistema federativo che avrebbe permesso ai nuovi stati di potersi opporre alla potenza tedesca (e, di riflesso, anche a quella sovietica) furono la premessa su cu.ifu costruita l' egemonia nazista. ,Ma questo aspetto, che forse ha qualcosa a che vedere con la soluzione finale, non interessa a Mayer, che si interessa ·solo a quel che rientra nella categoria bolscevico/ antibolscevico. Le guerre tra russi, polacchi e ucraini nel 1918-21 lo interessano solo sotto questo profilo. Il fatto che in quegli anni venga distrutta ogni possibilità di indipendenza ucraina non lo interessa. Il fatto che proprio in quegli anni il nazionalismo ucraino cominci a orientarsi decisamente a destra non lo interessa. L'unico fatto di rilievo è che "gli ebrei seguivano Lenin e Trotzkij''. Quanti ebrei, quali, dove, quando, l'autore non si preoccupa di NOVITÀ ELISABETSHCHÙSSLEFRIORENZA INMEMORIADI LEI Unaricostruziofneemminisdtaelleoriginciristiane pp.408,L 45.000 Il migliorfruttodellateologiadell'altrametàdellachiesa. L'autricec,attolicad,ocentedi NuovoTestamenatoll'UniversitàdiHarvardr,icostruiscseu, llabasedi unaoriginale esegesicientificdaelNuovoTestamentiol , ruolo e la funzione delladonnanelmovimenctoristianporimitivoa,ldi là delledeformaziopnai triarcaslui bitenelcorsodeisecoliU. n librochecostituisclaebasediogndi ibattitodiernsoulruolo delladonnanellachiesa. DIETRICBHONHOEFFER UNAPASTORALEVANGELICA acuradi ErmannGo enre Introduziondei E.Bethge pp.120,L. 14.000 UnostudiotenutoalSeminaricolandestindoi Finkelwalde peri pastordi ella«chiesaconfessantnee• l1935t,radotto perlaprimavoltain italianoU. naguidapreziosalu, cidae fecondap,ertutticolorochesonoimpegnantei lla•curad'anime,nellachiesadi oggi. GERDTHEISSEN L'OMBRADELGALILEO Romanzsotorico pp.272,L.32.000 L'autoren,otodocentediNuovoTestamenatoHeidelberg, rendeaccessibaillipubblicoc,onunafeliceinvenzionearrativai,risultatpi iùrecentdi ellaricercastorico-sociologica suGesùeil suomovimentLo'.intreccidoelracconto èfittiziomail quadrostorico-sociale è realee permettdei ricostruirei fattistoricia partiredallamentalitdà'ungiovane ebreocontemporandeioGesùe immersnoell'ambiente socialee religiosdoelgiudaismdoell'epocaU.nsuccessionternazionalper,emiatodai•libraiceligiosfi,rar.cesi. G.BOF,A.GALLASB, .GHERARDINWI.,KRECK, M.C.LAURENZAI.,MODAP, .RICCAB,.eS.ROSTAGNO BARTHCONTEMPORANEO acuradi SergioRostagno pp.256,Lire35.000 Chiaprequestolibronon è obbligataosaperetuttodiBarth ma,seloleggei,mparermàoltoL.aprimapartedel ibroverte sulBarthdella Dogmatica, einparticolasreulladottrindaella eleziondeivinal,asecondsaulBarthecumeniceolaterza sulBarthpoliticoe pastore. PAOLONASO COMEPIETREVIVENTI.. Immagineitestimoniandzeicristianpialestinesi pp.96,L.8.500(Dossie2r5) L'«lntifadap•alestinessecoprel'efficacidaelmetodononviolento. Èl'occasiontaentoattesaperlapacep: erchéIsraelenonrispondeI?l ruolodellechiesecristianiensenoal popolopalestinesUe.n'inchiesstaeriaedequilibratafo,ndata suunaconoscenzdairettac,hemiraacapirepiùcheaproporresoluzioni. ROLFRENDTORFF INTRODUZIONE ALL'ANTICTOESTAMENTO Storiav,itasocialeletteratudra'Israele in epocbaiblica acuradi DanieleGarrone pp,416,L.42,000 I risultadtiellaricercasustoriaB, ibbiaesocieteàbraicaU. na guidaindispensabpilerchidesideirni iziareunaletturacriticadellA' .T.,situandgoliscrittdi ellaletteratureabraicanticanellavitasocialen, ellastoriae nelpensieroreligioso ebraicodeltempo. claudiii'na ViaPrincipeTommaso.1, • 10125Torino c.c.p.2078010•2lei. 011/68.98.0•4FAX_65.75.42

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==