Linea d'ombra - anno VIII - n. 54 - novembre 1990

SAGGI/BAGLIETTO Come ogni uomo, anch'io ho un solò dovere, quello di cercare di chiarirmi le idee e di agire senza, transigere : con/ orme a quelle che mi sembrano migliori: e le due cose sono una cosa sola. possibile (e, almeno a me, riesce molto di.fficile) di dirla come un fatto, a titolo di informazione sulle mie opiniorù e come naturale spiegazione del perché mi pare di aver il dovere di agire a un dato modo. Se no, mi pare di aver veduto per troppo lunga esperienza che si ricasq troppo facilmente (e con tutti questi propositi, io ci ricasco sempre) nell'atteggiamento che immaginosamente diciamo politico, cioè di affermazione della propria individualità per se stessa: si fa peggio degli altri, ma con l'idea ferma di essere moralmente'migliori, e di essere senz'altro dalla parte di Dio. Che è la situazione religiosamente più mostruosa in cui possa essere un uomo, ed è di per sé giustamente antipatica a tutti, e chi l'assuma in quanto tale è fuggito giustamente da tutti come pestilenziale. Lettera alla madre, Maria Castello, Basilea, 10 settembre 1932 Carissima mamma, son·contento che venga il tuo onomastico a darmi l'occasione di scrivere proprio a te, come non faccio più da troppo tempo: e spero che questa volta anche tu mi risponderai. Io veramente non comprendo o non posso rassegnarmi a comprendere da che cosa dipenda il tuo assoluto silenzio con me da più di un anno: ho pensato infine che ora che il babbo è a casa scriverà forse sempre lui anche agli altri: Se no il tuo silenzio non potrebbe significare se non che tu fossi adirata o avessi un ripicco conme, ma questo mi pare che sarebbe giustificato soltanto se io avessi agito per un capriccio o per poco affetto verso di voi, e invece mi pare di aver mostrato ormai che io son rimasto qui perché amio parere lo dovevo fare, e che questo è costato anche a me tanto dispiacere quanto nessun'altra cosa. Ancora più strano mi pare quello che il babbo ha detto nella sua ultima, che io me ne sarei andato perché voi non mi poteste più dire rùente e così io potessi fare quello che volevo: mentre anche se fossi tornato in Italia sarei stato lontano da casa quanto a essere qui, se non di più, e non so perché non avrei dovuto poter fare ugualmente quello che io pensassi di dover fare... Soprattutto ti prego di non lasciarti trasportare aparole esagerate, che io sono la vostra rovina o simili: capisco che un'espressione così viene dal sentimento alla prima, ma sarà meglio se.non viene affatto. No cara mamma, se invece di farmi studiare mi aveste data la zappa in mano sarebbe peggio per me e peggio anche per voi, e queste cose mi pare strano che ti possano anche solo passar per la testa. Su questo non c'è da ritornare neppure in fantasia: quello che avete fatto avete fatto bene a farlo, e se ci sono stati degli inconveniel)ti e dei malintesi tra di noi questo forse era inevitabile, specialmente con me che già da ragazzo vivevo in parte. grazie a voi in un altro mondo. Ora dobbiamo semplicemente pensare a togliere quei malintesi che ancora ci sono, e io sono sicuro che questo lo potremo fare_anche abbastanza presto, e che tra pochi anrù voi sarete tranquilli e contenti su di me anche più di prima, e vedrete che se io ho fatto degli sbagli per certi salti troppo improvvisi che ho fatto lasciandomi trasportare troppo dal sentimento, e se non ho avuto in generale e sempre molto· senso pratico, in complesso ho fatto però bene, e ci avrete guadagnato anche voi,.in quanto avrete un figlio che vale molto di più di quegli altri, che voi vi vedete d'attorno e che vi sembrano addirittura invidiabili. Perché alla fin dei conti non bisogna poi essere tanto sentimentali, e bisogna ricordarsi éhe per fare qualche cosa sul serio bisogna sempre soffrire qualche poco. Basta per questa volta. Io cara mamma non so che cosa potrei fare per renderti la vita più felice. Ti posso dire seni.a mentire che son sicuro che farei di tutto, salvo quello che mi paresse assolutamente un~ vigliaccheria, perché questo proprio non mi pare che sia era fare neppure per gli altri, come non è da fare per se stessi. Ti auguro intanto di tutto cuore.una giornata felice di più in occasione del tuo onomastico, e quando· un dispiacere ti minaccia ti auguro che tu sappia dargli deJL'aria. Ma poi ti prego di scrivermi qualche volta, almeno un paio di righe, pensa che questo mi farà non poco piacere. . Ancora una volta, stai bene e allegra, e voglimi sempre bene. Tanti baci a Emilio, al babbo e a te. dal tuo aff.mo Claudio Da una lettera ad Armando Carlini, Basilea, 5 dicembre 1932: Non Le scrivo dunque ora per esporle le ragiorù positive per cui credo di dover fare quello che faccio, perché per questo mi pare che non importi tanto il tempo quanto la compiutezza. e qualche settimana prima o dopo sarà lo stesso: ma per precisarle almeno il genere di ragioni per cui lo faccio, e per togliere di mezzo se è possibile gli. equivoci che credo potranno più facilmente naseere o esser nati al proposito. Era troppo naturale che lamia risoluzione La sorprendesse molto; e la sorpresa Sua è tanto più giustificata in quanto che, come dicevo sopra, io Le avevo parlato sinora per ragiorù ovvie assai poco del corso che le mie idee hanno preso, specialmente da un anno in qua, riguardo ai problemi morali e religiosi. Però con tutto questo non prevedevo certo neppur io le conseguenze a cui esse mi hanno portato, e sono stato io il primo a meravigliarmene, e a esserne in principio anche un po' sgomento. Ma questo naturalmente non vuol dire se no_nche anche io ho l'anima un po' piccolina: e a ogni modo questo non toglie che io non ne sia ora molto contento. Quello che potrebbe un poco dispiacermi sarà che qualcuno possa dubitare della mia buona fede, ma qui io ho naturalmente poco da far.e.Quelli che mi conoscono, cioè prima di tutti i tre o quattro' amici, anche se dissenzienti non ne·hanno dubitato affatto: gli altri se ne persuaderanno a poco a poco. Sarebbe inutile che me ne preoccupassi, perché i più bei discorsi di questo mondo non mi aiuterebbero molto a provare una cosa come questa. Ma di fatto è una cosa che mi preoccupa .poco, perché verrà da sé. Restare all'estero, fuori d'Italia, via da casa, violazione del codice, anqare in prigione, tutte queste pMole grosse hanno la risonanza delle cose fuori dell'ordine e un· suono sospetto. Ma il "restare all'estero" è quello che colpisce di più nel mio caso, anche se idealmente ha poca importanza. Ed è naturale che a questa rappresentazione, si sarebbe detto molti anni fa, tendano ad associarsi unpo' in tutti, tanto più quanto meno mi conosceranno, le rappresentaziorù che le si associano di solito. E chi meno mi conosce penserà senz'altro ai "fuorusciti". Perciò mi preme intanto di sottolineare che le ragioni della mia decisione, giusta o sbagliata che essa sia, sono tutte di carattere religioso, e che non c'entrano affatto motivi di ordine politico nel senso comune della parola cioè non c'entra affatto il fascismo o l'antifascismo. Mi interessa dichiararlo naturalmente non perché mi senta legato in nessun modo al fascismo in quanto ordine di idee, ma perché sono legato alle idee religiose, e ad ogni modo alla verità. La mia azione sarà l'opposto di quello che viene di solito posto come ideale del fascismo, ma non credo che si possa neppure mettere a fuoco contrapponendola a esso. E probabilmente il presente stato politico dell'Italia mi farà rimpiangere un po' meno di non esserci, ma non sarebbe stato certo per me né sentimentalmente né in altro modo una ragione sufficiente per non tornarci, e poi ad ogni modo avrei potuto andarmer.e dopo, ritornando intanto a fare il servizio militare; facendo quello che sarebbe stato il mio dovere di cittadino e mantenendo l'impegno a tornare che implicitamente avevo preso uscendo. Forse se fosse stato per ragiorù politiche io nella mia situazione non avrei avuto neppure moralmente il diritto o il dovere di mancare ali' impegno preso.Ma non mi sono neppure posto il problema;. perché il mio caso non ha a che vedere con questo. . . Quello che io penso non si possa ammettere è il servizio militare, dato quello che esso implica, come ho già accennato nella prima lettera, nella forma presente. Per lo meno, il servizio militare obbligatorio. E quindi io in ltalia non tornerei qualunque regime ci fosse, anche liberale o di sinistra quanto si può pensare, quandq cì fosse il servizio militare obbligatorio. E così non tornerei in patria, essendone fuori, se fossi cittadino francese, o svizzero, o belga, e di quasi tutti gli stati del mondo. La ammissibilità e la utilità pratica.di agire in tal modo saranno da vedere a parte, ma così di fatto penso. Io sono così lontano dal pensare a un 'attività politica nel senso comune della parola, cioè a una lotta che è quasi sempre violenza e a ogni modo lotta e antipatia contro determinate persone e gruppi di uomini, che penso invece che la cosiddetta "azione" di questo genere sia affatto inammissibile,_eche non sia ammissibile altra 83

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