Linea d'ombra - anno VIII - n. 54 - novembre 1990

.. LEffERE DALL'ESILIO Claudio Baglietto . a cura di Claudio Varese In questo rinnovato interesse per la persona e l'opera di Aldo Capitini - come dimostrano, fra l'altro, I' autobiografia pubblicata in "Linea d'ombra" nel dicembre 1989 e il saggio di Pietro Polito, apparso in "Belfagor" del luglio 1990 - credo necessario ricordare la figura di Claudio Baglietto che, in modo autonomo e distinto, rivestì "un 'importanza enorme" nella "formazione di Capitini". "È nella discussione col giovane amico - scrive Polito-- che Capitini matura la concezione di . un antifascismo religioso.inscindibile dalla non violenza". Nato a Varazze nel 1908, . allievo della Scuola Normale Superiore e studente· dell'Università di Pisa, Baglietto si è Claudio Bogliett~(1908/ 1940). laureato nel 1929 con una tesi in letteratura italiana, discussa con Attilio Momigliano, e l'anno seguente, in filosofia, relatore Armando Carlini, su Heidegger. In Il problema della lingua nella storia del pensiero e della cultura del Manzoni sino al 1836, pubblicato come volume autonomo nel 1956 per le edizioni della. Scuola Normale, "l'introspezione minut_anelle radici stesse del pensiero manzoniano-avverte Trista- .no Bolelli nella presentazione-, l'analisi del formarsi di un atteggiamento che di solito era tenuto separato dalla più vera essenza dello scrittore" propone e dimostra una nuova interpretazionè del problema della lingua manzoniana ancora oggi valida e presente. Nell 'ampia indagine su Heidegger, allora quasi sconosciÙto in Italia e non. ancora tradotto, il giovanissimo studioso affrontava e discuteva quel pensiero filosofiç;o in rapporto con la cultura moderna e contemporanea da Kant, Dilthey sino a Hussler e Kirkegaard. Di questo lavoro è stata finora pubblicata soltanto una parte sotto il titolo Laformazione del pensiero di M. Heidegger nei suoi scrf.tti giovanili 11egli "Annali della Scuola Normale di Pisa" del 1957. La collaborazione con Capitini ebbe inizio nel 1931 e continuò per corrispondenza dall'anno seguente quando Baglietto, recatosi a Friburgo in Germania con una borsa di studio, prese la difficile e . sofferta decisione di non tornare in Italia per non sottostàre ali 'obbligo del servizio militare. Passato in Svizzera, a Basilea, dove viveva di lezioni private in strettezze e con disagio, riuscì a continuare i suoi studi di filosofia, letteratura, politica ed economia. Collaborò a "Giustizia e Libertà" di Parigi e partecipò alla "Jung Europa" e alla "Lega dei diritti dell'uomo". . Morì a Basilea nel 1940 quando ancora s'intravedeva una possibilità vicina di ritorno in quell'Italia dalla quale non si erii voluto allontanare troppo. Nella mia lunga consuetudine di ricerca manzoniana non ho mai dim,enticato il saggio dell'amico morto "in esilio per un suo ideale di libertà e di-non violenza"; ho ritenuto giusto e necessario dedicargli nel 1975 il mio libro L'originale e il ritratto, Manzoni secondo . Manzoni. Oltre alla tesi di laurea su Heidegger, che ·può ancora · interessare gli studiosi di filosofia, e al saggio // cammino della filosofia tedesca dell'Ottocento pubblicato neg 1i" Annali della Scuola Normale di Pisa" nel _1950,restano nèlla Fondazione Capitini di Perugia opere e abbozzi di politica, economia, filosofia e letteratura che potrebbero venire studiati e pubblicati. (C. \/.) 82 Da una lettera a Claudio Varese, Friburgo, 1° novembre 1932 Ma che il cammino della storia vada in un senso o nell'altro, questo interessa poco: l'importante è vedere qui come deve andare. E quello che per me è certo è che quanto più una religione nasce da una filosofia e non da una mitologia, tanto più il rispetto alla vita anche degli animali apparirà importante. Esempio sono già molti secoli fa numerose forme di religione nell'India, che avevano appunto molto più che quelle contemporanee del bacino del Mediterraneo questo carattere, di nascere da una filosofia. Ma allo stesso punto giunge da sé anche un sentimento religioso vivo: esempio molto dei primi cristiani, e San Francesco, che se non fosse stato inceppato dalla dogmatica tradizionale e dal comando di Gesù Cristo di mangiare quello che vien posto davanti, si può pensare che sarebbe giunto molto vicino a non uccidere più nessun animale e a predi'carlo. Caso molto significativo, questo del migliore rappresentante della religione occidentale dei tempi nuovi, che giunge per la logica insita nel sentimento religioso più puro a questi atteggiamenti, al di fuori o contro alla mentalità della religione ufficiale, che di fatto non li ha, credo, ·affatto raccolti. E San Francesco arrivava insieme, come Socrate, portato dalla profondità. del suo senso religioso, ali' eliminazione di certe·cònseguenze dell'antropomorfismo e dell'idolatria, come l'arnmiraiione dei cosiddetti grand'Uomini ... Ognuno deve andare per la.sua via, fare quello che, dopo avervi ben pensato, gli pare giusto, e poi quello che ne verrà sarà sempre bene. Nessuno ha ìl dovere di arrivare a persuadere altri delfe sue idee. Si starebbe freschi! Quindi può esser per me di importanza molto limitata e particolare quello che idee da me accettate possono produrre in altri. In senso a%oluto anzi, io non ho da occuparmi affatto di ciò. Come ogni uomo, anch'io ho un solo dovere, quello di cercare di chiarirmi le idee (quello che si dice cercare la verità) e di agire senza transigere conforme a quelle che mi sembrano migliori: e le due cose (e questo è. moltò importante) sono·una cosa sola. Questa è poi per ogni uomo anche l'unica v.iaper la felicità, intesa nel senso vero della parola: e satà tutta mia fortuna e vantaggio mio, non di altri, se io. lo farò. Gli altri sono naturalmente per me una sola cosa con me. Questo dunque io cerco di fare, e certo ogni cosa che mi possa dire anche uno di quelli che comunemente parlando si dicessero dissenzienti da me, mi può essere molto utile, se io cercherò di capirla. Ma bada bene che lo stesso è il caso tuo e il caso di ognuno. Se la religione, come ogni altra idea, fosse vera, . cioè ricca di possibilità universali, sarà tutto vantaggio tuo il capirla (che è lo stesso che praticarla, cioè viverla): sarà tanto di chiarezza e di forza, e quindi di gioia (di quella gioia che è pienezza spirituale, e che è l'essenza stessa dello spiritò come "creatività") che verrà a te. A me, né ad alcun altro, non solo non me neentrain tascaniente("in tasca"in tutti i s·ensi),ma nel caso tuo come di molti altri il vostro atteggiamento può forse contare anche assai poco quanto al farmene comprendere la verità, cioè la possibilità universali... La religione è la lirica della buona fede e della buona volontà. La distinzione di spirito e realtà (o storia), .inquanto comprensione che si tratta di due categorie diverse, e che quindi non possono mai coincidere e.. capirsi, certo è il primo passo per uscire dal qui pro quo fondamentale della mentalità "idealistica" più volgare. Da una lettera ad Aldo Capitini, Basilea, 19 novembre 1932: E in generale, come sai, mi pare che noi corriamo sempre troppo il pericolo di pensare a un 'attività sugli altri .invece che in.noi stessi, e che quindi valga la pena di badare quanto è possibile a non pe)lsare mai nessuna idea come una verità di cui si debba cercar di persuadere gli altri; che è sempre, in quanto tale, una posizione falsa. lo per ora non riesco a risolvere psicologicamente la cosa se non a questo modo: che naturalmente dirò sempre a quelli che me lo chiedono, o a cui so che interessa, quello che penso; anzi non ho forse mai sentito così forte come ora il valore dell'amicizia e della comunità con tutte le persone a cui si è naturalmente legati da affetto. Ma cercherò sempre quanto più mi sarà

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