SAGGI/BHARGAVA E c·HAKRABARTI tutta la ricerca e le attività di sviluppo e che nessun paese tecnologicamenteavanzato al mondo ha potuto raggiungerequel livello senza prima fare degli investimenti nella ricerca fondamentale. · Noi ci siamo limitati a spenderechiacchiere sullosviluppodel carattere scientificonel paese, benché oggi la nostracostituzione lo consideri uno dei doveri del cittadino. Non abbiamocapito che il nostro incoraggiare nello stesso tempo attività di ricerca scientifica e altre attività che non hanno alcuna base scientificae sono di fatto antiscientifiche porta a una dicotomia in cui la ricerca scientificasoffre,mentre le credenzeirrazionali e ascientifiche,le superstizioni, i dogmi religiosi e l'oscurantismo fioriscono. Ci siamopreoccupati più delleminuzie che dellaprofessiona~ lità, e abbiamo posto l'enfasi più sulle promesse che sulle realizzazioni.Nellanostra ossessioneper le soluzioni ad.hoc che danno vantaggi politici, non abbiamo cercato di capire quali problemi dovevanoessere risolti per primi, allo scopo di liberare il terreno per la soluzionedegli altri problemiche venivanodopo. (Secondo gli autori, i tre problemi in testa alla classifica in India sono la scuola, e la sua democratizzazione e universalizzazione, l'acqua e l'energia; e crediamo che se questi tre problemi non verranno -risolti, nessuno degli altri, compreso il controllo delle nascite, potrà essere risolto.) Molto peggio, per la mancata soluzione dei ~ IlGiornaledellaMu·sica Ogni mesele notizie che non leggete altrove. .E le idee che contano Interviste, Libri, Programmi, Leggi, Pop, Spettacoli, Corsi, Concorsi, Dischi, Polemiche, Dànza, Jazz, Economia, Radio e Tv, Hi-Fi, Computer Tutti i mesi in edicola e nei negozi musicali. A chi si abbona entro il 15 dicembre '90 in omaggio la wrfting light de "Il Giornale della Musica" Un numero: Italia Lire 5.000, estero Lire 8.500 Abbonamento (11 numeri): Italia Lire 50.000, estero Lire 85.000 (ccp 24809105, assegno non trasferibile; CartaSì, Visa, Mastercard) EDT srl, Via Alfieri 19, 10121 Torino -Te!. (011) 511496 - Fax (Oli) 545296 52 no~triproblemi di fondo, come il cibo, l'abitazione, la salute, la scuola, il lavoro, la giustizia sociale e la povertà, coloro che si occupanodei nostri affari a vari livelli, come del resto gran parte dell'opinione pubblica, hanno dato la colpa alla scienza e agli scienziati,quando di fattogli elementi scientificiper la soluzione erano già presenti e ciò che mancava era la volontà socioeconomico-politica. Abbiamo così usato la scienza come capro espiatorioper i nostri fallimenti in a\tri campi; ci siamo aspettati dei miracoli che la scienza non può fare. D'altra parte, non abbiamo saputo vedere i nostri successi scientifici e tecnologici, o nonabbiamodato loro il credito che meritavano,menche meno li abbiamo consolidati e-vi abbiamo costruito sopra. Poiché il privilegio dell'istruzione superiore è in larga misura ereditario e limitato a meno òel 5 per cento della popolazione complessiva, i nove decimi del nostro patrimonio genetico restano inutilizzati, e senza dubbio racchiudono molta creatività scientifica. La nostra manodopera scientifica e tecnologica, di circa 2 milioni di persone, esce da una base di non più di 3Q milioni,poiché il resto della popolazione è esclusa dall'istruzione. In quale altro paese una persona su 1Oo 15,uomoo donna, ha una laurea scientifica? Molte di queste lauree, però, non sono davveromeritate. Poiché la laurea rappresenta unpassaporto per ottenere i posti di lavoro, compresi quelli scientificie tecnologici, sia in università che nei labòratori di ricerca, la mediocrità è favorita. Secondo le nostre stime, non più del 5 per cento delle persone che ricevono il loro Ph.D. in scienze avrebbero dovuto ottenere la laurea. E se si comincia con una persona di secondo livello, ben presto questa preparerà due persone di terzo livello, e ciascunodi loro, ugualmente in fretta, preparerà due persone di quarto. Questa legge esponenziale di decadimento è stata la regola delle nostre istituzioni scientifiche. Non abbiamo capito cheper dar vita a scuole di altaqualità, dobbiamo cominciarecon personedi alto livello, checol tempo, lentamentema sicuramente, preparerannoaltre persone di alto livello, e così via. Raramente abbiamopermesso che queste scuole nascessero e si rafforzassero. Prospettive Con tuttociò, nonv'è dubbioche la situazionelasci spazioalla speranzae alle promesse.La società indiana è invibrazione,e tale vibrazione è contagiosa; è solo questione di tempo prima che anche la scienza ne venga toccata. Con la forte base scientifica e tecnologica che il paese ha creato negli ullimi quarant'anni dall'indipendenza in poi, unita alla sfida del tempo, all'esistenza della mentalità indiana e all'ambivalenza nei confronti sia della tradizione che della modernità - che per una volta potrebbe rivelarsi un vantaggio-, il futuro della scienza indiana sembra luminoso.Inrealtà, sarà luminoso'finchépotremo usarecomputer sofisticati senza dimenticare l'aritrn'etica mentale praticata nel mercatinodi paese dal fruttivendolo analfabeta che sa dirvi con esattezza quanto gli dovete anche se avete comperato varie frazionidi chilo di vari prodotti--:--e sa farlo per parecchi clienti contemporaneamente. Da "Daedalus", autunno 1989, vol. 118, n. 4. Copyright Daedalus 1989.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==