Linea d'ombra - anno VIII - n. 54 - novembre 1990

SAGGI/BHARGAVA E CHAKRABARTI internazionale, le ditte indiane abbiano vinto importanti gare d'appalto per lavori tecnologici sofisticati in aree come i trasporti e la produzione energetica. Tutto questo, però, non è avvenuto senza che dovessimo · lottare contro forze interne ed esterne al paese, contrarie in realtà, se non in apparenza, alla nostra politica di autonomia. Questa opposizione è stata rivestita di nomi come privatizzazione, libera concorrenza, costi reali dei prodotti importati e qualità, e in qualche caso abbiamo abboccato all'amo. La qualità della scienza indiana · Per stahilire esattamente il punto a cui ci troviamo oggi nel campo della scienza rispetto agli altri paesi del mondo o rispetto a dove eravamo, per esempio, quando raggiungemmo l'indipen- · denza, dobbiamo tener presenti due cose: (a) che siamo il secondo paese più popoloso del mondo e che perciò, se fossimo uguali a tutti gli altri, il nostro contributo sia qualitativo che quantitativo dovrebbe andare di conseguenza; e (b) che la nostra popolazione, dall'indipendenza in poi, è raddoppiata e che perciò un semplice raddoppio, per esempio, del denaro disponibile per la ricerca . scientifica, q del numero di università, o del numero di persone impegnate nella ricerca e nelle attività di sviluppo, non significherebbe un progresso. Comè si scopre analizzando le statistiche, dall'indipendenza in qua abbiamo fatto cose assolutamente eccezionali. Oggi l'India è la tel"Zflpotenza scientifica del mondo sul piano umano, .cioè considerando il numero di persone con una laurea in campo scientifico, comprendendo la medicina, l'ingegneria e l'agricoltura. Abbiamo più di due milioni di scienziati esperti. So1ogli Usa e l'Urss ne hanno di più. Uno dei criteri per misurare quantitativamente i risultati della ricerca scientifica è quello di contace il numero di articoli pubblicati su riviste.specializzate serie. Gli articoli scientifici pubblicati annualmente dagli scienziati che lavorano in India su circa 6500 riviste e catalogati dal Current Contents (crediamo che per essere inclusa nel Current Contènts una rivista debba avere un minimo di serietà) pongono il nostro paese fra i primi dieci del mondo. Probabilmente ia,India si pubblicano più articoli di questo tipo che in tutti gli altri paesi in via di sviluppo, Cina compresa, messi insieme. Per dimostrare la qualità della ricerca scientifica, si può considerare l'importanza che ha a livello mondiale il lavoro scientifico svolto nel paese oppure l'importanza che hanno· le scoperte scientifiche fatte pedo sviluppo tecnologico. Nel primo caso;possiamo capire in che misura abbiamo svolto un ruolo di avanguardia e prodotto nuove idee che sono state in seguito prese dagli altri scienziati del mondo; nel secondo, possiamo determinare in che misura la ricerca scientifica condotta nel paese ha portato a sviluppi che portano dei benefici materiali all'umanità. ·Un modo per giudicare l'importanza del lavoro svolto dagli scienziati indiani è notare i riconoscimenti ottenuti dai ricercatori indiani presso la comunità scientifica internazionale. Per determinare l'importanza del lavoro di ricerca in campo tecnologico possiamo prendere in esame i nuovi procedimenti e i nuovi materiali sviluppati nel paese, che sono stati in seguito largamente usati e hanno portato il paese stesso all'autonomia. Per valutare i riconoscimenti tributati agli scienziati indiani 50 dalla comunità scientifica internazionale si potrebbe considerare per esempio il numero ~i scienziati indiani eletti in prestigiose accademie professionali straniere, come la Royal Society britannica, la National Aèademy ofSciences degli Stati Uniti e l'Accademia dell'Unione sovietica. Fino a oggi, 29 indiani sono entrati a farp~ della Royal Society: 10 tra il 1841 e il 1947, 19 dopo . il 1947. E par.cechi scienziati indiani che lavorano in India sono stati nominati a far parte delle accademie sopra citate. Il contributopegli scienziati eletti ha coperto un ampio spettr:odi discipline: fisica, chimica, biologia, matematica e medicina. Anche in campo astrofisico l'India ha prodotto diversi scienziati di livello mondiale dopo l'indipendenza. C'è perfino una cometa che porta il nome di uno di loro: Vainu Bappu. Nell'elaborazione delle nuove metodologie, prodotti e materiali, l'India purtroppo ha dato un contributo originale rriolto limitato. Poche metodologie, pochi prodotti e pochi materiali indiani frutto della ricerca scientifica svolta nel paese sono oggi impiegati all'estero. Un'eccezione è rappresentata dal sistema di trasmissione Suri, inventata da M. M. Suri. In conclusione. perciò, benché abbia oggi una complessa infrastruttura scientifica- una forza-lavoro scientifica e tecnologica tra le maggiori del mondo e la più alta produzione industriale tra i paesi in via di sviluppo- il nostro paese ha un grande bisogno di migliorare. L'India ha quasi 700milionidiabitanti. Sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo, però, a prescindere dall'unità di misura che scegliamo, il contrib1c1toailo sviluppo scientifico e tecnologico di paesi grandi un centesimo dell'India è stato maggiore del suo. Siamo fra i primi dieci paesi del mondo per la produzione di articoli scientifici da parte di persone che lavorano ali' interno del paese, ma se consideriamo la loro qualità, cadiamo subito molto più in basso. Abbiamo il dubbio onore di essere il più sviluppato tra i paesi in via di sviluppo, ma il più sottosviluppato tra quelli sviluppati. Il mondo attuale vive sulla base di materiali che erano sconosciuti .nel secolo scorso; molti di essi erano ignoti addirittura prima della seconda guerra mondiale. Nessuno di essi è stato scoperto in India. Siamo il terzo paese al mondo per la manodopera impiegata in campo scientifico, ma possiamo contare sulla punta delle dita le nostre istituzioni per la ricerca scientifica di livello veramente mondiale. Il loro numero non rappresenterebbe neppure l' 1 per cento del totale mondiale, benché abbiamo quasi il 20 per cento della popolazione del mondo. · Dove abbiamo sbagliato? Per prima cosa e innanzitutto, a causa della nostra preoccupazione per la quantità abbiamo sacrificato la qualità; che ne s_ia rimasta un po' mostra soltanto la profondità con cui è radicata nel paese la tradizione accademica. In.vecedi nutrire il seme dell 'eccellenza e di farlo diventare un albero, dall'indipendenza in poi l'abbiamo lasciato avvizzire. Non.abbiamo fatto niente per sviluppare l'eccellenza, abbiamo fatto poco per contenere la mediocrità e non abbiamo neppure lasciato che ciò che nasceva spontaneamente potesse fiorire. La mediocrità perpetua la mediocrità, esattamente come l'eccellenza nutre l'eccellenza. Non abbiamo saputo riconoscere che l'attività scientifica rappresenta un intero spettro- dall'insegnamento scolastico in cui la ricerca è minima alla produzione industrialè, alle attività di

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