Linea d'ombra - anno VIII - n. 54 - novembre 1990

SAGGI/BHARGAVA E C'-AKRABARTI Il desiderio di apprendere portò alla nascita di filosofie come quella di Buddha e ai progressi in matematica, astronomia, .medicina, chimica e metallurgia nell'india antica e metf,ievale. loro creazione era possibile soprattutto sotto l'egida degli isli tuti di .ricerca nazionali autonomi. Si cominciò a sentire sempre più çtcutamente il bisogno di persone che potessero dedicarsi a tempo pieno al lavoro di ricerca scientifica; in una università, c'è un'altra priorità da rispettarequella dell'insegnamento. Inoltre, il sistema universitario era diviso in dipartimenti. Man mano che la scienza progrediva, il bisogno di un approccio interdisciplinare cresceva con grande rapidità. Si trovò molto più facile soddisfare questo bisogno atlraverso la creazione di istituzioni a ciò finalizzale, pi utlosto che cercare di adattarvi il sistema universitario. Per queste ragioni, i governi di tutlo il mondo cominciarono a dar vita a istituti di ricerca per affiancare il lavoro delle università. L'India diede vita alle seguenti istituzioni: ilConsiglio Indiano per la Ricerca Agricola nel 1929, il Consiglio per la Ricerca Scienlifica e Industriale nel 1942, il Dipartimento di Energia Atomica nel 1948, il Consiglio Indiano per le Ricerche Mediche nel 1949, l'Organizzazione della Difesa per la Ricerca e lo Sviluppo nel 1958, il Dipartimento di'Elettronica nel 1970, il Dipartimento Spaziale nel 1972, il Dipartimento per la Scienza e la Tecnologia nel 1976, il Dipartimento per l'Ambiente nel 1980, il Dipartimento per lo Sviluppo Oceanico nel 1981, il Dipartimento per le Fonti di Energia Non-Convenzionali nel 1982 é il Dipartimento di Bio-tecnologia nel 1986. Fotodi Madçmieel Singh. Dall'indipendenza all'autonomia La crescita scientifica e tecnologica dell'India, dall'indipendenza a oggi, è stata notevole. Nessun altro paese in via di sviluppo ha dimostrato una dedizione alla scienza e alla tecnologia paragonabile a quella dell'India. Nel 1958, quando Nehru era primo ministro, il nostro Parlamento approvò la Risoluzione per la Politica Scientifica, in cui si afferma: Dal!' inizio del secolo la scienza si è sviluppata a un ritmo • coritinuamente crescente, sì che la distanza fra i paesi sviluppati e quelli arretrati è diventata sempre più grande. Solo adottando le misure p'iù energiche e impegnandoci con le nostre energie migliori per l'avanzamento scientifico possiamo ridurre questa distanza. È dovere di un grande paese come l'India, con le sue tradizioni di studio e di pensiero e la sua grande eredità culturale, partecipare pienamente al cammino della scienza, che probabilmente rappresenta la più grande impresa umana del nostro tempo. E nel 1983, quando era primo ministro Indira Gandhi, la Dichiarazione per la Politica Tecnologica fu varata dal governo per indicare la strategia che mirava a portare il paese all' indipendenza sul piano tecnologico. In effetti, per quanto riguarda l'autonomia, nessun paese in via di sviluppo ha fatto tanto, in un periodo di tempo così breve, quanto l'India dall'indipendenza in poi. Forse non c'è nessun altro paese al mondo, compresi quelli sviluppati, in grado di reggere il confronto con l'India da questo punto di vista. Prima del 1947, ·l'India non produceva praticamente nessun prodotto finito. Importavamo perfino gli aghi, le mollette, i chiodi, gli spilli, per non parlare della carta, dei piatti e delle posate, dei vestiti (fatti di cotone indiano trasformato· in vestiti dagli stabilimenti inglesi del Lancashire), delle biciclette e delle radio. Oggi l'India è l'unico paese al mondo che produce tutti i beni di consumo che si acquistano sul mercato legale. La varietà e la qualità di questi beni è comparabile a quella ottenuta nel resto del mondo. Raramente siamo indietro di qùalche anno nel mercato dei nuovi materiali e dei nuovi prodotti. I passi necessari alla produzione o all'assemblaggio del prodotto finale non sempre si svolgono in India, ma in molti casi sì. E in ogni caso, almeno una fase - quella finale - è fatta all'interno del paèse. Così oggi produciamo automobili, frigoriferi, radio, televisori, telefoni, computer e calcolatori, macchinari pesanti, materiale elettrico ed elettronico, tessuti, orologi, locomotori, aeroplani, medicinali e prodotti farmaceutici, cosmetici, chimici, strumentazioni, acciaio, leghe speciali e fertilizzanti - una grande gamma di oggetti di uso quotidiano accanto a prodotti altamente sofisticati e di alta tecnologia. Mentre nel 1947 l'India non esportava alcun prodotto finito, oggi esporta più di ISO tipi diversi di prodotti fiQiti,compresi alcuni altàmente sofisticati. In alcuni campi della scienza e della tecnologia che 30 anni fa non esistevano nemmeno, come il software per computer, le capacità dell'India sono paragonabili a quelle di qualunque altro paese del mondo. Oggi abbiamo la competenza di fare lavori tremendamente complessi all'interno del paese, con materiali e know-how completamente indigeni. Sappiamo costruire ponti e acciaierie, mettere in f)iedi raffinerie per lavorare il petrolio greggio. Non deve sorprendere il fatto che malgrado l'alta competitività del mercato 49

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