L'INDIA, GLI INDIANI E LA SCIENZA I ' Pushpa M. Bhargava e Chandana Chakrabarti traduzionedi AlbertoCristo/ori Per comprendere le ramificazioni della scienza indiana, bisognerebbe. osservarla sullo sfond9 di ciò che caratterizza l'India attuale e in rapporto alla psicologia indiana.L'unica affermazione vera a proposito dell'India, probabilment~, è che a proposito dell'India non esistono affermazioni vere o false. Paese di immensi contrasti e varietà, l'India sfida le classificazioni. È un paese in cui l'idea di "media"èun mito,edovenonc'è unifonnità, non c'è standard. Non esiste nulla per cui valga un'unica regola. Nemmeno il formato della carta usata nei vari uffici è uniforme. In quale altro posto si trova gente che guida indifferentemente sulla destra, sull~ sinistra e in mezzo alla strada? Ciò che rende diversa l'India Abbiamo leggi contro il matrimonio fra bambini e contro la dote, abbiamo im numero notevole di donne di grande successo praticamente in tutte le professioni - politica, legge, medicina, affari, burocrazia, scienza. Eppure l'infanticidio delle figlie è ancora praticato in alcune comunità del nostro paese, e altre non si fanno scrupolo di bruciare una sposa perché non ha portato una dote sufficiente. Ritualmente, sposiamo la pulizia, ma ignoriamo le leggi basilari dell'igiene e non esitiamo a fare un bagno nell 'acqqa più sporca, o a berla. In quale· metropoli del mondo che non sia Calcutta si trova una metropolitana pulita quanto il resto della città è sporco? In India vi sono alcune delle persone più riccpe del ·mondo, insieme a un grande numero delle più povere. È innanzitutto un paese agricolo, in cui più del 70% della popolazione ha un lavoro agricolo o collegato all'agricoltura; ma è anche uno dei dieci paesi più industrializzati del mondo. Più della metà dei nostri compatrioti sono ancora analfabeti, ma un indiano ha vinto il premio Nobel per la letteratura fin dal 1913 e ci sono molti altri grandi scrittori nelle lingue indiane, noti in India e all'estero. Per il visitatore occasionale, la varietà degli stili di. vita, dell'abbigliamento, del cibo e delle abitudini indiane è impressionante. Tutta questa varietà pesa sull'evoluzione del modo in cui gli Indiani pensano la scienza, e ha in parte co9diziònato·il modo in cui la scienza e la tecnologia si sono sviluppate nel paese. La varietà che abbiamo appena ricorda:to rende gli Indiani tolleranti e concilianti da una parte, ma estremamente provi neial i dall'altra. La conseguenza è che noi rinunciamo ai nostri diritti quando dovremmo rivendicarli e chiediamo dei privilegi basati su considerazioni diverse dal merito, come per esempio la nascita. Spesso ci teniamo nell'ombra. Le miniature e gli affreschi indiani ne sono esempi. Non recano il nome dell'artista o degli artisti (molti di essi sono opere collettive), per i quali era sufficiente la pura gioia di dipingere. E non sappiamo chi fu l'autore delle celebri sculture di Ajanta ed Ellora, Belur e Halebid, Khajuraho e Konark. L'anonimato è prevalente anche oggi -in altre forme artistiche; per esempio, pochi quadri Madhubani e pochi arazzi Kalamkari, non importa quanto squisiti, sono firmati.· L'induismo è la religione dominante del p_aese.Ma l'India, dopo l'Indonesia, ha anche la popolazione musulmana più numerosa del mondo. Ha più cristiani dell'Australia. Il buddismo è nato 46 in India. La costituzione del paese riconosce dieci tipi di seri ttura, più di 500 dialetti e 15 lingue. L'inglese non è tra queste, ma potreçbe esserci. In India c'è anche varietà politica: molti degli stati che la costituiscono sono governati da partiti diversi da quello che governa al centro. La cultura indiana è derivata in gran parte da quella hindu, che precedette il cristianesimo di molti secoli. L'induismo ha dimostrato un'enorme capacità di assimilazione; ecco perché, per esempio, il buddismo non è riuscito a sopravvivere in India; neanche le altre religioni, come l'Islam e il cristianesimo, hanno scosso l'induismo, benché ilpaese abbia avuto governanti musulmani e cristiani per secoli. La tradizione religiosa, in India, ha cercato di assimilare anche la scienza. Perciò l'idea che la scienza sia qualcosa in ultima analisi contrario ai dogmi religiosi,. alla superstizione e alle credenze tradizionali è stata accettata con difficoltà, e questa situazione ha certamente agito come un ostacolo allo sviluppo delle scienze in India. Noi abbiamo un terribile rispetto delle tradizioni, dell'età e del potere, e questo, più spesso che no, sconfigge il nostro desiderio di mettere in questione l'autorità e quindi agisce come un ostacolo allo sviluppo di ciò che Jawaharlal Nehru chiamava "il carattere scientifico". La struttura della famiglia indiana e il modo in cui i bambini vengono alievati rendono l'irrazionalità l'àncora del pensiero e combattono lo spirito scientifico e i suoi scopi. Noi siamo fondamentalmentelln popolo di fatalisti. Abbiamo un forte spirito di rassegnazione e di accettazione delle cose così come sono. Questa è anche la nostra reazione di fronte alle disgrazie; per cui, più spesso che no, non facciamo alcun passo per evitarle o per affrontarle con la scienza e la tecnologia moderne. Un éorollario di questa tendenza è il fatto che non siamo capaci di pianificare, anche se di piani ne facciamo (l'ottavo Piano Quinquennale è incominciato il I aprile 1990). Preferiamo affrontare i problemi nel momento in cui si presentano. Nessuno sa convivere meglio di noi con le avversità; nessuno ci batte nella capacità di sopportare la fame, la sete, la mancanza di sonno o il dolore. Le nostre soluzioni sono ad hoc, banali e momentanee .. Non crediamo nelle lezioni della storia, nostra o altrui. Insistiamo nel riscoprire o nel reimparare. Così affrontiamo tutti le stesse . crisi, e ripartiamo sempre da zero. Magari cominciamo bene, ma diffici !mente portiamo qualcosa fino alla sua logica conclusione. Che contrasto con la scienza, che invece si costruisce lentamente ma con sicurezza sulle conoscerizeaccumulate ... Il nostro apprqccio ai problemi è emotivo, non intellettuale. E la nostra abilità nel . ricavare soddisfazione e gioia da tutte le situazioni è così notevole che ci conduce all'auto-compiacimento. Questo atteggiamento mina il desiderio di avanzare lentamente ma costantemente, che è fondamentale per lo sviluppo sciçntifico. . Nel complesso, manca un sforzo collettivo serio, consapevole e prolungato per cambiare le condizioni di vita. Un ambiente simile non è favorevole per una scienza e una tecnologia di alta qualità, che oggi richiedono uno sforzo di gruppo prolungato e coordinato. Crediamo però che la curiosità e il desiderio di trovare delle risposte alle domande sui feno.meni naturali siano in qualche
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