CONFRONTI il secondo scrive e sceneggia; hanno entrambi alle spalle la tradizione "forte" dell'underground, e da diversi anni si sono fatti notare sulle pagine di alcune tra le riviste statunitensi più impertinenti, da Heavy metal a Raw, dalNationalLampoon a Screw, da Weirdo a High Times. La loro antologia Any Similarìty to PersonsLiving or Dead is Purely Coincidental 11 è senza dubbio uno dei capitoli più avanzati e impietosi dell'Hollywood Novel, là dove Hollywood non sta per i lustrini dell'Oscar e i miliardi di dollari dei budget, degli incassi e delle beneficenze, quanto piuttosto per un universo televisivo sempre in soggezione di fronte al cinema (e sempre un po' più volgare e "basso" di quello), per i disastri di carriere concluse ingloriosamente a dispetto della vitalità artificiale dei reruns, o per le miserie delle produzioni minori. Le loro rubriche si chiamano "Star Dissections"· (autopsie delle stelle), "Hollywood Hell" (l'inferno di Hollywood), "Laugh Makers" (produttori di risate), "Nostalgie Television Comics Presents". I due vanno a rimestare tra gli anni Cinquanta e Sessanta nelle proprie memorie infantili, scelgono unpo' a casaccio traibe"inomi del vaudeville e degli stand-up .comedians, per lo più di origine ebraica, che hanno fatto la televisione (e magari si sono ritagliati un pizzico di fama con qualche ruolo cinematografico decente); poi, in ossequio aun culto tutto americano per gli has-beens, si chiedono che fine abbiano fatto. Se vogliamo, non è nemmeno necessario calcare la mano: la semplice giustapposizione dell' immàgine presentificata eg eterniFata·dell' attore nello spettacolo (TQagari fissatasi indelebilmente con urta certa aura nella memoria dello_spettatore, se le repliche non sono arrivate a rinfrescarla) con quella dell'uomo in balia del tempo è sufficiente per provocare risultati devastanti' È l'epopea di vecchietti sonnecchianti o rimbambiti, -immalinconiti e involgariti dai ricordi, o proterviamente incuranti del decadimento fisico e psichico (magari incapaci di uscire dal proprio personaggio/ maschera), devastati dalla malattia o più semplicemente alle prese con un corpo che non risponde più all'immagine (della bellezza) di un tempo, segnati dalla follia o dalla disperazione: "Negli ultimi anni della sua vita, Jackie Coogan (pila in· bocca, sguardo truce, nel disegno) vagava nei cimiteri alla ricerca delle glorie del passato.Nell'autunno del 73, Joe E. Brown riempì 'la sua piscina di Beverly Hills di movimenti intestinali ('Wooow! Questa sì che è puzza!' esci~ trionfante l'omino in bermuda sul trampolino). (...) Il regista di cartoni animati Paul J. Smith (un vecchietto incanutito affondato in polt~ona, con una mano infilata nella patta dei pantaloni) parla della sua grande sfida ... 'Sì, certo,' 'affanculo Disneycon quel suo cazzo di topo'.( ...) Dopo il suo ritiro da 'Bewitched', Dick York fu spesso notato in abbigliamento strano (è seduto al tavolo in abiti femminili, ingioiellato di tutto punto, ma il taglio di capelli e_lo sguardo· sono decisamente maschili, così come, si presume, il tono di voce): 'Sicuro che sono io, e faresti meglio a far sparire quel sorrisetto dalla faccia, Mac' 12 • È un'impietosa galleria, stràordinariamente effigiatà in bianco e nero, di Honeymooners, Three Stooges "mutanti", delle "strane" riapparizioni post-mortem di William Bendix, dell'incubo di un mondo di soli· sosia di ErnestBorgnine (in cui all 'improvvisÒ un neonato ha i lineamenti incongrui di George Kennedy), di decine di semi-anonimi professionisti della risata che passano le ultime ore della propria vita chi seduto sulle scale, chi recitando il proprio elogio funebre, chi parlando con cani e passerotti, chi "decidendo di fare lo spiritoso", chi ancora ragionando della propria paralisi com.e di un "colpo di fortuna". Né manca !;infelice storia d'amore, "aHollywoodlove·supreme", traGomer"Shazam"Pyle, beniamino televisivo, e Rock Hudson, costretto suo malgrado a frequentare, funere sulle ginocchia e baciare belle donne in pubblico. Sono abissi che si spalancano in un'unica tavola, catastrofi (come quella che colpisce Gianni e Pinotto, l'annegamento del figlio di Lou Costello/Pinotto, raccontato alla maniera di Viale del tramonto; oppure la morte di Lou, davanti al cui annuncio Bud riesce solo a pensare "Mio povero amico. Non sapevo neinmeno che fosse malato") che non coinvolgono solo i personaggi direttamente interessati, ma che trascinano anche noi nel baratro di simpatie e valori un tempo condivisi che vanno in frantumi davanti ai nostri occhi. Se poi si aggiunge il sottobosco di piccola criminalità semi-organizzata, di meschineria e giochetti di potere del mondo dello spettacolo, con l'aggiunta.di un po' di malavita, droga e sesso (alla Hollywood-Babilonia angeriana), abbiamo accesso al sub-umano che si nasconde dietro una 38 facciata popolare come quella del!' entertainment, che è anche I'insipienza assoluta di Frank Sinatra Jr. 13 , di Joe Franklin'. di Wayne Newton, raccontati in success stories esemplari che riassumono il senso, il desolante vuoto di senso, di mediocri "vite di spettacolo". Avolte, tuttavia, non c'è acrimoni~ in questo piccolo atto irrispettoso e sadico, semmai una c~ta dose di corripalimento e di condiscendenza affettuosa per chi, dopotutto, ci ha tenuto compagnia per tanto tempo. È il caso dell'anziano protagonista delle quattro tavole di Solitary Blues (1984), che "parcheggiava all'incrocio tra Hollywood e Fairfax solo per afferrare il malinconico aroma delle puttane. Il suo scoraggiamento aveva subìto una tremenda svolta al peggio, che si traduceva in visite notturne al bar dell'angolo. Un tempo in cartellone accanto a gente del calibro di Gloria Dehaven, si era ridotto a fare serate a Des Moines_ Sessant'anni ·e ancora nessuna celebrità. Stava seduto al buio in camera da letto ... ad attenderla". O ancora quello dell'epopea hollywoodiana di Tor Johnson, lottatore svedese scarsamente articolato, divenuto caratterista dell'horror e oggetto di culto per la sua interpretazione (I 'unico suo "speaking role", accanto a Bela Lugosi e Vampira) di PlanNinefromOuter Space (1959), di Ed Wood Jr. reputato, a torto o a ragione, il peggior film della storia del cmema. Dopo tutto, in ballo c'è sempre l'irrisolto scontro etico tra il diritto al privato è la sua negàZione nel,caso di personaggi che hanno avuto accesso all'immaginario pubblico. 6. Come dicevo a proposito di Miller, sembrereb.be una presa di posizione critica e feroce nei confronti della "cultura della televisione", del suo status irrimediabilmente infantile e scarsamente pedagogico. Una denuncia (u.n'auto-denuncia?) dei tv junkies e, forse, del fatto ché siamo del tutto anestetizzati da un video non più in grado di elaborare un linguaggio criiico - men che meno di critica sociale - né antropologico (~esempio, la cultura e la rappresentazione della morte). Sottraendo storie e personaggi alla televisione e azzerandone i riverberi mitologici, artisti diversissimi come Miller e Friedman paiono ottenere col fumetto risultati straordinariamente simili ed efficaci. Note 1) Cfr. // ritorno del Cavaliere Oscuro, Rizzoli-Milano Libri, Milano 1990. 2) Cfr. A. Rey, Spettri di carta. Saggio sul fumetto, Liguori, Napoli 1982,p.48. 3) Cfr. "Why I Chose Batman",. introduzione all'Anniversary lssue *400 degli albi di Batman della Detective Comics, ottobre 1986. 4)Cfr. G. Hoppenstand, "Pulp Vigilante Heroes, theMoral Majority and the Apoèalypse", in R. B. Browne & M. W. Fishwick (Eds.), The Hero in Transition, Popular Press, Bowling Green, Ohio 1983. 5) Simili tematiche sono ampiamente diffuse nel fumetto degli anni Ottanta, ad esempio nel già citato The Watchmen, o riella ripresa di The • Shadow di Chaykin, riesumazione del personaggio già apparso nei pulp e reso famoso in radio da Orson Welles negli anni '30, modello su cui BatÌnàn f1,1ricalcato quasi pedantemente (Lamont Cranston, il ricco playboy dalla doppia identità, la casa-rifugio, il maggiordomo, etc.). 6) Cfr. J. Collins, Uncommon Cultures. Popular Culture and.Post- · modernism, Routledge, ndon &New York 1989; Grossberg, lt' sa Sin. Essays on Postmodernity, Politics and Culture, Power Publications, Sidney 1988. 7) Cfr. R. Mayer, Super-Folks, The Dial Press, New York 1977, pp. 1-2. 8) Cfr. J. Torchia, The Kryptonite Kid, HoJt, Rinehart & Winston, New.York 1979. 9) Cfr. J. Fiske e J. Hartley, Reading television, Methuen, London 1~8. . 10) Cfr. G. Anceschi,Narrativaper immagini, in "Alfabeta", n. 91, Dicembre 1986, p. VIII (supplemento, "L'arte del fumetto"). 11) Pubblicata da Fantagraphics Books, Angoura, California 1985. 12) Cfr. "Wallowing in their wacky despair ... Laugh Makers" (piìi o meno, produttori di risate che sguazzano nella loro eccentrica disperazione), tavola del 1984 delle "Star Dissections". 13) "Degradazione ... disastro ... omicidio ... cancro incurabile ... suicidio ... morte ... Frank Sinatra Jr." (cfr. "Ali This and Frank Sinatra Jr., Too", tavola di "Star Dissections" del 1983).
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