IL CONTISTO Wolf Biermann nasce ad Amburgo nel 1936 da padre ebreo e comunista deportato adAuschwitz, dove morirà, per aver compiuto atti di sabotaggio contro il regime hitleriano. Nel 1953 Biermann si trasferisce nella Rdt. Studia filosofia, economia e matematica a Berlino. Lavora come assistente regista al Berliner Ensemble. A partire dal 1962 l'occhio vigile del regime lo controlla vietandogli di prodursi in pubblico, nel 1976 viene espulso dal paese e privato della cittadinanza. Il "caso" Biermann diventa il banco di prova del cç>raggiodi colleghi e amici, in un momento in cui il governo pone fine a quella linea "morbida" verso gli intellettuali seguita, più o meno, a partire dal XX congresso del Pcus. Dal 1976 Biermann vive ad Amburgo. Le sue opere, saggi, canzoni,' ballate e liriche, sono una straordinaria mescolanza di · raffinate memorie letterarie e Foto di Giovanni Giovannetti. dirompente presenza di una tradizione culturale plebeo-popolare, ripresa evissuta senzacompiacimenti di maniera. Di lui è reperibile in italiano la raccolta Per i miei compagni, a cura di Luigi Forte,,Einaudi 197/Y. piccia gli occhi per cacciar via il sonno. La maggioranza silenziosa ha finalmente la parola. Coloro che peJ quarant'anni hanno sempre inghiottito tutto, ora vomitano parole grosse. Brava gente che è sempre andata a votare in quelle che si defi_nivanoelezioni, come vitelli alla cavezza, oggi ruggiscono come leoni. Conigli che per tutta la vita avevano taciutò, e a ragione, urlano oggi Hel-m ut. Il giorno della visita del cancelliere a Dresda un gruppetto di persone reggeva per strada questo striscione: "Dallo stalinismo al capitalismo: no, grazie!" Circa tremila compatrioti li hanno insultati, sputacchiati e pestati. A reggere lo striscione éra il mio vecchio amico Bemhard T., un operaio sorvegliato e perseguitato per anni come appartenente alla opposizione di sinistra e detenuto nella prigione della Stasi nella BautznerstraBe aDresda. E proprio lui è stato gratificato del titolo di "troia della polizia rossa" e coperto di urla: "fuori i rossi", da una banda di fanatici della Germania-Germania. Un vero e proprio manicomio. Genté che ancora ieri accorreva a:ogni fischio del partito, fischia oggi sulla piazza di Lipsia chi osa anche solo esprimere qualche perplessità sul sacro morbo della ri1,mificazione. Le vittime più che pazienti del regime totalitario esigono ora una annessione totale e immediata alla Repubblica Federale. E chi, a gran voce, invoca ora vendetta, è chi ha sempre accettato tutto - chi non aveva mai aperto la bocca, ora schiuma di rabbia. L'odio per la Stasi è più profondo dell'amore per la libertà, e del resto ha solide fondamenta. Conosco molte brave persone torturate e incarcerate dalla Stasi. Tutti ne parlano con disprezzo, con amarezza e malinconica ironia, quasi come psicoterapeuti stremati. Ma toni da linciaggio contro quella odiata istituzione li ho sentiti solo da chi non si era mai ribellato. È la vergogna per la propria debolezza, l'orrore per la propria viltà, la furia contro la propria assassina pazienza nei confronti di quegli assassini a farli parlare. Quante volte questi che ora 8 sbraitano si sono morsicati la lingua, invece di· protestare, in quante riunioni hanno taciuto o addirittura hanno ingiustamente accusato gente innocente, quante volte hanno preferito non vedere quando invece avrebbero potuto aiutare qualcuno. Quanti innamorati si sono lasciati, quanti amici si sono vicendevolmente traditi. In quarant'anni si consolida un bel po' di miseria quotidiana. La barzelletta su Ulbricht rimasta a metà, perché uno sconosciuto si siede al suo tavolo. Quasi tutti si sono sporcati le mani, fosse anche solo per piccole delazioni molti simili a una spiata e spesso solo in nome di piccoli privilegi. Un siffatto sistema di sorveglianza totale non può funzionare senza la sporadica partecipazione degli stessi sorvegliati.L'odio per la Stasi è l'odio inconfessato per se stessi, per il piccolo dçlatore nascosto nel petto di ognuno, è l'odio verso se stessi in ogni sua possibile stortura, è la vergogna rimossa del servitore perfetto per la sua colpevole sottomissione. Le coscienze della gente, come le case, sono in ·uno stato di completa rovina. . Certo, si tratta dei servitori. Ma i padroni non_harinoun aspetto migliore. Tutta questa improvvisa sorpresa, questo infantile sgomento della Rdt nei confronti dello sperpero e del lusso in cui vivevano i rappresentanti del vecchio potere, mi sorprende. Non è questione dei dieci videoregistratori messi al sicuro in un congelatore da Willi Stoph 1 e Harry Tisch 2 • Non vorrei mai andare a ficcare il naso nel comodino di Margot Honecker per recuperare uno stock di arricciacapelli occidentali e dieci bottiglie di very old scotch whisky. E non mi turba nemmeno che i miei compatrioti, destatisi dal loro lungo sonno, manifestino tanta meraviglia. Ma quei gangster dei mezzi di comunicazione di. massa occidentali, gente priva di scrupoli, dovrebbero sapere quale è il vero lusso in questo mondo. Lo "Spiegel" ha avuto il coraggio di· pubblicare la fattura di un gioielliere svizzero, a testimonianza dell'acquisto di una parure di gioielli completa di bracciale, collana, anello, orecchini e spilla ... destinati a ornare il collo vizzo di Margot Honecker, per la somma- che non ricordo esattamente - di circa novemila marchi o forse franchi svizzeri, il che poi non cambia molto. Paccottiglia a buon mercato, se è stata pagata così poco! Qui da noi, in occidente, qualsiasi dentista è solito fare lo stesso regalino alla moglie offesa per farsi perdonare di aver portato l'amante nella casa di Maiorca. Sarà anche vero che il vecchio Honecker aveva una piscina di IO x 17 i:netri, ma è roba da far ridere i polli. Ad Altona un farmacista su due; e ad Amburgo un commerciante su tre vive con più lusso. Hanno predicato acqua, mentre di nascosto bevevano vino? Osservazioni del genere sono scopiazzamenti tardivi e mediocri da Heinrich Heine. Personalmente trovo molto più grave il fatto che la classe al potere predicasse apertamente vino, per ingozzarsi di sangue in segreto. Se è vera la mia falsa lettura di Marx, eccomi di fronte a una modifica di quella fondamentale legge politico-economica della storia per, cui in ogni socÌetà ciò che importa è distribuire la ricchezza raggiunta nella maniera più in}quapossibile, e, al tempo stesso, evitare che la gente protesti. E così sarà anche per il futuro. D'altra parte applicare questa legge con successo è una operazione da equilibristi provetti, perché il livello di sopportazione di coloro che vengono sfruttati è una grandezza variabile. Ma gli stalinisti non hanno fallito per simili, correggibili errori. Le ingiustizie sociali noll' hanno avuto effetti disastrosi, devastante è stato il fatto che i nostri bonzi, con il loro sistema politico, hanno fatto in modo che non si producesse più nessuna . ricchezza da distribuire pQi secondo giustizia. La stessa cosa è avvenuta con il lusso che i padroni feudal-socialisti sapevano strappare alla miseria generale, un lusso povero, pi_ccoloborghese.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==