CINEMA COME SIAMO UN FllM DI SOLDINISULCOMUNE SENSODELL'ORRORE GianniCanova Un 'infermiera nottambula che non si innamora mai, un antropologo che per campare fa ricerche motivazionali, un chimico in crisi con la moglie e il lavoro, una giovin signora soffocata dal marito tutto preso dalla carriera accademica: quattro borghesi piccoli piccoli nella Milano degli ultimi anni Ottanta. Quattro vite • "normali", quattro storie incrociate grazie .a un'agenda azzurrina che passa di mano in mano e intreccia esistenze e destini. A tutti la sorte offre l'opportunità di dare una svolta alla propria esistenza, ma nessuno (o quasi) la sa cogliere. Meglio restare nel sòlitò tranquillo tran tran. E meiitre i media mandano le immagini e i suoni di Tienanmen e di Timisoara, l'aria dell'ovest nasconde sotto l'apparente serenità un'abulìa che prende alla gola. L'aria serena dell'ovest è uno splendido film sull'ignavia che tutti ci coinvolge. Sul!' insensibilità diffusa, l'apatia generalizzata. Sulla mancanza di desideri. E sull'incapacità di cambiare. Allontanatosida Wenders (dall'ultimo, per lo meno) e riavvicinatosi a quella che un tempo si definiva "realtà", Silvio Soldini getta uno sguardo freddo e distaccato (quelle inquadrature in esterno dal!' alto, che.sembrano quasi schiacciare i personaggi sull'asfalto ...) sulla nostra terrificante assuefazione al comune senso dell'orrore. Sull'.omologazione· dei gesti e dei comportamenti. E sulla stupidità di un mondo in cui per essere felici si fa sempre e solo quello che già fanno gli altri. Con intelligente provocazione, Soldini disegna i confini di un mondo saturo di massmedia e di attrezzi per comunicare in cui però, paradossalmente, la comunicazione interpersonale·èmolto vicina al grado zero: l'agenda di Veronica porta numeri telefonici inservibili e "muti", la macchina da scrivere di Irene è rotta, il S_onyportatile di Cesare non riesce a innescare autentiche relazioni, mentre radio eTv sempre accese continuano a trasmettere notizie che nessuno· ascolta e che scivolano via senza provocare la minima reazione. I mezzi di comunicazione di massa servono così, tutt'al più, a perdere tempo (il tempo?). E a scandire - come le videocassette ossessivamente riviste dal chimico Tobia - lo stanco rito della ripetizione. Il mondo messo in scena dall'ultimo Soldini è un mondo in cui tutto si ripete. E in cui l'unico movimento possibile (come nella bella sequenza in cui Bentivoglio in auto controlla sul giornale i numeri vincenti della lotteria) è il moto oscillatorio. Ma sempre attorno al perno costituito dal proprio io. Avanti e indietro, come in un match di ping-pong. Ma senza nessuno spostamento reale. Senza la capacìtà di uscire dal proprio disagio e di andare altrove. Impantanati nelle sicurezze meschine del proprio benessere. E in un linguaggio che non sa più esprimersi che per luoghi comuni (nella critica alla banalità del linguaggio quotidiano; Soldini è anni luce più avanti di Moretti: se .. Palombella rossa se la prendeva facilmente con il lessico esterofilo, Sòldini aggredisce invece la sintassi, e ne mostra la miseria). Ritratto di una generazione incapace di pensare il "noi", atrofizzata nella contemplazione del proprio ombelico, con la sensibilità rattrappitll e il cervello omologato, L'aria serena dell'ovest è la radiografia di un mondo in cui "succedono solo cose di merda". Ein cui "c'è in giro un sacco di gente che fa dei lavori che se non li facesse sarebbe meglio". Nella sua freddezza, un film raggelante ma necessario. E bello come,. di questi tempi, può esserlo un film. Soldini dirige Fabrizio Bentivoglio e Antonello Fattori. Sotto: Patrizio Piccinini in due momenti del film (o destro con Ivano Morescotti, foto di Fulvio Forossino). 87
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