mo mi appaJVe semplice e umano, in.modo convincente. Costoro mi diedero la conoscenza che ho: i lebbrosi in quel luogo dove si poteva più completamente e più sensibihnente intenderla: a Kalauao, che Voi non avete mai visitato, su cui non avevate neppure cercato di informarVi; poiché, per quanto la Vostra lettera sia breve, Voi avete trovato il modo di cascare in questa confessione. "Meno di metà dell'isola", dite Voi "è . dedicata ai lebbrosi". Molokai (Molokai -ahina, la "grigia", isola alta e desolaùssima) lungo tutta la sua costa settentrionale piomba a precipizio in un mare di eccezionale profondità. Questo tratto di scogli è, dal levante al ponente, vero termine e frontiera dell'isola. Solo in un punto proietta nell'oceano una certa duna triangolare e rigida, erbosa, pietrosa, ventosa, che sorge nel centro verso la collina con il suo cratere morto: l'insieme, stando allo scoglio che sovrasta, èpress 'a poco come unamensolaàl muro. Con questa indicazione Voi ora potrete trovare la colonia dei lebbrosi sulla carta; potrete giudicare quanta parte di Molokai è isolata così fra i marosi e il precipizio, se meno di metà, o meno d'un quarto, o un quinto, o un decimo, o, diciamo, un ventesimo; e la prossima volta che Voi vi lancerete sulla stampa sarete nella possibilità di comunicarmi l'esito dei Vostri calcoli. Io Vi immagino come una di quelle persone che parlano allegramente d'un luogo dove non si lascerebbero trainare da un paio di buoi eda robuste Stevensone i suoi a Samoa (foto di J Davis, 1891 , National PortraitGallery, Londra). SAGGI/ITIVINSON funi. Voi, che probabihnentenon sapete nemmeno dove si trovi sulla carta, probabihnente denunciate descrizioni sensazionali, mentre Vi stiracchiate nel Vosttb piacevole salottino sulla via Beretania Quando vi giunsi una mattina presto, stavano nella barca con me due suore, che prendevano congedo (in umile emulazione di Damiano) dalle luci e dalle gioie umane. Una di queste piangeva silenziosamente; non potei trattenermi dal piangere con lei. Se Voi foste stato là, credo fermamente che la natura avrebbe trionfato persino in Voi, e quando la barca'.si fosse avvicinata ancora un poco, e Voi aveste veduto le scale affollate di abominevoli deformazioni délla nostra comune umanità, e aveste veduto Voi stesso che sbarcavate in mezzo auna popolazione dalla quale soltanto raramente enell •orrore di un incubo siamo circondati, con quale occhio smorto Voi avreste guardato sopra la riluttante spalla verso la casa di via Beretania Se foste andato avanti; se aveste trovato che ogni viso su quattro era unà macchia sul passaggio; se aveste visitato l'ospedale e veduto tronconi di esseri umani che giacevano là quasi irriconoscibili, ma ancora respiravano, ancora pensavano, ancora si ricordavano: Voi avreste compreso allora che la vita del lazzaretto è una prova dalla quale i nervi umani rifuggono, come l'occhio umano si sgomenta allo splendore del sole: allora Voi avreste sentito ch'è anche oggi un luogo· commovente a visitarsi e un inferno a staJVi.Non è la paura della possibile infezione. Ciò sembra poca cosa in confronto al dolore, alla compassione, alla nausea della scena, e ali' atmosfera di sofferenza, malattia e sciagura fisica che il visitatore respira. Non (,Tedadi essere un uomo più timido del normale; ma non mi ricordo i giorni 77
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