Linea d'ombra - anno VIII - n. 53 - ottobre 1990

SAGGI/STIEVENSON un uomo puro nei suoi rapporti con le donne, e la lebbra di cui morì, bisogna attribuirla ai suoi vizi e alla sua trascuratezza. Altri hanno fatto molto per i lebbrosi, i nostri pastori, i medici governativi; e così via, però mai CQJI I'idea cattolica di meritarsi la vita eterna. Suo ecc. C.M.Hyde Dal "Sydney Presbyterian", 26 ottobre 1889. . Per trattare come si deve una lettera così straordinaria, io debbo ricorrere sin dall'inizio alla mia privata conoscenza del firmatario e della sua sètta. Ciò può offendere altri; certo non Voi che tanto Vi siete dato da fare per raccogliere pettegolezzi sui Vostri rivali. Questo è forse il momento _incui io.posso spiegarvi meglio il carattere di ciò che state per leggere: v1concepisco come un uomo aldilà e al di sotto dei riguardi della cortesia: "Con quella stessa misura con la quale avrete misurato, vi sarà dato". Con Voi, finalmente, io godo di sentire tra le mie mani il nudo acciaio che Vi trafigge. E se alcuna delle cose che dirò dovesse offendere altri Vostri colleghi che rispetto e di cui mi ricordo con affezione, io posso soltanto esprimere loro il mio rammarico; non sono libero, sono ispirato dalla considerazione di interessi assai più vasti; e quel dolore che può essere inflitto da qualsiasi niia parola dev'essere invero insignificante di fronte al dolore con cui leggeranno la Vostra lettera. Non è il boia, è il criminale che reca disonore alla casa. Voi, signore, appartenete a una sètta (credo alla mia sètta, e a quella per la quale i miei antenati lavorarono), quella che, nelle isole Hawaii, ha goduto, e in parte non ha saputo approfittare, di condizioni eccezionalmentevantaggiose. I primi missionari vennero; trovarono che il paese si era già da solo liberato della sua vecchia fede sanguinaria; appena 'arrivati, furono abbracciati con entusiasmo; i pochi fastidi che ebbero, derivarono assai più dai bianchi che dagli hawaiiani; e per questi ultimi essi stavano (per usar ~a rozza ~gura) nelle scarpe di Dìo. Questo non è il luogo per esarrnnare la misura e le cause del fallimento, più ò meno certo. Un elemento solo è essenziale e ha bisogno di essere chiaramente discusso qu~.N~l corso <ll:llaloro vocazione evangelica, essi, o troppi fra essi, si amcchirono. Puo essere una novità per Voi sentire che le case dei missionari sono additate allo scherno sulle strade di Honolulu. Sarà almeno una novità per Voi sapere che quando io restituii la Vostra cortese visita, il mio vetturino commentò la grandezza, il gusto, e il lusso della Y_ ostra casa. S31:ebbecertamente stata una novità per me, se quel pomeriggio qualcu~o .m1avesse _detto_che~vrei do~uto vivere per dare alla stampa una cosa surule. Ma voi vedete, signore, m qualche modo Voi abbassate un uomo superiore al Vostro proprio livello; sarebbe necessario che coloro i quali devono giudicare fra Voi e me, fra Damianò e l'avvocato del diavolo, capissero come la Vostra lettera sia stata compilata in una casa capace di suscitare, e con molta ragione, l'invidia e i commenti dei passanti. Io credo (per impiegare uria frase Vostra che ammiro) che "bisogna attribuire" aVoi di non avere mai visitato la scena dove Damiano visse e morì. Altrimenti ve ne ricordereste, e se aveste guar'dato intorno nelle Vostre belle starize anche la Vostra penna sì sarebbe fermata. La Vostra sètta (e ricordate Vi, se c'è una sètta che mi rivendica è anchemia) non è stata dal punto di vista mondano senza successi nel reg~o di Hawaii. Quando la disgrazia visitò i suoi irmocenti parrocchiani, quando la lebbra piombò e prese radice nelle Otto Isole, c •era una bella occasione di meritarsi questa buona fama. A quella prospera missione, e a Voi, uno dei suoi ornamenti, Dio aveva finalmente mandato l'occasione. So di toccare qui un nervo acutamente sensitivo. So éhe altri fra i Vostri colleghi contemplano l'inçrzia passata della Vostra chiesa, e l'invadente e decisivo eroismo di Damiano, con qualche cosa che si può chiamare rimorso. Io sono sicuro che questo è il caso Vostro; sono persuaso che la Vostra lettera fu ispirata da una certa invidia non essenzialmente ignobile, unico segno ~ano dascoprirs_i in qu~ll'atto. Voi pensavate all'occasione perduta, al giorno ?~sato; a ciò che s1sarebbe dovuto concepire e che non si concepì; al servlZlo dovuto e non reso. "Tempo fu", disse la voce nel Vostro orecchio, nella Vostra comoda starlza, dove stavate seduto furente mentre scrivevate; e se le parole scritte erano basse al di là di ogni paragone, il furore (io ~no felice di ridirlo) il furore era quasi virtù. Ma, signore, quando abbiamo fallito, e un altro è riuscito; quando abbiamo assistito inerti, e un altro s'è offerto; quando noi rimaniamo seduti e diventiamo corpulenti nelle nostre deliziose dimore, e un rude, rozzo villano entra nella lotta, sotto gli occhi di Dio, e soccorre gli afflitti, e consola i morenti, e quando poi tocca a lui essere afflitto e morire sul campo dell'onore, la battaglia non può essere salvata, cowe Voi nella Vostra infelice irritazione avete pensato. È una battaglia peròuta, e perduta per sempre. Una cosa· rimaneva per Voi nella Vostra disfatta: qualche straccio di onore comune; e questo Voi Vi siete affrettato a gettarlo via. Onore comune; non l'onore di aver fatto qualche cosa di buone;>m, a l 'onbredi non aver fattortulladi notevolmente infame; l'onore degli inerti; ecco ciò che rimaneva per Voi. Non si aspetta da voi tutti di essere dei Damiano, un uomo può concepire il suo dovere più angustamente, egli può preferire le sue comodità; e nessuno scaglierà per questo una pietra contro di lui; ma un signore della Vostra reverenda professione mi permetterà un esempio nel campo della galanteria? Quando due cavalieri competono per il favore d'una signora, e l'uno riesce e l'altro viene respinto, e (come a volte succederà) il soccombente sente dire cose nocive al credito del suo fortunato rivale, è opinione di uomini semplici e senza pretese che le sue labbra siano, in quelle circostarde, quasi necessariamente suggellate. La Vostra chiesa e quella di Damiano era impegnata ad Hawaii nella rivalità del beneficare, dell'edificare, dell'offrire esempi divini. Avendo Voi (in maniera strepitosa) fatto fiasco, mentre Damiano riuscì, mi meraviglio che non Vi sia venuto in mente che Voi eravate condannato al silenzio; che quando foste superato in quell'altra rivalità e rimaneste inglorioso nel mezzo ai Vostri agi, neUaVostra comoda starlza (e Damiano, coronato di gloria e di orrore, faticava e imputridiva in quel suo porcile sotto gli scogli di Kalauao), Voi, l'eletto che non seppe volere, eravate l'ultimo uomo sulla terra che avrebbe dovuto raccogliere e.propagare pettegolezzi sul conto del volontario che volie e fece. Credo di vederVi (poiché cerco di vederVi nella carne, mentre scrivo questi periodi), credo di vederVi saltar su alla parola "porcile", che è una espressione iperbolica tutt'al più. "Egli non ebbe parte alle riforme", egli era "uomo rozzo e sporco", queste son le Vostre stesse parole; e Voi potete credere possibile che io venga per confermarle con nuove prove. In un senso, è proprio così. Damiano è stato troppe volte ritratto con un alone convenzionale, con tratti convenzionali; ritratto così da uomini che forse non avevano·occhi per notare o penna per esprimere l'individuo; o che forse erano soltanto accecati e tacitati da una generosa ammirazione, tale da svegliare invidia anche in me, tale che anche Voi, se la Vostra anima fosse illuminata, invidiereste in ginocchio. È il minimo difetto d'un simile metodo del ritrarre che rende più facile il lavoro dell'avvocato diabolico e lascia agli abusi del calunniatore un considerevole campo di verità. Giacché la verità soppressa dagli amici è la più pronta arma per il nemico. II mondo, a Vostro dispetto, P\lÒforse dover Vi qualche cosa, se la Vostra lettera è il mezzo di sostituire una volta per sempre a una astrazione di cera una credibile somiglianza. Perché se questo mondo dovrà serbare qualche ricordo di Voi, il giorno incui Damiano di Molokai sarà proclamato Santo, sarà per merito d'una sola opera: della Vostra lettera· al reverendo H. B. Gage. Voi potete domandarmi con quale l!Utoritàioparli. Fumia cattiva sorte far la conoscenza, non di Damiano, ma del dottor Hyde. Quando visitai il lazzaretto, Damiano era già nel riposo della tomba.· Ma quelle poche informazioni che ho, le ho raccolte sul luogo, in conversazione con quelli che lo conobbero bene e a lungo: con qualcuno che ne venerava la memoria e con altri che avevano lottato e bisticciato con lui; che lo vedevano senza alone, che forse lo consideravano con poco rispetto, e attraverso le cui improvvisate e certamente non parziali informazioni, il vero viso dell 'uo-

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