forse, ma che vuoto infinito! Il sole era morto, il nome di quella triste colomba· fuggita dai cuori, ora fede. Oh, la voce del prigioniero! La grandezzadella tua disperazione aprirà mai un varco verso la luce in qualchepunto di questa notte funesta? Oh, la voce del prigioniero! Ultima voce delle voci. LE TISANE Ana.Hatherly traduzione di AdelinaAletti 12. C'erano una volta due serpenti che non si amavano tra loro. Un giorno si trovarono in un sentiero stretto assai e poiché nonsi amavanotra lorò si divoraronoa vicenda.Quandociascuno di lorodivorò l'altro non rimase nulla. Questa storia tradizionale dimostra che si deve amare il prossimo oppure fare grande attenzionea ciò che si mangia. 13.C'erano unavoltadueorecchieche vivevanosullasommità dellatesta di un gatto. Stanchedi trascorrerel'esistenza rivolte all'insù si lamentavano soventedella loro triste sorté. Finché un giornodeciserodi nonvolerepiùvivererivolteall'insù e simisero a studiare il modo di farla finita con quell'.avvilenteposizione. Dice la sinistra alla destra e se ci arrotolassimo. Dice la destra buona idea comincia tu cosi che io veda com'è. La sinistra si arrotolò. Si ripiegò su se stessa con la maggior fermezza.Restò così per un certo tempo finché il gatto irritato prese a grattare l'orecchia arrotolata e pojchéquestaopponeva resistenzail gatto non smise se non quando essa si risollevò sanguinando. 68. C'era una volta un serpente infinito. Siccomeera infinito non era possibile sapere dove si trovava la sua testa. Ogni volta che gli si toglieva una vertebranon faceva affattomancanza.Lo sipotevaperfinotagliare scomporrealterare Continuavaa essere infinito. Chi avesse voluto portarne a casa un pezzetto poteva appenderloalla parete e contemplare un frammentodi serpente infinito. 73. C'era una volta una città in cui gli abitanti dopo essere diventatimolto magri si erano trasformati in puri triangoli.Nei giardini in luogo di alberi c'erano grandi buchi rotondi dove venivanoseppellite grandi viti morte. POISIA/HATHERL Y 74. C'era una volta unacittà realmente grande in cui era stata instauratala dignità del suicidio.In cliniche specializzatedispositivi d'argento distribuivanocapsule trasparenti che i candidati prendevanoper poteruna volta irn ballati realizzare l'avventuroso passaggio.Queste capsule si chiamavano oblivianti e in esse scomparivanogli obliviaticui tuttisiriferivanoconriverenza. Ma eranecessariomeritare lamorteobliviosapoichénontutti avevano il diritto di morire. 79.C'era una voltauna linguachequandoqualcunolaparlava le parole uscivano dalla bocca rotonde come piccole palle da ping-pong.Ilpopolo cheparlavaquella linguaadoravaundioche era rappresentatoin forma di palla da ping-pong in una materia preziosa.I tributiaquel dioeranoresi in formacoraledi modoche i fedeli aprendo la bocca a intervalli irregolari e ben studiati lanciavano nello spazio ciò che parevano infinite quantità di piccolepalle da ping-pong. Le manifestazioni individualierano proibite.Ai trasgressori si collocava in bocca una rete elastica. 80.C'era una volta unastoriacosì impressionantechequando qualcunola leggeva il librocominciavaa trasudaredalle pagine. Se il lettore era molto buono il libro emetteva perfino àlcune minuscolegoccioline rotondedi sangue. 89. C'era una volta un taglialegna che era nella foresta a tagliare un albero. Passa un altro taglialegna che domanda vuoi aiuto. E quello rispose di sì. 97. C'era una volta un paesenel quale la morteproducevaun suono uguale a quello del vetro che si rompe. Il cielo pareva di cartadapaccomagli animalieranotutti di vetro,specialmentegli· insetti.C'era pçrfino un grandealbero completamenteabitatoda una specie di libellule di vetro azzurro cupo. Quando qualche animale moriva il terreno rimaneva tutto coperto di vetri rotti, cosa che all'epoca dei grandi disastri rendeva i sentieri del tutto intransitabili.I cacciatoripercorrevanoi montimunitidi orecchie d'argento. 102.C'era una voltaunuomo.Sedutoinrivaal fiumepescava. Era laprimavolta. A un certopunto unpesce restòpreso ali' amo. L'uomo lo tirò fuori dall'acqua. Era un piccolo pesce grigio, argentato. Si contorceva.,Allora il pescatore disse: perdonami perdonami.E piangendo gli strappò la testa coi denti. 111. Ci troviamo sulla montagna. È mattino. Pioverà. Le nuvolecorrono. Sul fondo della valle scorre un ruscelloazzurro turchesè.Camminiamoinsilenzio.Penso tuttociòche ci circonda è realmente estraneo a noi la nostra integrazione nella natura è realmenteunpercorsomentale.Aun tratto: sullaterradelsentiero sta scrittoa caratteri cubitali LOVE ME 117.Passeggiamosul monte sopra il mare. È un declivioche è rimastosospeso.Nella vailemilionidi fiori giallicome i narcisi di Wordsworth. È uno spettacolosoffocante.Corriamoda quella parte. Ormai quasi entrati vediamo ~n cartello che ci avverte trattarsidiuncampodi esercitazionimilitaridovepossonoesserci 73
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