Linea d'ombra - anno VIII - n. 53 - ottobre 1990

POIS~A/FUROKHZAD VERSETTITERRENI Forugh·Furokhzad traduzione di Vida Bardyar Versetti terreni E in quel tempo il sole si raffreddò, e l'abbondanza abbandonò la terra. E l'erba rinsecchì per le campagne, i pesci rinsecchironoper i mari e la terra da allora non accolse più i suoi morti. Da tutte le pallide finestre, la notte comeun'ambigua immagine era in continuo accumulo ed eruzione e le strade lasciarono nel buio il loro seguito. Nessunopensò più all'amore, °:essunopensò più alla conquista e nessuno pensòpiù a.niente. Nelle grotte della solitudine nacque la futilità, il sanguedava odore di oppio e di narcosi, ·le donne gravide partorironobambini senza testa e le culle dalla vergogna cercaronorifugio nelle tombe. Che tempi amari e oscuri! Il tozzodi pane aveva vinto la sublime forza della vocazione. I profetì miseri e affamati sfuggironoagli appuntamentidivini e le pecore sperdute non sentironopiù il richiamo del pastore nello stupore delle campagne. Nelle iridi degli specchi movimenti,colori, immagini sembravanoriflessi alla rovescia e sulle teste degl'infimi pagliacci e le facce volgari delle prostitute una santa aureola luminosa bruciavacome un ombrello in fiamme. Le paludi dell'alcool, . con quegli acri vapori velenosi, risucchiarononel loro profondo la massa inerte degl'intellettuali, e i topi infesti 72 rosicchiaronole auree pagine dei libri nei vecchi scaffali. Il sole era morto, il sole era morto, ed il domani nella mente dei bimbi aveva un vago senso smarrito; essi descrivevano nei loro compiti il travagliodi questa vecchiaparola con una grande macchianera. Il popolo, massa diseredata, costernata, sparuta, sbalordita, sotto il macabro peso dei cadaveri passava da un estraniamentoall'altro e la voglia dolorosa di uccidere gonfiava nelle sue mani. A volte una scintilla, una piccola scintilla faceva esplodere dall'interno questa muta società senz'anima, gli uomini si assalivano l'un l'altro, si sgozzavano coi coltelli e in un letto di sangue giacevano con fanciulle immature. Essi affogavano nelle loro paure e la tremenda sensazionedel peccato paralizzava le loro cieche anime ottuse. Semprenelle cerimoniedell'impiccagione, quando la corda faceva uscire a forza gli occhi tremuli del condannato, essi rientravano in sé e i loro nervi vecchi e stanchi si tendevano in erotiche fantasticherie. Ma sempre ai margini delle piazze vedevi quelle piccole canaglie ritte a fissare lo scorrere continuo dell'acqua dalle fontane. Forse ancora dietro quegli occhi schiacciati, in fondo al gelo era rimasto un che di vago e semivivo che nella sua fragile lotta voleva credere alla purèzza del canto delle acque,

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