Linea d'ombra - anno VIII - n. 53 - ottobre 1990

STORII/BISHOP difficilida rintracciare)e tutti i giorni trovavo tra la posta i loro opuscolie gli inviti alle riunioni. A volte andavamo a colazione insieme in una caffetteria antidiluviana.Non avevo niente contro le caffetteriema in quei luoghisonoassediatadaognisorta di indecisione:cosamangiare, a chetavolosedere,suqualesedia,se togliereil piattodalvassoio o mangiaretenendo il vassoio,se togliermi il cappottoo tenerlo addosso,se abbandonareogni cosa agli sconosciuticommensali di frontee andare a prendereunbicchier d'acqua dimenticato,o trascinarmitutto dietro. Ma Rachel mi precedevarapidamente, · come"una fogliamessa in fuga/ da unmago incantatore",verso il bancodeipanini.Le varietàdeipaniniche si potevanoordinare e ottenere con la rapidità del lampo era stupefacente,e lei ne mangiavasempretre: salmoneecremadi formaggiosuunpanino dolce, roastbeefe deliziadi sottaceti su pane di segale, involtini di carnein salsapiccantee mostardasull'uno o l'altro. Gridava per ordinare.Nonche fosseimportante,scopriidopoaver tentato per alcunigiornidi scandirelemietre sceltechiaramentee ad alta · voce; i panini avevano tutti lo stesso sapore. Incominciai a preferire il caffè e delle enormi mele al forno assolutamente irreali.Rachel - che ordinavasimultaneamentetre panini e tre tazzedi caffè nero - e io ci mettevamoa sederesenzatoglierci l'impermeabilee le galoscebagnate,in mezzoallenostredebordanti ordinazioni,e lei mi arringavasulla letteratura. Non tentòmai di parlaredi politica durante il pranzo,non so perché.Avevalettomoltissimoe avevaquelloche io, laureatain inglese,giudicavoun gusto infame. Le piacevanoi libri voluminosi, con molte emozioni e moltoegocentrici,e Whitmanera il suopoetapreferito. Le piacevanole traduzionidi Merezkovskij, tutto il -çttomasWolfe pubblicato,tuttoTheodoreDreiser.Poi la Vita di Studs Lonigan scritta da James Farrell e più di tutti le piacevaVardis Fisher. Sapeva quasi a memoria tutto quel che Fisheravevapubblicatofinoaquelmomento.Miprendeunsenso di angoscianel ricordarequeipasti:il cibo, il pavimentobagnato, granulososotto i miei piedi bollenti; la folla bagnata, intenta a mangiare,assordantesottole lucial neon; e il gridareinesorabile di Rachelattraversola tavola,e il suo dettagliatoresocontodella interminabilee straziante autobiografia di Vardis Fisher. Può darsicheci aggiungessequalcheparticolaredellasùa autobiografia, nonsaprei;avevo decisoche non avreimai letto i libri che si offrivadi prestarmi, e nonl'ho mai fatto. Ricordoche citava il versoemezzotratto da.Modem Love da cuiFisheraveva.ricavato ben tre titoli: In una vita tragica, lo sa Iddio, Non occorron malvagi! È la passione a tessere la trama ... e io mi chiedevo, intontitada tuttoquel frastuonoperchémai Fisheravessetrascuratolepotenzialitàdi Lo sa Iddio, o se ci sarebbearrivatopiù tardi. Io ero reduce da una analisi versoper verso della Waste Land e questopezzettodi éollageletterarionon riuscivaa impressionarmi.Il "realismo"e il "realismo"soltantoimpressionavano lei. Ma se cercavodi suggerire,con i miei modi da aula scolastica,che c'era "realismo"e "realismo"odi chiederlecosavolessedirecon la parola"realismo", mi guardava con aria torva, ferocemente, mentre gli occhi le scintillavanosotto le insegne luminose di Stewarte silenziosamenteallargavalaboccagià larga suglistrati sovrappostie sporgentidi un panino. Il suo neo si muoveva su e giù mentre m~sticava.All'inizio 62 avevo paura di quelle occhiatacce simili a ceffoni, ma mi ci abituai. E quando un giorno, ritornate in ufficio, mi chiese di leggereuna delle sue frasi per vedere se la grammaticaandava bene, capii che avevo cominciatoa piacerle nonostante la mia decadenzaborghesee rinaignoranzadella realtàche si rifugiava nell'infantilismodell'anarchia.Capiianchecheavevaintuitoche c'era qualcosa di poco chiaro nelle mie conclamate opinioni politiche. Arrogante, disonesta, non bella, fiera di essere "un duro", permalosa,insensibilee tuttaviacapacedi esseregentileo divertita quandoqualcosapenetravafino a lei, Rachelera per me una novità.Avevaun trattochecontinuavaa interessarmi:nonparlavamaidi se stessa.Il suostipendioera di venticinquedollarialla settimana.I suoivestitieranologoriperfinorispettoa quellidegli altriclienti di Stewartdi allorae sporchi. La solacosa che venni a saperedi lei fu che avevauna sorella in un sanatoriostataleper tubercolotici; andava a trovarla una volta al mese ma non la trovava particolarmente simpatica; la ragione pareva essere il' . fattoche era malatae quindi"buona a niente".Quantoa Rachel, la sua forzaera immensae ben prestomi resi contoche ispirava timore, un timore quasi fisico, a tutti quelli della cosiddetta scuola,incluso il presidenteBlack. Inoltremi resi conto che era lei il cervellodell'impresa e più tardi sospettaiperfinoche nella suaforzae duplicitàfosselei in realtàlaproprietariae usasseMr. Blackcome copertura.Probabilmentenon era così, ma non ho mai saputola·verità sil quantoaccadeva in quel luogo. Le sue sigarettevenivanorubate appositamenteper lei da un "uomo"checonosceva-come, ochi fossel'uomo, nonl'ho mai scoperto.Di tanto in tantoapparivanoaltri oggetti- una borsa nuova,unastilografica,unaccendino-dalla stessafonteo forse da un altro "uomo", ma non parlava mai d'amore o di storie amorosechenonfosseroquelledi VardisFisher.Avrebbedovuto odiarmi;la miacostante,sommessaacquiescenza,lemieesitanti correzionidevonoesserestatedifficilida accettare;manoncredo mi odiasse.Credo che ci commiserassimoa vicenda.Credo che pensasse che su di me incombeva la catastrofe, mentre io mi godevofinche potevo la miaallegravita da cicala, il mio "senso dell'umorismo",lamia"cultura", forse in unqualchegiornonon molto lontano, quando le carte non fossero state in mio favore, avrebbeperfinopotutodireunabuonaparolaperme, seneavesse avutovoglia. È probabileche siadiventataunadonnad'affari di successo,forse in un ramodi affari poco pulito, come la U.S.A. SchoolofWriting;masuscalamoltopiù vasta.Sembravaattirata da ciòche è oscuroe storto,e siccomecredevache la gente fosse in ogni caso costretta a farsi furba per via delle circostanze economiche, era come se per lei fosse dis-onestonon essere disonesta. "La proprietà è un furto" era una delle sue ·frasi preferite. . · PoveraRachel! Spessonon mi piaceva; mi facevavenire la pelled'oca eal tempostessomiattirava;quelche è certo è chenon potevo fare a meno di ascoltareogni sua parola. Per parecchie settimanefu il m'iooratoreprivatostile ColumbusCircle.La sua mancanzadi "passato", di un qualsiasi ambiente chiaramente definibile, l'impressione di forza che dava, l'impressione di essere in attesa della sua occasione,anche se era falsa e sciocca mi affascinava.Parlare con lei era come tenere sospesa in alto

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