Linea d'ombra - anno VIII - n. 53 - ottobre 1990

MORTE DEL TEEN-AGER Incontro con Dick Hebdige · a cura di Roberto Gatti Forse è un po' troppopresto per azzardareprevisionidi ampio respiro. Ma è quanto mai probabilechequestianniOttantaappenaterminati,dopoil crollo dei regimi comunistidell'Est europeoe la rapidissimadissoluzionedi quell'"edonismoreaganiano"che per una lunga stagioneha egemònizzatoil narcisismopost-ideologicodell'interomondooccidentale,lascinoin ereditàai Novanta in piena fase di allestimento anche un altro "cadavereeccellente":quello dei teen-ager dell'Occidente industrializzato. · · . Intendiamocibene, al finedi evitare inutiliequivoci.La "morte" (del teen-ager)di cui stiamoparlando,al contrariodi quanto è avvenutoaBucaresteaTimisoara,nonhaproprionulladi fisico,di corporeoeconcreto:alcontrario,dispiegai suoieffetti- totalmente indolori- nell'universodei simboli e dellemetafore.Ma non per questodeve essereconsideratamenosconvolgente,generalizzata e d~finitiva:soprattutto da parte di chi ha sempre visto nei fenomemdella sottoculturagiovanile,nella formaziònedi bande fralorocontrappostee rivali(rockere mod,punke skinhead,darke teddy-boy, della prima e seconda generazione) uno dei tratti caratterizzantidei decennicompresi fra i tardiCinquantae tuttigli Ot~ta. :ratti che, ora,rischianodi andareperdutiper sempre;edi l~c1are 1~ ered~tài propriele~enti distinti~i,lepropriepecul~tà pmappanscentIe spettacolan,aunasortadiMuseodegliOrroriòel giovanilismodi finemillennio. .Q~ellacheabbiamoappenaesposto è, in rapidissimasintesi,la tesidi fondoelaboratanegli ultimianni da DickHebdige,quanmt~nnei;>rof~ssordei Comunicazionial GoldsmithsCollegedell'Umvers1tàd1Londra,chealla sfaccettatissimacomplessitàdell'universogiovanile ha già dedicatotrelibri: Subculture:themeaningof style, del 1979, per i tipi della londinese Methuen & Co. (e pubblicatoanchein Italia,nel 1983,da Costa&Nolan,col titolodi Sottocultura: il fascinodi unostileinnaturale) e i recentissimi Cut 'n' mix e fliding in the light, entrambi editi dalla Routlcdge di Londra. · · ProfessorHebdige,sonopassatiormaipiù di dieciannidalla pubblicazionedel suo primo lavoro. Che cosa è accaduto di rilevante,nelfrattempo,nell'universodei teen-ager? Direi che, oggi, soprattuttoin campo musicale (che è _poiil puntofocaledi quellacheiochiamo ''sottocultura"),ledifferenzee lediversitàsianomaggioricheinpassato.Ma,contemporaneamente, sonoanchedell' opinionechelacoerenzacheesistevaneigruppi di sottoculturadelpassatonon siapiù tantoevidente.Indefinitiva, siamo in presenza di una maggior diversità e di una coerenza pressoché nulla. È dunque difficile, sempre più difficile, poter parlaredi unasingoladominante,cioèdi unasottoculturache trova il suopunto focalenellamusica:e questo è inpartedovutoal fatto che la televisione,e con lei l'industria dei videomusicali,hanno fornitouna seriedi risorseprima insospettabili,mettendoinsieme suonoe immagine.Dunque, l'idea stessa di una sottoculturache 56 emergegradualmente,e cherisultaabbinataa un luogoparticolare oa'unaclasseparticolare, è unqualcosachesemprepiùdifficilmente riesce a seguire l'iter di una decina di anni fa. Per capire le differenze,proviamoa fareunrapidopassoall'indietro.Lo schema tradizionale-:--stabilitodurante gli anni Sessa}!tae Settanta - significavaemergere,trovaree fondaredellesocietàedeiclub,tutti coesiattornoagli stessi interessimusicali.Significavapoi, magari dopo due o tre anni, essere conosciuti dalla stampa: e diventare subito- se mi si passa il termine- un "simboloquasi morale" dell'universo giovanile.Ora tutto questo iter non esiste più: ora, questo intero ciclo di sottocultura è diventatomolto più rapido, perchénuove tendenzee nuovi stili appaionoin continuazione.Il risultato è che l'idea stessa di una sottoculturacontrappostaalla culturadominantenon è più sostenibilein alcunmodo. Infatti, la culturagenerale è oggi talmente~rvasa da immaginialla moda, dallostilee dal design,che sipuò quasi direche tendeessa stessaa diveniresottocultura.Contutte le conseguenzedel caso. È da questeconsiderazionci heha trattole sueipotesirelative alla "mortedel teen-ager"? Anche da queste, è evidente. Ma direichelascomparsadei teenager si riferisce soprattuttoa una sorta di mitologiagiornalistica ' apparsaper la primavoltaversola fine dei Cinquanta:unamitologiachecoinciseconl'importazionedagliStatiUnitidelconcettoamericanoal 100 percento- di 'delinquentegiovanile'.Questoda un lato,D'altro canto, l'idea di 'mercati per giovani' in continua, rapidissimaespansione- potrei definirli,forsemeglio,comedei 'laboratori per lo scambio culturale' - trasformò la gioventù, subitodopo la guerra,in unasortadi metaforaper il cambiamento sociale. In altri termini, domande tipo 'quale sarà l'aspetto della nuovasocietà?', 'che cosadobbiamofarepernon ripeteregli errori tragicidelpassato?', individuarononeigiovani,quasifatalmente,il loro punto focale. Ora, il fatto che ì teen-ager siano 'morti' si riferisceali' esaurimentoassolutamenteevidentedi questamitologia: chenonpossil;XJpeiùquellacapacitàtrainante,cosìesplicitae chiaraneidecennicompresifralafinedeiCinquantael'iniziodegli Ottanta. Perqualiragioni,secondolei? Innanzitutto,per ragionisquisitamentedemografiche.Ormaiil babyboomsi è completamenteesaurito,ilcalodelleclassigiovanili di età - intesein sensodemografico- è quàntomai vistoso:e non è uncasoche sia il marketingche la pubblicitàtrovinosempre meno interessanteil mercatogiovanile. E si orientino,di conseguenza, verso altre fasce di consumo: innanzi tutto quella dei wooffies e dei dinkies, comedire le coppie a doppioreddito senza figli;poi gli anziani,che sarannoil veropunto focaledelle società industrializzatedel Duemila; infine gli yuppies, che sono stati il mitodel decennioappenaterminato,gli eroidi una fasciad'etàcompresafra i ventie i trent'anni-;- infinitamentepiù affluenteda unpuntodi vistafinanziario. Come vede, dunque, anche quando continuanoa parlare di "giovani",il marketinge lapubblicitàprendonoinconsiderazione soloquelliprovvistidi unamaggiordisponibilitàfinanziaria.Finoa dieciannifa (e amaggiorragioneprima) la tendenzadominanteera quella che sottolineava il giovane addobbato con i jeans della Levi's: oggi, al contrario,la tendenza è quelladi metterein lucele

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