Linea d'ombra - anno VIII - n. 53 - ottobre 1990

~escono a in?hiottirli o a trasportarli. In uno degli studi compiuti m Gabon, nsultava che le scimmie fossero gli agenti della dispersione per il 67% dei frutti mangiati da animali nell'area in oggetto. Gli animali diffusori di semi più importanti per gli alberi a larga chioma e per le liane- grandi scimmie e grandi uccelli - sono_i_primi a soccombere alla caccia di sussistenza degli uom1m. In vaste aree della foresta africana la caccia ha già drasticamente ridotto di numero o completamente eliminato sia questa specie che gli elefanti. Aj tropici, nel Nuovo Mondo la situazione non è molto diversa. In queste aree scimmie, ucc~lli trombettieri, tucani, uccelli di Curaçao, guani, corvi della frutta a?Uti, r~tti di Suriname pipistreili sono tra i principali agenti di ~bsper~mne aerea. Le prime cinque specie vengono cacciate mtenstvamente per le loro carni e sono oggi scarse o assenti in vaste zone di foresta neotropicale. Chi si occupa di foreste ha per lo più trascurato il soggetto della dipendenza della biodiversità vegetale da mammiferi diffusori di semi. Dieci anni fa, però, D. Y. Alexandre ha pubblicato un articolo in cui si dimostrava l'importanza degli elefanti nel sistema di riproduzione degli alberi di una foresta della Costa d'Avorio. Aveva individuato trentasette specie di alberi i cui semi venivano portati in giro dagli elefanti; di queste soltanto ~CIENZA/EMMONS' sette avevano diffusori alternativi (scimmie e uccelli). In un territorio abitato da elefanti, aveva scoperto che su duecentouno esemplari d'albero ottantatré appartenevano a specie la cui diffusione era affidata proprio a questi animali. In una foresta dove l'uomo aveva eliminato gli elefanti un secolo prima, non sembrava ci fossero molti alberi giovani appartenenti alla maggior parte delle specie propagate dagli elefanti e di due delle specie più importanti non ce n'erano affatto. (Per una coincidenza, una di queste ultime due è in assoluto la specie più importante per due degli scoiattoli più grandi da me studiati in Gabon - uno mangia le nocciole sugli alberi, l'altro al suolo.) Una volta che siano state svuotate di grandi scimmie, grandi bucerotidi, tucani, turacos, uccelli trombettieri, guani, uccelli di Curaçao e elefanti, ci si può aspettare che queste foreste pluviali dalla ricchezza incredibile comincino gradualmente a perdere specie di alberi, di liane e di altre piante. Le specie propagate da animali di grossa taglia saranno rimpiazzate da. specie la cui diffusione avviene ad opera del vento; le specie i cui germogli cresc~no al cope~o nel sottosuolo non ce la faranno e in ogni area ct saranno specie meno numerose e più comuni. E quando le foreste si impoveriscono di piante, anche le specie animali cominciano a declinare. Tutte le complesse, intrecciate catene cominceranno gradualmente a degradare e a degenerare; e le specie _estinteprobabilmente non torneranno mai più. Cht poteva pensare che, con la scomparsa degli elefanti dalla foresta pluviale africana, trenta tra le principali specie di alberi sarebbero sparite con loro, così come i due scoiattoli giganti che si nutrono dei loro semi, e chissà cos'altro? O che, per mancanza di poche specie di scimmie, l'intera struttura e natura della foresta pluviale tropicale conosciuta sarebbe stata trasformata? L'obiettivo della conservazione dell'ecosistema dovrebbe essere il tentativo di prevedere e prevenire tali cai:nbiamenti. La caccia di sussistenza deve essere gestita secondo criteri di ragione·volezza. Le scimmie e gli uccelli di grande taglia dovrebbero essere monitorati con cura e forse non bisognerebbe dare loro la caccia in assoluto. La foresta più ricca di frutti produrrà il maggior numero di pecari, paca, cervi o antilopi tuffatrici, ma pochi cacciatori sanno che è la scimmia che garantisce la sopravvivenza degli alberi da frutto. · Quando le foreste vengono sfruttate per la loro legna, gli abitanti del posto sanno che devono lasciare strisce di foresta per gli alberi da semi, ma pochi capiscono che queste strisce sono altrettanto importanti per gli animali che ci abitano e che i corridoi che tagliano le foreste sono necessari perché gli animali le raggiungano. Si è detto spesso che quando una vasta area di foresta pluviale è stata abbattuta, non c'è modo che ricresca. Una delle ragioni può essere che i cicli della riproduzione che richiedono che gli animali impollinino i fiori e disperdano i semi sono stati fatalmente stravolti. Dobbiamo lavorare sodo per scoprire i processi che fanno di una foresta un sistema diversificato e per capire le misure necessarie a mantenerlo come è. Come si è visto, il disboscamento non è l'unica minaccia che grava sulla varietà di una foresta pluviale. Da "Orion" voi . 8, n. 3, estate 1989. Copyright Louise Emmons 1989. 45

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