Linea d'ombra - anno VIII - n. 53 - ottobre 1990

SCIENZA/EMMONS La differenza è più o meno la stessa che c'è per gli alberi, in un rapporto di circa dieci a uno. Se guardiamo un po' più da vicino i tipi di alberi, uccelli e mammiferi delle foreste pluviali, alcune costanti cominciano a emergere. Per gli alberi, possiamo rivolgerci di nuovo agli studi compiuti da Al Gentry, il quale si è posto una semplice domanda: passando da un luogo che abbia un numero relativamente limitato di specie di alberi, diciamo una foresta tropicale secca, a un luogo che ne abbia molte, come una foresta pluviale tropicale ad alta umidità, quali tipi di alberi bisogna '.'aggiungere" alla comunità? I brillanti risultati dello studio mostravano che più specie di grandi alberi (di più di dieci centimetri) ci sono in una foresta, più essi dipendono da uccelli e mammiferi per la diffusione dei loro semi. In una foresta secca i semi di circa il 64% degli alberi vengono dispersi da uccelli e mammiferi, mentre i semi del restante 36% devono affidarsi agli elementi naturali, vento, acqua e sole; ma nelle foreste pluviali più umide e più ricche di specie un buon 94 % degli alberi ha semi che vengono portati in giro dagli animali! Quanto più una foresta pluviale tropicale si arricchisce di specie, tanto più i suoi alberi dipendono da animali che ne trasportino i semi in luoghi dove possano crescere. Ci possiamo porre una domanda simile a proposito degli uccelli e dei mammiferi che si "aggiungono" quando si passa da una foresta temperata o da una foresta tropicale secca a una foresta tropicale umida. Gli studi da noi compiuti in Gabon mostravano che virtualmente tutti i mammiferi "extra" di una foresta pluviale tropicale erano o mangiatori di frutta (cinquantasei specie) o mangiatori di insetti (quarantasette specie), con una netta prevalenza di mammiferi fruttivori nel gruppo degli "eccedenti" (in una foresta della Virginia ci sono soltanto sei mammiferi che si nutrono di frutti). John Terborgh ha confrontato le differenze tra le abitudini alimentari degli uccelli di una ricca foresta temperata che ne ospita quaranta specie e quelle delle duecentosette specie di uccelli di una foresta pluviale che ne possiede un·tale numero. Di nuovo, la differenza più grande stava nel numero di uccelli la cui dieta includeva frutti o nettare - sette specie nella foresta temperata contro le ottantaquattro della foresta delle piogge - con una differenza più piccola ma ancora significativa fra gli insettivori, ventisette contro novantotto. Il rapporto tra i brandelli di informazione appena forniti diventa ora più chiaro. Le foreste pluviali sono sorprendentemente ricche di specie di alberi, ma non di alberi qualunque: in 44 particolare di alberi i cui frutti vengono mangiati e i cui semi dispersi da uccelli e mammiferi. Le foreste pluviali sono ricche anche di uccelli e di mammiferi, ma non di uccelli e mammiferi qualunque: in particolare di quelli che si nutrono di frutti. La biodiversità di ciascuno è vincolata alla biodiversità degli altri. L' enorme numero di vertebrati sembra fondarsi sul numero delle specie vegetali e sulla produzione di provviste di cibo durante l'intero arco dell'anno. Ma che dire delle specie vegetali? Perché ce ne sono così tante in una foresta delle piogge tropicale? Gli scienziati non si sono ancora trovati d'accordo sulla risposta, anche se le congetture sono molte. Aggirando la domanda, ci possiamo ancora chiedere: come fanno tutte queste specie di alberi a sopravvivere dal momento che ognuna di esse ha così pochi esemplari? Come si riproducono? Tra le risposte possibili ce n'è una che indica una delle segrete minacce incombenti sulla conservazione di questi ambienti naturali. Se una ricca foresta pluviale tropicale virtualmente fatta di specie rare deve mantenere la sua biodiversità locale, bisogna che ogni singolo albero riesca a lasciare dei discendenti. Molta della ricerca recente ha suggerito che la dispersione dei semi lontano dall'albero capostipite aumenta di molto la possibilità che unà nuova pianticella cresca e sopravviva. Semi e teneri giovani germogli sono tra i cibi più ricchi che la foresta mette a disposizione degli animali e la grande diversità di organismi in una foresta pluviale significa che c'è un gran numero di animali affamati in cerca di semi e germogli. Tali animali, dai topi ai coleotteri, trovano con rapidità i frutti e i semi che cadono alla base di un albero da frutta. Parimenti elementi patogeni come funghi o nematodi della terra si accumulano presto dove si ha una concentrazione di semi o germogfi di un'unica specie e si diffondono da un seme o da un germoglio ali' altro. I semi e i loro germogli, se allontanati da tali concentrazioni, hanno molte più possibilità di non essere scoperti da organismi atti a distruggerli. L'altro grosso vantaggio della dispersione è che i semi vengono sparsi in una grande varietà di punti che hanno condizioni diverse, di modo che alcuni di essi possono cadere in luoghi ideali per la crescita, per esempio la cavità piena di terreno fertile in cima ai termitai oppure dove la morte di un albero ha creato un passaggio alla luce del sole. Gli uccelli e i mammiferi che mangiano i frutti e spargono i semi possono dunque essere il fattore che permette ai semi di essere piazzati in posizioni buone per la loro crescita e la loro riuscita. Non è certo per caso che dall '80 al 95% delle specie di alberi delle foreste pluviali tropicali abbiano frutti che vengono sparsi da uccelli e mammiferi. Gli uccelli e i mammiferi che· compiono questo lavoro sono vitali per il mantenimento del numero delle specie vegetali che, col)le si è visto, pei:mettonò a un alto numero di uccelli e di mammiferi di vivere. Molte specie di alberi della foresta pluviale, in particolare quelle i cui germogli si assestano nell'oscuro sottosuolo della foresta, hanno grossi semi dotati di una grande riserva di energia, sufficiente a permettere ai germogli di crescere e mettere foglie senza molta energia solare. Questi frutti e semi sono spesso così grossi che soltanto uccelli o mammiferi di grandi dimensioni

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