.. CONFRONTI Scrittricea Beirut. IncontroconGhadaSamman a cura di Paola Di Capua e Isabella Camera d'Afflitto Il testi che segue è tratto da una lunga intervista rilasciata dalla scrittrice siriana a Paola Di Capua nell'ambito di un suo studio su "la rivolta negli scritti di Ghada Samman", e da un'altra intervista apparsa su "la Presse" di Tunisi il 21 aprile 1989, rilasciata alla nota scrittrice tunisinalalila Hafsia. lnltalia questa scrittrice siriana non è conosciuta. I suoi libri, pubblicati a decine di ristampe, sono diflusissimi, tanto da farla considerare uno degli scrittori più letti di tutto il mondo arabo. Scrittrice di grande carattere, spregiudicata fino alla provocazione, è sicuramente una delle più inleressanti personalità del mondo letterario arabo.MalgradovivainEuropadamoltianni,lasuascrittura,tipicamente araba, lascia trasparire tutta l'ansia e l'angoscia del Vicino Oriente di oggi tormentato e dilaniato da guerre, stragi, oppressioni, intolleranze, ecc. I suoi scritti sono caratterizzati da un radicato e polemico impegno sociale e politico su cui hanno influito, non poco, gli avvenimenti tragici del mondo arabo dal conflitto arabo-israeliano del 1967 alla fratricida guerra-civile libanese. Quando ha cominciato a scrivere e a pubblicare, un giornalista siriano l'ha accusata di non essere lei l'autrice dei suoi romanzi. In un articolo intitolato Grande scandalo letterario: chi si nasconde dietro Ghada Samman? apparso su "al-Kifah" di Beirut, l'articolista sosteneva che uno scrittore-donna non poteva avere un tale talento, e che di sicuro dietro la penna di Ghada Samman si nascondeva il padre, professore universitario e rettore dell'università· di Damasco. Dice di lei lalila Hafsia: "Ghada Samman ha l'occhio di un pittore, l'orecchio di un musicista, una penna spesso polemica." (Isabella Camera d'Afflitto) Non so esattamente comepresentarmi al lettore italiano. Gli potrei dire quel che ho detto al lettore arabo in un mio romanzo, e cioè: "Sono una beduina di duemila anni, hanno provato a seppellirmi viva nel deserto e a sotterrarmi sotto la sabbia perché ero nata femmina, ma non ci sono riusciti. Mi hanno ucciso parecchie volte ma io sono sempre rinata dalle ceneri per volare ... e scrivo!" Potrei presentarmi con questo stile o usare un modo più semplice e dire che sono una scrittrice e una donna che lavora, unamogliee una madre di un ragazzo di diciotto anni ...Corro dalla mattina alla sera per lavoro. Vivo numerose vite di madre, ,di giornalista, di scrittrice, e di proprietaria della mia casa editrice "Mansurat Ghada Samman" (Edizioni Ghada Samman). Mi sono laureata in letteratura inglese all'università di Damasco, in seguito sono andata all'Università Americana di Beirut dove mi sono interessata, in particolare, al teatro den ►assurdo. Poi come tutti i giovani che vogliono scoprire il mondo ho cominciato a viaggiare per l'Europa, facendo i più svariati lavori. Sono stata giornalista-e lo sono tutt'ora, curo diverse rubriche su vari giornali arabi - ho lavorato come assistente all'Università di Damasco, come speaker radiofonica alla BBC di Londra, come traduttrice. Ho tradotto in arabo, tra l'altro, People and Places di Margaret Mead. Ho scritto commedie per la radio. Nel 1977 ho fondato la mia casa editrice "Manshurat Ghada Samman", perché mi sono ribellata contro tutti gli editori, e così ora mi pubblico da sola i miei libri. Sono una scrittrice araba, figlia della civiltà del bacino orientale del Mediterraneo, tanto vicina alla civiltà italiana. Sono una donna borghese-musulmana che ha deciso di ribellarsi contro i modelli prestabiliti per la sua vita e di impegnarsi con la libertà, nella stessa misura in cui ogni persona, uomo e donna, tende a essere un individuo libero. Io penso che la ribellione non si a affatto unarinnegazione del passato e una rottura dei rapporti con l'eredità, ma una revisione del1' ammasso di idee ereditate e div alori mummificati sotto i qual i soccombe l'essere umano, sia uomo, sia donna. La donna è più penalizzata perché è "l'oppressa degli oppressi". Quando nella nostra società la donna era !'"oppressa degli oppressi" era naturale che le scrittrici arabe intraprendessero la via della difesa delle dorine. Ma io penso che la liberalizzazione della donna sia una missione che non deve ricadere sulle spalle della sola donna, ma soprattutto su quelle dell'uom"o colto. Se con i miei scritti ho dato una mano al femminismo arabo, ne sono fiera, e forse questa è una delle ragioni dell'interessamento del lettore arabo ai miei scritti. ' Sarei felice di far conoscere i miei libri anche in Italia. Come editore mi auguro che venga tradotto per primo il romanzo Kawabis Beirut (Incubi di Beirut), che è stato già tradotto in tedesco, polacco e russo, con risultati incoraggianti. Tra breve uscirà in tedesco anche Beirut 75. Si potrebbero tradurre anche diversi racconti brevi, ma so che non sono mai troppo richiesti. Come scrittrice non faccio grande distinzione tra le mie opere, ma trovo che i romanzi Layfol-miliyar (La notte del miliardo) e • ~- . Kawabis Bei~ut: sono rappresentativi di una certa società araba contemporanea. È difficile dire quale sia l'autore occidentale che preferisco. Non posso limitarmi a un solo nome. Avendo studiato letteratura inglese è naturale che preferisca proprio qualche autore inglese, ma in un panorama mondiale delle letterature sono molti gli autori che vorrei citare. Imiei scritti hanno indubbiamente subito l'influenza di molte scuole letterarie, dalla classica a quella d'avanguardia contemporanea. Potrei ricordare tanti nomi significativi come Virginia Woolf, Simone de Beauvoir, Marguerite Yourcenar, Hermann Melville, Henry James, Flaubert, Daniel Defoe, Shakespeare, Dostoievskij, Conrad, Durrell, Hugo, Balzac, Mailer_. Pirandello, Moravia, Thomas Eliot e tanti altri. Ma sto trattando ingiustamente tanti altri geni che mi hanno sicuramente influenzato e che adesso non ricordo. Sono certamente influenzata dalla letteratura occidentale, ma questo non significa che sia un suo strumento. Con il tempo ho cambiato il modo di scrivere, ma non è cambiata la sostanza. Lo scrittore nella maggior parte dei paesi arabi si impegna coraggiosamente in una guerra continua contro le tradizioni, il potere e tutte le forze che cercano di opprimere la libertà di pensiero. Io faccio parte di questa battaglia dal primo articolo sulla liberazione della donna, che ho scritto nel 1961. Quella volta uno sheikh di Damasco pubblicò un esposto contro di me, replicai con un altro articolo sulle ragazze e la costituzione. Questi sono stati i miei scritti precedenti alla pubblicazione del mio primo libro A inaka Qadari del 1962. Alcuni miei libri sono stati.vietati in questo o quel paese arabo, e il più delle volte sono stati vietati per motivi politici (anche se io non sono iscritta a nessun partito). Rimango una scrittrice perseverante nella lotta per la libertà di pensiero nel nostro mondo. Sono stata anche accusata di essere narcisista. L'accusa mi è stata rivolta da un critico, non un accademico, tale George Tarabishi, nel numero del "Magazine Littéraire" del marzo 1988; dedicato alla letteratura araba. Probabilmente ciò deriva dal fatto che il critico arabo,per quanto abbia raggiunto una certa libertà, rimane nell'intimo un maschio e giudica insignificante la donna che rassomiglia a un uomo, che ama il proprio lavoro, che sta bene nella sua pelle: le suis bien dans mapeau!! Questo è tutto! E lui mi ha accusata di essere narcisista!!! Sono stata anche accusata di prediligere personaggi femminili, ambienti e situazioni tipicamente borghesi, ma io credo che l'artista abbia il diritto di scegliere il suo materiale per il messaggio che vuole trasmettere. Mi capita di scegliere personaggi maschili, donne borghesi e aristocratiche, una gatta,~ b~- bino, un uccello, o qualcosa altro... L'importante è quello che voglio dire, per mezzo di un· qualunque personaggio. Nel romanzo Beirul 75 h~ descritto situazioni e problemi del ceto più povero attraverso personaggi come Mustafa e Abu al-Mala, che sono poveri. Io insisto sulla mia libertà di scegliere liberamente tutto ilmateriale narrat_iv_oche vo~lio, ~~ paura di cattive interpretazioni. Il personaggio dei nue1 romanzi è ~ss1bde, ~a non reale. Nessuno di questi è trasportato come una fed~le copia dalla vita alla.fiction, però devo anche dire che nessun personaggio nasce dal vuoto assoluto.. - _ . Per concludere vorrei dire che il fatto che uno scrittore araboabbia vinto per la prima volta il premio Nobel non incid7 ~irettam~te sulla letteratura araba, ma ha maggiore rilevanza ~ull!_v1S1o~eche il lettore straniero ha della letteratura araba, perché susc1terailsuo mteresse e la sua curiosità, spingendolo così alla lettura della nostra letteratura, e questo è sicuramente un effetto molto positivo. . , . Per quello che mi riguarda io scrivo J?Crché i:noruo; scn~o per infiammare la vita; scrivo per dimenticare; scr:ivoper~':°rdare; scrivo per sopportare la solitudine e quella sensazion~ d1t:5trane1tache sen~ dentro la prigione del corpo; scrivo per sentimu_ uruta ~a gente; ~1vo per sopportare questo mondo; scrivo per cambiarlo; scnv~ perch~ sono una donna; scrivo perché sono un esser~ umano-donna; scrivo per mcontrare i miei veri amici in ogni parte del pianeta. 41
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