NOVITÀ ELISABETSHCHÙSSLEFRIORENZA INMEMORIADI LEI Unaricostruziofneemminisdtaelleoriginciristiane pp. 408, L. 45.000 Il migliofrruttodellateologidaell'altrametàdellachiesa. L'autricec,attolicad,ocentdei NuovoTestamenatoll'UniversitàdiHarvardri,costruiscseu, llabasediunaoriginale esegesicientificdaelNuovoTestamenitlo, ruolo ela funzione delladonnanelmovimenctoristianporimitivoa,ldilà delledeformaziopnaitriarcaslui biten.elcorsodeisecoliU. n librochecostituislcaebasediogndi ibattitodiernsoulruolo delladonnanellachiesa. DIETRICBHONHOEFFER UNAPASTORALEVANGELICA a curadi ErmannGoenre Introduziondei E.Bethge pp. 120, L 14.000 UnostudiotenutoalSeminarciolandestindoiFinkelwalde peri pastordiella•Chiescaonfessantnee• l 1935, tradotto perlaprimavoltainitalianoU. naguidapreziosalu,cidae fecondap,ertutticolorochesonoimpegnantei lla«curda'anime•nellachiesadi oggi. \ GERDTHEISSEN L'OMBRADELGALILEO Romanzsotorico pp. 272, L. 32.000 L'autoren,otodocentdeiNuovoTestamenatoHeidelberg, rendeaccessibailipubblicoc,onunafeliceinvenzio.naer-. rativai,risultaptiiùrecendtiellaricercastorico-sociologica suGesùeilsuomovimentLo'.intreccidoelracconto è fittizioma il quadrostorico-sociale è reale permettdei ricostruirei fattistoricai partiredallamentalitdà'ungiovane ebreocontemporandeiGoesùeimmersnoell'ambiente socialeereligiosdoelgiudaismdoell'epocUa.nsuccessino- .ternazionapler,emiatdoai•libraireligiosfi•rancesi. G.BOF,A.GALLASB,.GHERARDINI, W.KRECK, M.C.LAURENAZ.I,MODAP,.RICCAB,.eS.ROSTAGNO BARTHCONTEMPORANEO a curadiSergioRostagno pp. 256, Lire 35.000 Chiaprequestloibronon è obbligataosaperteuttodiBarth ma,seloleggeim, paremràoltoL.aprimapartedelibroverte sulBar1dhella Dogmatica, einparticolasruelladottrindaella eleziondeivinala, secondsaulBarthecumeniceolaterza ·sulBarthpoliticoe pastore. PAOLONASO COMEPIETREVIVENTI.. Immagineitestimoniandzeicristianpialestinesi pp. 96, L. 8.500 (Dossier 25) L'«lntifad~p•alestinesecoprel'efficacidaelmetodnoonviolentoE.·l'occasiotannetoattesaperlapacep:erchJésraelenonrispondeIl?ruolodellechiesecristianiensenoal popolopalestinesUen. 'inchiesstaeria.eedquilibratfao,ndata suunaconoscendziarettac,hemira capirepiùcheaproporresoluzioni. ROLFRENDTORFF INTRODUZIONE ALL'ANTICTOESTAMENTO Storiav,itasocialeletteratudra'Israele inepocbaiblica acuradi DanielGe arron•e · pp. 416, L. 42.000 1risultadtiellaricercsaustoriaB, ibbieasocieteàbraicaU.na guidaindispensabpielerchidesideirni iziaruenaletturacriticadell'A.Ts.,ituandgoliscrittdi ellaletteratuerabraicanticanellavitasocialen,ellastoriaenelpensieroeligioso ebraicodeltempo. claudiilrla ViaPrincipTeommaso1, - 10125Torino c.c.p.20780102 - tel.011/68.98.04 - FAX65.75.42 CONFRONTI Sandro Veronesi in una foto di G. Giovannclli. punto di osservazione viene posto privilegiatamente tra i ceti borghesi urbani: qui il centro delle trasformazioni omologanti, e rov.esciata dal!' alto verso il basso la dinamica di espropriazione culturale, rispetto al modello sociologico pasolinjano. A risultarne è sì una degradazione infinita, un lento affondare in una temporalità senza redenzioni, ma rappresentata con un'osceno candore che allontana e distingue il romanzo da quell'altro modello, moraviano (Gli indifferenti soprattutto, ma sé non sbaglio anche/l conformista), cui Veronesi così esplicitamente guarda, e glossa, e aggiorna, per tanta parte del suo testo. Nemmeno l'assolutezza sordida e repulsiva che Moravia poteva esibire nel lontano '29 sembra ormai più raggiungibile. Allo studio tutto in negativo di un'antropologia borghese sembra così sostituirsi. una nostalgia di purezza, trapunta di sentimentalismo moraleggiante. Quel medesimo stile, asciutto e iperreale, febbrilmente acceso in Veronesi da. sinistre illuminazioni descrittive grottescamente distorte, sprofonda qua e là in una scontata retorica d'occasione, per cui, ad esempio, "il confondersi delle forme, in una civiltà, è il primo sintomo della regressione in barbarie". Altre volte, pure va detto, lo scandaglio sa pescare più a fondo riguardo.· alla me tropo.li mfilti-etnicae tardo.-mo.dema:"a Roma, esistevano.davvero solo.mino.ranz~ (di cui si fa parte per ragio.ni di identità) e la massa (di cui tutti fanno.parte, anche le mino.ranze). N6n esisteva nessunà maggio.ranza". E d'altra parte, per quanto incline a una intuitività di tipo.sociolo.- gistico, ben si avverte come l'autore non abbia inteso. rinunciare alle lusinghe del ro.manzoro.manzo..Le pagine infittiscono. di peripezie quo.tidiane, di saturazioni retro.spettive con valore di supporto. La stessa folla dei personaggi di contorno non sempre sfugge al, senso di una qualche rigidità programmatica: èlilcaso di Damiano., tutto.compresoìlella sua "venerea esuberanza" già votata alla Nemesi; è la strabica virago. istericamente esemplificata da Beatrice Plana; è il timbro disperatamente positivo che connota insomma il buon Bruno Cavalcanti, un po' a fai_r:icordare il Maciste pratoliniano in Crofl{lche di poveri amanti, qui ero.e di una impo.ssibile lo.tta contro l'impero mediale. Carto.ncini, sembrano., aconfro.nto con la diversa felicità di un '-altrainezza figura come Vittorino., il Caro.ntino traghettato.re verso. i luoghi inferi dell' aggrçgazione giovanile no.tturna;con quel suo. velleitarismo. infelice e fabulato.- riamente ossessivo. E contrastanti, in definitiva, anche le impressioni suscitate dalla chiusa secca dell'epilogo.. Davvero difficile no.n apprezzare la sapiente gradazio.ne con cui Veronesi lo prepara: èo.ntutte quelle caratteristiche settecentesche e ilarmente sterniane attribuite in esordio alla va.ce narrante ("Mentre Mète risponde al telefono, approfittiamone per spiegare chi è questo Dani"); che via via trapassano in controcanto coscienziale del protago.nista, in apostrofi strettamente a rido.sso della sua faticosa risoluzione esistenziale ("E tu, Mète, come puoi vedere la beatitudine in tutto questo? È una maledizione, invece, e tu lo. sai ..."). Resta il fatto che il romanzo. si fa sintetico. e ultra-oggettivo. proprio là do.veil lettore ambirebbe analisi e appro.- fondimento. Per delineare alcunché di conclusivo. o.ccorre così appigliarsi a quell'immagine incoata di ascetismo. laico, eroico in quanto a contenuti inespliciti almeno. quanto. eso.tistico.nelle forme, che Mète sembra eleggere a viatico salvifico.; in una sorta di rernissio.ne di co.Ipa da sco.ntareco.nla lontananza, rnissio.naria o guerrigliera che sia. Mentre diversa è la Io.ntananza separata cui sembra o.ffrirsi, ancora più fuggevolmente, Belinda; che pare qui testimoniare del senso di una interio.rità borghese finalmente raggiunta, fatta di selezio.nati collegi americani e di cultura pazientemente instillata, sull 'o.nda di trasferimenti edipici senza soluzione di co.ntinuità né drammatiche cesure. Bildung degradata, posta, chissà, a rico.rdarci i persistenti distinguo materiali coestensivi a quella grande o.mologazione che sempre più impetuo.- samente ci travo.lge. · Co.n Gli .ljiorati Veronesi ha insomma calato. sul tavolò svariate carte del suo.nutrito mazzo da gio.co. Si tratta per il futuro di organizzarle meglio. in figura, snellendo. e scartando dove po.ssibile; rendendone più trasparenti e so.Iidali i vinco.li regolativi, a tutto. favore del piacere profondo. della partita. E senza trascurare una ' più rigo.rosadifesa di quello.stile di cui o.riginariamente egli si è mo.strato in possesso. Scrisse una :vo.ItaPasolini - difficile dire se a torto o a ragia.ne -.che la Morante avrebbe dovuto. limare e coltivare La storia per qualche altro. po.' di tempo (e di anni parlava!). È possibile tutto.ciò ora si chiami editing, e si riso.Ivain non più di una manciata di o.re.Co.mèche sia una re~ visio.nepiù puntuale avrebbe evitato, poniamo, il "sipario frago.lino delle palpebre", o la "posa inco.mmo.vibile" della povera Belinda, o pèr altro. verso la "parano.ia di grida feline, risate, battimani". E per cortesia lasciamo. cadere dai risvo.ltidi copertina il nome diFitzgerald; di cui no.i,o.ggi,possiamo. al massimo. condividere il senso di una civiltà opulenta ed ego.tistica sino. all'assurdo, non più quell'estasi primeva di felicità che dell'americano. co.stituì il sogno. irripetibile e la tragedia.
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