Linea d'ombra - anno VIII - n. 53 - ottobre 1990

CONFRONTI futuro, accanto alla prima, sostanzialmentepositiva, compare un'altra società dai tratti grottesctii- la caricaturadel peggio della nostra presente. E parallelamente alla lotta estrema di Connieper salvaredallasperimentazionescientificail suocervello- lamentee la coscienza- si svolgenel futurounaguerrafra le duesocietàpossibili.L'utopia•positivae quellanegativasono il luogodi socializzazionedovela'Tesistenzasolitariae disperata di Connie- Iacti1mcolaemarginatanevroticadi razza inferiore - siarricchJscedi significatouniversalee, nonostantela sconfitta, aiutaa sperare in un rimediopossibile. Pensierofortein questolibro,dicevo,perchévisi riconosce il ·nemicoin carne e bssa e si afferma la positivitàdella lotta. Note 1) Women on,the Edge o/Time, nell'originale. Il libro dell'autrice americana(chemeriterebbe4iesseremeglioconosciutainltàlia)civiene proposto dall'editrice Elèuthera di Milano (trad. di Andrea Buzzi, pp. 415, L. 32.000). È la storia di una donna rinchiusa in manicomio. Richiama immediatamente un altro titolo recente della stessa Elèuthera, Il pregiudizio psìchiatrico di Giorgio Antonucci. 2) Dal saggio su Ingeborg Bachmann, in: Pini e sabbia del Brande- . burga, E/O, Roma 1990. 3) Nei confronti di un'internata in manicomio, il potere estraneo è rappresentato da medici e psichiatri. Ma quel che è detto di loro vale per ogni altro specialismo. Contro il meccanismo oggettivo ben poco può l'eventuale buona e contraria volontà del singolo specialista. • 4) Il luogo futuro rappresentato da Pierce nelle visioni di Conriie e i personaggi che lo abitano non sono convincenti, arrivano ad annoiarci; Pure, sì tratta di una parte essenziale del libro, che conferisce significato alla rappresentazione del presente, oltre a potenziarne e rallentarne a un tempo il ritmo ossessivo. Che.non sia riuscita dipende anche da una intrinseca debolezza della cultura americana, cui l'autrice appartiene. Negli autori e nelle autrici degli Stati Uniti il recupero di valori C2ancellati dalla dialettica dell'illuminismo coincide spesso col rifiuto globale della civiltà europea, che nel loro paese è solo quella post-rinascimentale e colonialistica, e specialmente post-rivoluzione industriale e capitalistica. Se si esclude qualche riferimento approssimativo e disorganico alle culture asiatiche (soprattutto a nozioni isolate dal buddhismo e dal taoismo o dall'organicismo yin-yang), l'utopia positiva si vale principalmente di elementi delle civiltà autoctone americane, prima dell'occupazione dei bianchi. Troppo deboli e primitive per essere assunte ad alternativa della civiltà contemporanea, sono del tutto impraticabili a proposito di un problema centrale, il potenziamento del sapere scientifico, con indirizzo e liso alternativi a quelli in atto. Senza di che, la civiltà tecnologico-capitalistica risulterà inevitabilmente vincente. L'Appassionatae la TristeSiJlnora. , Dialogoal femminiledi Mar.aSchiavo schema che prevede che i fatti di innamoramento producano sempre un soggetto, l 'innamorato, e' un oggetto, la persona amata, che prima o poi si invertono le parti, trasformandosi l'uno in oggetto del rifiuto del secondo e l'altro in soggetto attivo della pena del primo. Schema destinato, arcaico e arcano, che non prevede soluzioni né vie d'uscita e che rimanda -proprio là dove più sembra si ricerchi spazio per l'invenzione, come potrebbe essere nella relazione tra due donne - a uno scacco originario, a un vuoto che non si lascia colmare, a una perdita primaria che ha sedimentato forti nostalgie e un tenaèe attaccamento al sogno o all'illusione. MariaNadotti È uscito di recent~ per i tipi della Giunti Astrea, dopo alcune peripezie che lo hanno sballottato da un editore all'altro e alterato se pur di poco nella struttura interna, il bel libro Discorso eretico alla fatalità della sicilianatorinese Maria Schiavo (pp. 144; L. 20.000) .. ,Scritto di getto nell '85, come capita quando la materia dello scrivere impone all'autore tempi e ritmi caldi, affannati, velatamente esorcistici, questo romanzo dall'apparente forma di dialogo è una lucida ricosJrUzionesolitaria e a posteriori di un'ipotesi amorosa finita forse - si badi, soltanto forse - malamente. Quattro anni di riscritture, rimaneggiamenti, alterazioni più o meno massicce ne hanno fatto un testo inqualchemodoesemplare, in cui l'operazione letteraria, evidente e assai dotta, riesce a dare conto sia di se stessa, della propria necessità e autonomia, che della rovente vicenda sentimentale di cui si è fatta veicolo limpido e trasparente contenitore pur senza attutirne o mitigarne gli eccessi, le violenze, le intensità. Al centro dell'opera c'è l'io narrante del1' autrice che, pur dichiarandosi senza pudichi mezzi termini autobiografico, si colloca però-al riparo di una forma letteraria volutamente alta, aulica, sapiente e di un impianto narrativo ,che privilegia il pensiero, la riflessione, l'interpretazione analitica allo sfogo, all'autocommiserazione, al lamento e, sempre, a quel descrittivismo minuto e spesso spudorato che relega tanto scrittura, non soltanto femminile, all'inconsistente territorio della chiacclùera espulsiva. Di Discorso eretico a/lafatalità sono protagoniste due donne: l'autrice e una misteriosa seduttiva signora che via via la Schiavo chiama con gli appellativi di Triste Signora, Dama Triste, Nuvolosa Signora, contrapponendosi a lei, l'Attrice, colei che sa fingere e manipolare, con le goffe irruenti movenze dell 'Appassionata o del Poeta. Di chi insomma non sa calcolare o simulare e non ha strategie, se non quelle prepotenti e ostinate del desiderio. La storia, emblematicamente astratta, è la storia, comune a tante vicende amorose, di ciò che poteva essere e non è stato, di un'asincronia del sentimento, di una sfasatura delle intensità o degli intènti. Di una fissazione rigida allo· Da questa materia incandescente, filtrata attraverso il velo del mito e di una figuralità visionaria oltre che della sensibilità per quanto di immutabile e di arcaico sta nel cuore dei fatti di sentimento, la Schiavo ha saputo tirare fuori un prezioso piccolo trattato dalla precisa tenuta teorica (viene da pensare a Fuochi di Marguerite Yourcenar o al Barthes di certi frammenti del suo Discorso amoroso), che unisce l' appassionamento per la ricostruzione minuta e tormentosa degli eventi e la volontà di andare oltre, di interpretare, di capire perché all'Eresia di un desiderio che scavalca le. sponde strette del convenuto debba necessariamente rispondere l'olimpica immobile inerzia della Fatalità. Interrogata sulla "politicità" del suo testo (preceduto qualche anno fadaM acellum, un' opera altrettanto straordinaria uscita per i tipi dellaTartaruga), la Schiavo ha risposto: "Il mio è un libro politico inmodo mediato: la presenza ,di donne eh~ entrano in rapporto forte e esclusivo tra loro può essere.un fatto molto importante per altre donne. Mi piace sapere che alcune lo abbiano riconosciuto e ci si riconoscano. Se poi sia possibile, da una situazione pesante di solitudine, fare politica attraverso un atto di scrittura, questo è un altro discorso."

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==