' Immagini cubane di Giovanni Gi~vannetti. In~lto: panorama de La Haba-na. Al centro: coda davanti a una panetteria. Sotto: scolaresca a una manifestazione. IL CONTESTO festa poco, ma quanto è accaduto in Europa la legittima e dimostra che il socialismo non è irreversibile, anzi. Sta alla rivoluzione dimostrare di poter resistere alla tormenta. Nessuno dubita che ci saranno dei cambiamenti. Li si desidera al punto che per due volte abbiamo sentito questa frase terribile: "Venga presto la guerra, perché tutto cambi". È su questo sfondo che si pone la domanda sulle possibilità di successo della controffensiva lanciata dal governo e soprattutto sulla sua credibilità. Un comunista ungherese, che ama Cuba e desidera che il progetto castrista.trionfi per poter giustificare il suo amore, pure considera che "chiedere sempre più sacrifici va bene per un convento, e forse neanche per quello". Alla luce dell'esperienza del suo paese, considera anche che "bisogna cambiare modello in tempo, ~rché altrimenti si finisce per dover cambiare sistema". La risposta di uno studente sembra un'eco a quest'opinione: ''Tutto quel che dicono di voler fare va be1i.e,ma come si fa a credere ai cambiamenti se la gente è sempre la stessa a tutti i livelli?". La controriforma della dirigenza dovrebbe, per convincere, basarsi su un bilancio critico degli errori della rivoluzione, e cioè dell 'arnministrazione esercitata da quegli stessi che oggi continuano a gestire il potere. E questo è molto delicato. Primo punto: la dipendenza. "Dipendiamo dall'Unione Sovietica quasi quanto dipendavamo a suo tempo dagli Usa", riconosce Bravo. E qualifica questo come un errore più che come un fallimento: "Sono stato parte attiva di questa politica. Ero sostenitore di una relazione commerciale al 90% con l'Unione Sbvietica, e credevo nella solidità dell'Urss". Il secondo fallimento è indicato da Alfredo Guevara: "Educhiamo male il nostro popolo, gli abbiamo insegnato a pensare per slogan e non è pronto a capire in modo autonomo quel che succede", dice. "Ho lottato contro il realismo socialista, contro le imitazioni, ma sostengo quello che è stato fatto, perché fa parte di un solo grande niodello". Fallimento o errore? Chissà. Il margine di manovra non era grande per un paese piccolo e "così lontano da Dio e così vicino agli Stati Uniti", come dicono a proprie spese i messicani. Quest'idea porta alcuni, come Garcfa Marquez, ad affermare che a Cuba non saranno possibili veri cambiamenti fintantoché gli Stati Uniti non avranno proceduto alla propria perestrojka-glasnost. Il bilancio non si ferma qui. Dire che "fare una concessione è farne cento" o che "la sola alternativa èMiami" o anche che "Fide! è il cemento della rivoluzione, se se ne va niente resterà uguale perché non siamo riusciti a creare strutture solide" - tutte frasi prese da vari mezzi di comunicazione - significa riconoscere una.grande debolezza. "Quel che voglio dire", ha scritto Fra.J}.çoisMaspero, "è che proprio perché non è mai stata evocata, perché è una parola tabù, l'ombra del caudillo continua apesare sulla storia-diCuba e non è più possibile, come · nei primi anni della rh:oluzione, credere che basti ignorare il problema per negarlo, per farlo sparire. Dopo trent'anni, di crisi in crisi, ci sono a Cuba un certo numero di risultati che non ci sono praticamente in nessun'altra parte del terzo Mondo ... Fidel Castro può vantarsene, ma egli va anche indicato come colui che non ha saputo consolidarli. E oggi, tuttavia, mentre la crisi va costantemente aggravandosi, Fidel tende ad apparire ogni volta di più come l'unica soluzione, l'unico in grado di poter condurre a buon porto il suo popolo. Un culto della personalità asfissiante e onnipresente diventa la risposta per ogni problema" (op. cit.). In un paese governato per secoli dalle burocrazie militari, la democrazia, lo Stato di diritto non sembra essere una rivendicazione prioritaria. Ma questo non può durare a lungo ed è proprio qµesto, da qualsiasi punto di vista lo si guardi uno dei dati più oscuri del bilancio. E il dopo Fidel non sembra prospettarsi roseo. Raul Castro avanza. È stato incaricato di riorganizzare il Ministero dell'Interno. Alcuni generali sono stati promossi alla testa del Comitato di Difesa della Rivoluzione e del!' Assemblea Nazionale del Potere Popolare. Ma la sua popolarità, che-non è stata mai grande, ha risentito del caso Ochoa. Questo scandalo è stato spazzato via dalle tempeste dell'Est e dalla tensione con gli Usa, ma l'ascesso non ha smesso di fare pus. La rivoluzione non aveva mai dato prima così tante informazioni sui suoi retroscena, ma sono pochi i cubani convinti che Ochoa, Laguardia e i loro subordinati siano stati fucilati solo per le ragioni addotte ufficialmente. E se Ochoa è diventato per alcuni un eroe - a posteriori. nerché era un .,
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