IL CONTESTO In gennaio i guardacoste norameriçani hanno inseguito un peschereccio cubano con la scusa che fosse carico di droga. Il capitano rifiutò l'ispezione e mentre il cuoco preparava ascia e machete riuscì a passare in acque territoriali messicane, dove la marina non trovò niente. . In febbraio il Dipartimento di stato otteneva da Ginevra la condanna di Cuba in materia di diritti umani grazie al sostegno di Polonia, Ungheria e Bulgaria, a prova di un crescente isolamento. · In marzo ha cominciato le trasmissioni Tele-Marti, il canale della Voce dell'America che trasmette da una base militare programmi in spagnolo destinati in particolar modo al pubblico cubano. Il segnale è completamente disturbato e coperto, così come, dagli inizi di maggio, quello di ra:dioMarti, fino allora tollerato dalle autorità cubane. Ma le trasmissioni continuano e sono un elemento di tensione, l'eventuale causa di un'escalation. , Il 16 aprile Cuba denunciava l'arrivo di una decima nave da guerra della marina degli Stati Uniti nella base di Guantanamo, sul sud dell 'isola, dove già si trovavano una cor;izzata, un sottomarino nucleare e un destroyer, circondati da altre navi di minor volume. ("Notimex", L'Avana 16 aprile '90). E il blocco stabilito nel 1962 si fa sempre più stretto. Nessun dirigente cubano, naturalmente, pensa sul serio alla eventualità di un'invasione delle truppe nordamericane in un futuroprossimo.,Si tratta piuttosto di "una strategia di conflitto di bassa intensità". "L' obiettivo finale", ritiene uno dei funzionari che segue da vicino il problema, "non è di ricorrere alla forza, ma di costringere il sistema a cambiare, annullando le possibilità di successo di un modello socialista in America Latina per i prossimi cento anni". Perriuscirvi Washington ricorre a una mescolanza di aggressioni e negoziato e intende "mostrare che gli accordi del 1962 sono decaduti sotto i colpi della crisi sovietica e che gli 'Stati Uniti fanno quello che vogliono" (interrogato inproposito, l'ambasciatore sovietico Jurij Petrov ci ha·risposto: "Gli accordi continuano a esser validi, li consideriamo molto importanti e anzi indispensabili"). Secondo lo stesso funzionario, la debolezza del progetto nordamericano risiede nell'inesistenza di una dissidenza interna considerevole e organizzata ..Deriva da qui la repressione contro i comitati pro diritti umani e il rifiuto, per ora, della visita papale. "Verrà per servire al processo rivoluzionario e non per affilare il coltello che ci taglierà la gola", mi viene detto. È un gioco sottile, un gioco nel quale gli Stati Uniti possono commettere lo sbaglio di unificare i cubani se la loro repressione si fa eccessiva, mentre i dirigenti cubani corrono il rischio di mobilitare la popolazione contro una offensiva militare diretta-il che è ingenuo - mentre il pericolo assume invece altre forme. La posta ìn gioco è, come sempre, il cuore, e lo spirito della popolazione. · Per tutti i dirigenti che abbiamo intervistato, i cubani sono critici "per temperamento", ma se i marines dovessero far spuntare i loro Ml 6, essi prenderebbero i loro AK-47 e respingerebbero l'aggressione. "Credo sinceramente", dice Carlo Rafael Rodriguez, "che se domani organizzassimo un plebiscito la risposta sarebbe favorevole in massa alla rivoluzione, anche se non va certo organizzato per dar soddisfazione a coloro che lo chiedono". Si sentono le stesse frasi da trent'anni ormai, ma la realtà va cambiando. Informati dei rivolgimenti mondiali, anche semagari solo da Radio Marti, e stanchi di dover continuare a stringere la cintura, molti cubani pongono domande cui i dirigenti rispondono a metà. La prima è quanto durerà un'austerità contro la qÙale essi lottano in mille modi. La repressione contro il mercato nero aumenta, ma la sua pratica non cala, con l'unico limite della disponibilità di merci da vendere. Una lenta erosione alimentata da certe decisioni del governo, che ha fatto il possibile per immagazzinare dollari. Era questo l'obiettivo dell'apertura nel 1968 ai controrivoluzionari esiliati, che tornarono con le valige piene. Alla fine degli anni Ottanta lo Stato acquistò gioielli e altri tesori di famiglia perrivenderli all'estero. I cubani ribattezzarono l 'organizzazione incaricata di quest'operazione "la casa di Cortés", in ricordo del conquistador che in cambio dell'oro dava agli indios palline di vetro colorato. Per rivitalizzare lo "spirito guerriero" dei primi anni, Castro promette ~i dividere i beni disponibili "in parti uguali tra tutti''., una buona ?1te_n~ion;che scontra con due ostacoli: la popolazione ci crede poco, e 1pnv_lleg1atinon pensano affatto a rinunciare ai loro privilegi, che anzi giustificano. in mille modi. . 26 In questo contesto, il caso Ochoa e gli scandali rivelati nel corso dell'estate dell'89 sono solo l'illustrazione di una situazione che nel paes~ è sempre più diffusa. "In ogni caso c'è, nell'apparato, qualcosa che appesta. O il discorso dell'umanesimo e dell'integrità che è sempre stato la base della ideologia castrista era solo cinica copertura, oppure è del tutto avulso dalla realtà quotidiana della pratica del potere, dalla realtà quotidiana dei suoi esecutori", scrive François Maspero, amico della rivoluzione cubana dai suoi lontani inizi (pref. a Ruptures à Cuba di . Jeanette Habel, La Brèche, p.32). · I processi hanno dimostrato. che "non c'è niente di intoccabile", dice Carlos Aldana, ma la popolazione ne conclude con frequenza che la corruzione è generale. "Lo sapevamo", ci ha detto una giovane studentessa, "ma ora ne abbiamo le prove". Il secondo grande problema è sapere per cosa si deve combattere, per cosa ci si deve sacrificare. Il periodo di vacche magre che incombe non sembra irrimediabile a Carlos Rafael Rodriguez: "Sarebbe conseguenza di una situazione che non dipende dagli errori della rivoluzione, ma da una fase della rivoluzione. L'austerità verrà vista come parte di una battaglia nella quale il popolo, se ama la rivoluzione, e il popolo l'ama, deve partecipare". Perché "la rivoluzione offre prospettive, vuole quel che ha sempre voluto: all'inizio, l 'indipendeni.a e la dignità, e, dopo, un progresso ogni giorno più concreto e reale per il quale e al cui interno continuiamo a dedicarci". Però, sul terreno della salute, le medicine disponibili sono sempre di meno a causa della crisi. Nel sistema educativo, ci sono stati diversi scandali, e i dubbi sulla sua qualità sono sempre più diffusi. I cubani attribuiscono un'importanza sempre più grande a quello che manca- dai jeans alla democrazia- in opposizione a ciò che hanno avuto. Perfino ladignitànazìonale ha subito un colpo a causa dell "'apartheìd turistico" che vieta ai cubani l'accesso a un numero crescente di alberghi e dì spiagge. L'ordine viene mantenuto da poliziotti poco amabili che moltiplicano la richiesta di documenti personali non appena uno ha la faccia da cubano, come accade nel metrò di Parigi con chi ha la faccia da arabo. In questo paese rivoluzionario, il salvacondotto migliore ha finito per essere il dollaro, e si è arrivati a vedere su un muro delcelebrecabaret Tropicana una scritta graffita a grossi caratteri che diceva: "Un cubano vale più di un dollaro". "Quando si chiede alla gente: 'Socialismo o morte?' la gente risponde. 'Morte', gli uni perché stanchi di dover lottare sino all'estremo per difendere i propri privilegi, e gli altri perché dal socialismo non hanno niente da sperare", ci hanno detto dei vecchi militanti delusi. Una frase tragica, che non corrisponde oggi a un sentimento dominante, ma che appena un armo fa avrebbe potuto venir concepita soltanto da "gusanos" recalcitranti. In un anno, l'universo del cubano medio è stato frustrato dal cumulo delle crisi - il caso Ochoa, il crollo del blocco socialista, la sconfitta sandinista. In proporzioni diverse·a seconda degli individui, si' è fatta spazio una sorta di dualismo. Ci ha detto un intellettuale: "Abbiamo tutti voglia di vedere i programmi di Tele-Marti, e siamo tutti orgogliosi che i nostri tecnici siano stati in grado di interferire col suo segnale." Tutto questo lo si vive male. La caduta degli idoli, la "distruzione degli altari" hanno introdotto il dubbio. Dualismo e dubbio rischiano di convertirsi in schizofrenia nella misura in cui lavoro politico, propaganda e rafforzamento del controllo si fanno sentire senza davvero convincere. I giovani alludono sempre più spesso alle "maschere" di cui in pubblico si burlano. Rivoluzionari e critici cinque anni fa, sono oggi sempre più critici, mentre i loro discorsi verrebbero considerati, se appena fossero formulati in pubblico, sempre meno rivoluzionari. "Se veniamo educati in un certo modo e poi a quattordici anni scopriamo che è tutto marcio, i sospetti vengono, e siano benedetti", dice una studentessa, prima di aggiungere: "lo amo Fìdel, ma il problema è il suo orgoglio". La rivoluzione apparteneva dall'ordine del sacro e non sa oggi che fare. La grande differenza tra l'atteggiamento critico tradizionale e il dubbio è dato dal fatto che il primo se la prende con il funzionamento mentre il secondo attacca l'essenza. Molti si chiedono a che servono tutti i propri sforzi e sacrifici e, secondo le parole di una militante del movimento del 26 luglio e successivanrente del Partito comunista, "La gente si stanca perché non può partecipare. Nessuno prende in considerazione quello che essa dice". E la simpatia per le posizioni di Gorbaciov - che non esclude le preoccupazioni - aumenta in molti settori, per lo più proprio nei settori più dinamici. Il sostegno alla rivoluzione non è più garantito, e non è più una premessa indispensabile, e gli avvenimenti del Nicaragua costringono a interrogarsi sopra questa logica predeterminata. L'opposizione si mani-
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