sensazionale, per cui per esempio chi oggi va a spasso per i quartieri di Singapore scopre di trovarsi in una grande metropoli piena di verde, ricca, moderna, pulitissima ed efficiente, che somiglia assai più a Stoccolma o a Francoforte che a Roma o a Napoli.) Da un altro lato vi sono invece una serie di paesi che onnai vivono di aiuti umanitari e di debiti che non possono restituire, e la cui economia e il cui sviluppo educativo ristagnano a livelli molto bassi o - più spesso - franano in una sorta di · regressione globale : vi è in primo luogo la tragedia immane - che è culturale non meno che economica, dell'Africa, e in particolare vi è lo sfacelo dell'Africa Nera; vi è il problema dei paesi musulmani e della loro incontrollata sovrappopolazione (ma con l'eccezione dell'Indonesia), e il degrado dei paesi latinoamericani, alcuni dei quali - i maggiori - hanno già un piede oltre l'orlo della bancarotta; e in più è ben possibile che vedremo a breve termine il collasso dei più grandi Paesi del socialismo reale, URSS e Cina . In questo scenario il problema della convivenza interetnica coincide con una nuova fase della competizione per l'accesso alle risorse: le comunità del vecchio mondo, da sempre maggioritarie e in possesso del potere amministrativo e politico nella loro area geografica, devono fare i conti con la presenza, in casa propria, di nuove popolazioni decise ad avere a tutti i costi la loro fetta di benessere. La conflittualità che ne deriverà acquisterà facilmente caratteri di violenza, sia spicciola che organizzata: si faranno ,strada risentimenti, invidie, odii è pregiudizi, e fra questi ultimi emergeranno certamente molte tematiche razziste. Il razzismo, in questa prospettiva, non è tanto una causa, come spesso viene impropriamente presentato, quanto piuttosto una conseguenza. È vero che questa può non essere l' unica dinamica in gioco: m~ probabilmente è già oggi quella prevalente. In misura meno importante, è peraltro possibile che il razzismo possa essere in talune zone anche lo sbocco di altri specifici problemi storici: per esempio d\ nuovi localismi e nazionalismi in situazioni globali di ·Disegno di Fobi6n Gonzoles Negrin. · I' }' IL CONTESTO crisi politica ed economica, come tende ad avvenire oggi all 'iniemo dell'impero sovietico in disgregazione; oppure che esso esprima ancor oggi, in taluni altri casi, una dinamica di "capro espiatorio", nei confronti di taluni gruppi minoritari caricati da secoli di colpe pretestuose o simboliche, come tante volte capita agli ebrei. Ma anche in questi ultimi casi esso emerge pur sempre da uno sfondo di pregiudizi che è più vasto, e anche da uno sfondo di disagi che hanno cause culturali ed economiche generali non sempre difficili da identificare. Si può aggiungere che altre volte ancora emergono manifestazioni di razzismo a carattere fortemente strumentale, come quando piccoli gruppi di giovani su posizioni di ribellione sociale scelgono del tutto provocatoriamente di dirsi antisemiti, magari senza sapere assol_utamentenulla degli ebrei e della loro cultura. Essi hanno infatti capito che oggi essere razzisti e antisemit' ' il modo ideale per darsi un'identità massimamente stigmatizzata. La frase, detta da un giovanissimo "punk": "Tu mi. consideri orrendo perché odio gli ebrei" andrebbe letta "voglio che tu mi consideri orrendo e perciò ho scelto di odiare gli ebrei". Un atteggiamento del genere è il calco in negativo della condanna · generica e moralistica del razzismo: infatti ne assume lo stereotipo, rovesciandolo. Si può anche sostenere che ne.è il prodotto: più il razzismo è visto dall'opinione publ;llicaprevalente come un oscuro mostro psicologico e comportamentale da esorcizzare, più questo feticcio verrà preso, in positivo, a bandiera da chi cerca di darsi un atteggiamento elitistico aggressivamente anti-borghese e "anti-sistema". Ma anche qui, e ancora una volta, occorre ricordare che la presenza di gruppi giovanili opposizionali con ideol.ogie autoritarie è parte integrante di un quadro sociale fortemente competitivo (anche nel senso della competizione fra gruppi per l'accesso alle risorse economiche), e che ha visto il rapidissimo tramonto degli ideali politici tradizionali.· La crisi del modello esplicativo tradizionale della convivenza intercultùrale e dello scontro etnico; il caso degli Stati Uniti . Andiamo dunque verso problemi crescenti di convivenze di culture. Ma cosa significa convivenza di culture, e quali sono i problemi specifici che ne nascono? Ancora pochi anni. fa ·si credeva che la questione fosse relativamente semplice. Secondo il modello più convenzionale si pensava fosse una questione di assimilazione, e si riteneva che questa assimilazione fosse lineare e inevitabile: gli immigrati, si diceva, si integrano pian piano nella cultura ospitante, e se da un lato gli autoctoni sono chiamati a una politica di protezione della minoranza immigrata, da un altro lato quest' ultima tende ad acculturarsi e quindfacquista man mano senza scosse i valori della civiltà in cui ora risiede, peraltro vivificandola con il contributo di energie e intelligenze nuove, e magari anche arricchendola di valori umani un po., dimenticati come quelli di fratellanza e di semplicità nei riguardi della natura. Questa visione, sostanzialmente ottimistica, si è man mano evoluta senza mutare sostanzialmente, ma correggendo taluni suoi aspetti più paternalistici ed etnocentrici, e introducendo, soprattutto negli Stati Uni ti e à partire dagli anni Quaranta e Cinquanta, · i principi - più democratici - del relativismo culturale. Secondo questi principi ugualitaristici non esistono culture avvantaggiate (per esempio perché "più civili") e culture svantaggiate o inferiori, dato che:ogni assetto sociale ha un proprio equilibrio e, ovviamente, uguale dignità; esiste però la possibilità di un incontro fra culture, non più concepibile quindi come assimilazione unidirezionale, ma come tolleranza, scambio reciproco e interassimilazione. Di qui la proposta, negli anni Sessanta, della società su base multietnica, vista però non più secondo la vecchia idea dell.'egemonia della ma1rice culturale anglosassone e puritana, 7
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