CINEMA nel 1968) e di cui Ali Badrakhàn, Ali Abdel Khàlek, Mohammad Ràdi, SrudMarzùq, sono i nomi più rappresentativi. Egli nota: "I film di questi registi tendevano ad affrontare la nuova realtà sociale degli inizi dcli' infitàh, limitandosi a portare sulla ·scena la lotta ... tra nouveaux riches e poveri, o a proporre degli schemi 'militanti' che denunciavano i danni della politica economica ... I registi degli anni Ottanta invece operano qul!Ildo I' infitàh è ormai divenuta un'esperienza vissuta e ne analizzano più dettagliatamente gli sviluppi". . Ancora un a torevole parere sugli autori degli anni Ottanta, viene da tre grandi della cinematografia egiziana, Youssef Chahirie, Salàh Abu Seif, Tawtìk·.<;àleh ("al-Ahràm", 13.3.89), i quali attribuiscono a questa generazione di cineasti un rinnovamento dei contenuti, ma ritengono che sul piano stilistico essa tuttavia si muova su una linea di continuità con la tradizione del realismo egiziano. Se quindi la cinematografia degli anni Ottanta tende soprattutto a riflettere le problematiche vissute dalla società, quali sono,i problemi più sentiti e quali i film che meglio li hanno affrontati? "Procedendo con una certa schematizzazione - riprende M. Darwìsh - tra i fenomeni che sono alla ·base dell'inquietudine della società attuale il cinema riserva particolare attenzione ai problemi connessi con l'emigrazione, la crisi dcli 'alloggio, la droga. Quest'ultimo problema, ha assunto forme preoccupanti poiché da pochi anni ha fatto la comparsa nella nostra società anche la droga pesante (eroina, cocaina)." · · Emblematico sull'emigrazione è 'Audat muwatin (Ritorno di un cittadino, 1986). Il film sviluppa due punti principali: da una parte il disagio del protagonista, Shàker, che al ritorno in patria dopo diversi anni passati in un paese del golfo (Qatar) sente di non avere più un ruolo sia a livello sociale che all'interno della propr~a famiglia, formata da due fratelli e due sorelle, nella quale, perduti i genitori, funge da capofamiglia. Dall'altra, costituisce polo d'interesse l'analisi stessa della disgregazione famigliare (una famiglia media del Cairo, appunto) causata dai fenomeni di trasformazione verificatisi nella società negli anni di permanenza del protagonista fuori del proprio paese. In particolare si fa anche accenno al probler;na1ella droga, di cui cade vittima il fratello minore. "I tempi sono cambiati, nel paese ora c'è solo la gente 'su' e la gente 'giù', non c'è posto perla gente 'di mezzo' -dirà uno dei personaggi, sintetizzando le ragioni del proprio fallimento. La crisi che si ritrova a vivere l'eroe del film si spinge al punto da indurlo a desi~erare di partire di nuovo, per andare a ripr~ndere il posto che si era ritagliato nel paese di emigrazione. Il film, firmato da Muhammad Khàn, uno dei più validi tra i nuovi autori, per organicità di contènuto e stilistica, si distingue.da altre opere sullo stesso argomento che, anche se di buona fat~ra, affiancano troppo spesso all'idea centrale una serie di problematiche che finiscono per rendere meno incisiva l'analisi.del tema di partenza, dando la sensazione che il regista abbia voluto conde11sare troppe cose in un solo film. E il caso, per esempio, di Ayyàm al-ghadab (I giorni della rabbia, lo moglie di un uomo importante, un film di Muhommod Kohn. 1989) di Munir Rad((sceneggiatura di Bashìr al-Dik), dove il protagonista, Tbrahi~. che ritorna da un altro paese arabo, analogamente a Shàker, vede cadere subito le proprie illusioni e prova lo stesso disagio e l'impulso a tornare indietro. La storia è imperniata su un dramma che sfiora il paradosso: la moglie ha simulato un ripudio e si è risposata, sottraendogli l'appartamento acquistato con i risparmi che lui le aveva inviato. Dopo queste vicende iniziali, il film, partendo dallo spunto che l'eroe finisce, vittima degli eventi, in manicomio, si trasforma in un film-inchiesta che denuncia impietosamente l'amara situazione degli ospedali psichiatrici. In un altro film, al-Da' iaa (Una donna distrutta) di 'Atef Sàlem (sceneggiatura ancora di Bashìr al-Dìk), un 'infermiera tenta la via dell 'emigrazione per risolvere il problema dell'alloggio, dopo che con il marito e due figli piccoii è rimasta senza tetto a seguito del crollo del vecchio palazzo fatiscente dove abitavano. Ad Abu Dhabi conduce una vita di sacrificio (doppi_ turni, niente distrazioni) insieme ad altre infermiere egiziane, tutte lì sole, per raggranellare piccole somme e costruirsi un futuro: chi aspetta di sposarsi emette da parte i soldi per la casa, chi sposata lo è già e invia denaro pc{ migliorare le condizioni di marito e figli. Una volta tornata in patriaZeinab troverà il marito risposato aun'altra donna (è introdotto, dunque, anche il tema della poligamia) che vive nel nuovo appartamento, frutto delle sue fatiche. Sbattuta fuori di casa e vistasi rifiutare dal tribunale l'affidamento dei figli (ironia della sorte, deporrà a suo sfavore il fatto di aver lasciato la ·famiglia per andare all'estero), la donna imboccherà il tunnel della droga, sino alla catarsi finale con triplice assassinio: marito, rivale e madre di lei. Sul tema dell'alloggio, la semplice elencazione di alcuni titoli puèi essere utile a dare un'idea della dimensione del problema: madàfin mafrùsha li' l-igàr (Affittansi tombe ammobiliate) sull 'uso-rappresentato spesso nei film- di abitare tombe dell'antico cimitero mamelucco del Cairo; al-al-shaqqa mih haqq al-zawga (L'appartamento è di diritto della moglie); Karakòn fi al-shària (Roulotte in piazza). Sulla droga potrebbero essere citati: a/-Kei/(L'ebbrezza); al-Batniyya (dal nome del quartiere noto per lo spaccio della droga), al-' àr (La,vergogna), film più valido dei precedenti, incentrato sui traffico dei narcotici .. A completamentò del panorama tracciato vale la pena di segnalare il film al-Mughtasibùn (Colpevoli di' stupro), di Saìd Marzùq, premio nazionale per la regia 1989, che aggiunge un nuovo tassello al mosaico delle problematiche sociali portate sullo schermo. Ispirato a una storia di stupro collettivo;_realmente accaduta al Cairo nell '86; il film colpisce per l'audacia dell'argomento. Va reso merito al regista per aver saputo imporre a un pubblico eterogeneo, con esplicito realismo, e tuttavia senza lasciar spazio a coloriture morbose, le lunghe sequenze dello stupro, la denuncia alla polizia, gli interrogatori umilianti. Il ritmo serrato non registra cadute dall'inizio alla fine e dalla scarna ricostruzione dei fatti trapela un senso di sgomento e di inquietudine che neppure la soluzione estrema della condanna a morte inflitta ad alcuni colpevoli riesce a dissipare nello spettatore. Ancora di Muhammad Khàn è un film politico, uno dei migliori del decennio, Zawgat ragul muhimm (La moglie di un uomo importante), 1987, che attraverso la crisi progressiva vissuta dalla compagna che gli sta a fianco, analizza la parabola-del potere di un ufficiale della polizia segreta (la potente mabàhith) dèll 'epoca sadattiana. Seguendo ascesa e caduta di questo personaggio, che si trova ad avere, insieme a un esiguo gruppo di altri ufficiali, la responsabilità delle decisioni sull'ordine pubblico al momento dei fatti del 18 e 19 gennaio 1977 (lacosiddettarivolta del pane), il film dà uno spaccato della vita politica e degli avvenimenti di quegli anni caldi: i tumulti di piazza; gli arresti indiscriminati tra intellettuali e studenti; l'inversione di marcia che il regime è costretto a fare pet contenere lo scontento, revocando i provvedimenti impopolari sugli aumenti dei prezzi e scarcerando molti degli accusati per inconsistenza delle prove; un affresco del!' infitàh attraverso l'inclçmente cel~brazione della classe al _potere. Che cosa determina il successo di un film? Qontinu~ M. Darwìsh: "Come dappertutto, ci deve essere una star. Se parliamo di film commerciale, i generi che dominano nelle preferenze del largo pubblico sono il comico e il sentimentale. Per il primo, l'interprete incontrastato è Adel lmàm (un attore che impersona ruoli di cittadino medio sfortunato che riesce a superare le difficoltà della vita con le risorse del savoir /aire e
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