Linea d'ombra - anno VIII - n. 52 - settembre 1990

CINEMA FILM, CINEMA, EGITTO GoffredoFofi YusefChahine (per ltltre trascrizioni: Yusuf Shahin) è uno dei rari cinea~ti del terzo mondo molto seri sen7.aessere(quasimai) pallosi e ser.iosi. Un suo film recente era dedicato a Gene Kelly, in altri (soprattutto nel Ritorno delfigliol prodigo, del '76) canto e danza avevano un ruolo preponderante. Inoltre è uno che si racconta, che cioé ha recepito benissimo, a sfogo di un notevole narcisismo, la lezione soggettivistica delle ,wuvelles vagues, pur appartenendo alla generazione del neorealismo. E vari suoi film sono autobiografici per interposto personaggio, oppure parlano direttamente di lui stesso. InA lessandria ancora... , che si spererebbe di veder presentato anche in Italia, il riferimento a quel modello massimo del narcisismo registico e del "cinema sul cinema"-che è r 8 e mezzo felliniano è vistoso, né più né meno che in Stardust Memories , in Effetto notte, in Ali that jazz e in Sogni d'oro (la peggiore delle imitazioni, e la più risibile venendo da un molto giovane, e priva del tutto della dote che rende sopportabili e frequentabili il capolavoro di Fellini o il film di Chahine: l'autoironia). Ma dentro Alessandria ancora ... non c'è solo Chahine, e i suoi tormenti - anche buffi - di autore-produttore, di membro di una corporazione, di intellettuale di punta, di membro in vista di unasocietàmoltocorrotta. Enon ci sono solo•i suoi film realizzati o sognati, le sue "bravate" di regista un po' macho, i suoi omaggi al musical americano o a Om Khal- · sum. C'è uno spaccato di società narrato per il tramite di un pretesto ormai noto e quasi canonico, ma con un tipo di attenzione sociale che in genere, ai cultori di questo "sottogenere", è assente. Chahine si rivela nel suo film come regista alla pari dei grandi, con una sua personalità forte e decisa, una sua amabilità non priva di spine, ma non dimentica mai il contesto in cui si muove: quello del cinema del suo paese, innanzitutto, ma che è poi quello del suo paese in generale. E se ibrani del suo f\)Stico Amleto tra gangster cairoti e il suo "essere o non essere" recitato in melopea e lamento tutti arabi affascinano; se le sue smanie alessandrine (di amante della sua città) commuovono; se le sue ambasce sessuo-artistiche divertono; alla fine Cosa significa per lei essere un intelleituale? Che cosa vuol dire intellettuale? Attenzione! Perché le tante persone che accumulano molte conoscenze non sono degli intellettuali ... Che cosa significa intellettuale, prima di tutto? Non è certo chi accumula una quantità di sapere. Ci sono molte persone che sanno molte cose e parlano a vanvera, che si ricordano gli autori, le date, ma non ne fanno nulla. Se l'intellettuale è puramente intellettuale, e non è al tempo stesso creatore di .un movimento, di un'idea, che possa far avanzare un po' l'umanità, renderla un po' più libera, se l'intellettuale non è anche questo, non so che farmene delle sue conoscenze. Io devo subito passare alla concretizzazione. L'intellettuale non è uno che sta lì a far niente. È uno che può dar vita a una nuova idea, e un'idea può essere forte quanto la bomba atomica. L'importante è creare qualcos~ di nuovo, utilizzare conoscenze diverse, farne una sintesi. E in questo che l'essere umano si differenzia dall'animale. Ho conosciuto un po' troppi intellettuali che non avevano altro che un ammasso di conoscenze, sapevano cosa succedeva in Afganistan e un po' dappertutto, masticavano un po' di politica e un po' di tecnologia ma di tutto ciò non hanno fatto nulla. Questi sono dei dizionari ambulanti, non degli intellettuali. E io non sono un intellettuale: preferisèo essere un cineasta, un creatore di cinema e basta. · Si parla molto di, crisi de{ cinema. E in Egitto? Il cinema non è in crisi. E in crisi l'onestà. C'è del marcio, della corruzione come mai ci è stato dato di vedere. Per me è stato un tradimento. C'è stata una rivoluzione molto primitiva che non meritava di venir tradita così. Non era certo la rinascita, ma era 84 Yusra in una scena di Alessandria ancoro .. ci pare più trascinante e centrale il racconto-sfondo dello sciopero per la salute del cinema egiziano, perché finisce per essere un piccolo ritratto affettuoso e grintoso di un mondo nel mondo, e ci rivela molto del mondo di cui è parte. Il cinema nel cinema, ma ancor meglio: il cinemanel cinema nella società egiziana di oggi. comunque un movimento progressista. Ci si governava noi stessi, c'era un cambiamento, eravamo un esempio per la liberazione di molti paesi ... Poi, improvvisamente, sono arrivati i businnessmen, con la loro cattiveria, la loro crudeltà, il loro individualismo ... Ne abbiamo già parlato all'inizia e non voglio ripetermi. Non si tratta di crisi ma di decadenza: è ridicolo dire che c'è una crisi del cinema quando ci sono tante pessime cose e al cinema e alla televisione. In tutta la storia dell'umanità non si sono mai viste tante immagini quante oggigiorno, immagini di tutti i tipi, proiettate in tutto il mondo. L'uomo grazie ai robot si sta liberando, grazie alle tecniche moderne può lavorare meno, può dare maggiore spazio ai suoi piaceri. E uno dei piaceri più interessanti e progressivi è proprio quello di vedere delle immagini. C'è quindi una domanda enorme a cui non si arriva a rispondere. E poi si dice che c'è una crisi del cinema ... Ci sono dei banditi che legiferano, che banditeggiano i nostri film, fanno della pirateria. La crisi è artificiale, è stupida. Perché coloro che starino facendo le leggi sono persone disoneste. Un po' dappertutto nel mondo, ma sopratutto qui, da noi, durante gli ultimi otto anni, ci siamo arenati in una dittatura fortemente sostenuta dallo sta_to. È troppo facile e bello avere tutti gli artisti in tasca. Soprattutto quando la tasca appartiene a una sola persona, che occupa ventidue posti, è membro tiella commissione del senato o della camera dei deputati, è a capo del comitato culturale e capo del sindacato, e le due funzioni non gli sembrano contraddirsi, è nella censura ... insomma, è dappertutto. Ha ventiduejob. È stato condannato in un processo ma la sentenza non è stata applicata. Perché il potere è completamente marcio. L'ho sempre detto e non mi stancherò di dirlo.

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