TEATRO ra, quando aveva appena rimesso piede in Europa: -'- I giovani vi aspettano, signor Brecht! Voi siete un mito per noi in Germania! - Troverò un rimedio a tutto questo. Alcuni immaginano il "messaggio" come una verità che la nostra storia, la nostra tradizione, la nostra esperienza e scienza personale ci ha fatto scoprire e che per ciò comunichiamo agli altri. Io lo immagino come un quadro dipinto da un pittore esperto ma cieco. Attraverso le tecniche che padroneggiamo, le storie che ci attraggono, le ferite e le illuminazioni intimamente nostre, dobbiamo raggiungere qualcosa che non· è più nostro e non si lascia possedere né da chi lo fa, né da chi lo vede. Il vero messaggio è il risultato non previsto, non programmato, d'un viaggio verso una cecità cosciente: l'anonimato. Vi è un anonimato frutto d'acquiescenza allo spirito dei tempi. È l'anonimato del pieno: la nostra voce è soffocata da tutto ciò che in noi è stato v~rsato dagli altri, dalla cultura, dalla società, dalla tradizione che ci circonda. In questo caso, si è anonimi perché colmi di idées reçues. Ma vi è anche un anonimato del vuoto, ottenuto per il cammino inverso, in prima persona: non ciò che si sa, ma ciò che io so. È il risultato della rivolta personale, della nostalgia, del rifiuto, della voglia di 80 Se non sei a Milano ti manca ~ RadiòPopolare MIiano e provincia FM 101.500-107.600 Pavia e provincia FM 107.600 Como e provincia FM 107.900-107.600 Varese e provincia FM 107.900-107.600 Novara e provincia FM 107.600 Alessandria e provincia FM 107 .600 Vercelll e provincia FM 107 .600 Asti e provincia FM 107.600 Provincia di Torino FM 107.600 Bergamo e provincia FM 107 .850-107 .600 Piacenza e provincia FM 107.600-91.500 Cremona e provincia FM 96.300-107.600 Brescia e provincia FM 96.300-1 07.600 Provincia di Manto~a FM 107 .600 trovare se stessi e di perdersi: scavare così a fondo, da trovare le caverne sotterranee, coperte dalla roccia e da centinaia di metri di terra compatta. C'è una.tecnica per realizzare tutte queste intenzioni? Sì: la tecnica del varo e del naufragio. Bisogna progettare il proprio spettacolo, saperlo costruire e pilotarlo verso il gorgo, dove esso o si sfascia oppure è obbligato ad assumere una nuova natura: significati non prima pensati, che i suoi ste-ssi"autori" osser~eranno ·come enigmi. Senza tecnica, senza perfezionismo, senza attenzione ai dettagli, tutte queste restano metafore prive di senso. Ma senza metafore o ossessioni di questo tipo, la tecnica, il perfezionismo, l'estrema precisione dei dettagli sono teatro privo di senso. Senso come "senso di marcia": la direzione. Il Nord sono gli eredi. Nessuno degli spettacoli dell'Odin è spettacolo-testamento. Ma ogni volta ho pensato allo spettacolo che i miei compagni e io stavamo elaborando come al nostro ultimo spettacolo. Non è possibile rimandare. Quel che aspiriamo a fare, va fatto aqesso. Zcami, Stanislavskij, Appia, Mejerchol'd, Copeau, Craig, Artaud, Brecht, Ejzenstejn ... possiamo considerare i loro scritti come la loro esperienza lasciataci in eredità? Accade come quando uno risiede a lungo in un paese straniero, di cui ignora completamente la lingua. Migliaia di suoni sconosciuti penetrano nelle sue orecchie e vi si depositano. In poco tempo possiede il grammelot di quella lingua, potrebbe farne l'imitazione, lariconosce, ma non la intende. È una confusa massa di suoni punteggiata qua e là da qualche parola decifrabile. Poi riceve una grammatica e un vocabolario. Attraverso i segni scritti riconosce i suoni familiari e confusi. Essi trovano lentamente un ordine, una classificazione, una ragione. Ora è in grado di imparare da sé, sa come farsi aiutare, a che cosa deve stare attento per imparare. I libri ~ei grandi uomini di teatro del passato, ribelli, riformatori, visionari, possono essere capiti solo se si arriva a loro carichi di esperienze a cui non abbiamo ancora Saputo dare un nome. Le loro parole scuotono il nostro grammelot opaco e lo portano alla chiarezza d'una conoscenza articolata. Sono tutti buoni libri, capaci di interessare i lettori. Ma la loro segreta efficacia sta sotto la superficie letteraria e tecnica, pella rete nascosta capace di catturare le nostre esperienze che ancora ci sfuggono. L'eredità pesca i suoi eredi. · "Esiste un'eredità di nqi a noi stessi". Questa frase di Jouvet evoca la coerenza del nostro operare nell'alternarsi del tempo. Ma rammenta anche la domanda spietata che uno si deve porre dopo anni e anni di lavoro: ho ancora tra le mie mani l'eredità o l'ho sperperata? È ancora intatto il suo valore? Oppure è stato intaccato dal commercio con il mondo, dal contatto con la professione? Ha conservato questa eredità il suo significato personale, intimo e incomunicabile? Nostro è solo quello che è segreto. Il visibile appartiene agli altri. Mi domando: • - Come mai lavori spesso a spettacoli direttamente legati alla storia del nostro tempo? Vuoi testimoniare di ciò che hai visto? Dei fantasmi con cui hai dialogato? I tuoi spettatori ti paiono smemorati? Mi rispondo: - No, non siamo smemorati. Bisogna avere il senso della storia, perché lei non ce l'ha.
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