Linea d'ombra - anno VIII - n. 52 - settembre 1990

l»IVKll:./ ■.-ADAI ■: dal mio avvocato, perché non hanno archiviato anche la mia incriminazione, come quella di tutti gli altri?C'erafotse bisogno, è questo il dubbio che mi perseguita, di uno strumento, inconscio nel mio caso, per porre la parola "fine" su un procedimento penale che rischiava di ritorcersi contro la stessa polizia? Temevano forse che il processo, come era successo per quello della 12 donne processate a Ragusa per una azione simik, si trasformasse in un atto d'accusa contro la politica del governo italiano di acquiescenza agli americani e di svuotamento della nostra Carta Costituzionale? Ma se era così, perché le sinistre non hanno colto la palla al balzo? Perché Adriana, un quadro dirigente del Pci, pur accettando con entusia~mo la mia difesa, non si è messa in contatto con l'altro avvocato per concordare modalità è data del processo, e non ha fatto di tutto per essere presente? E perché "l'Unità", cui avevo portato personalmente il comunicato stampa sul processo in corso, l'ha messo solo in cronaca di Firenze, riprendendo tra l'altro la notizia non dall'originale, mà dal piccolo comunicato trasmesso dall'Ansa? E perché il "Manifesto" ha dato la notizia solo dopo il processo - sotto forma di una lettera di solidarietà, tra quelle ricevute, riducendola però a una lettera personale, meJ}treera a nome del "Coordinamento toscano degli obiettori alle spese militari" -quando ormai si sarebbe potuto sapere l'esito del processo, trasmesso anche questo dall'Ansa? Certo l'ampio titolo del "Manifesto" nell'ultima pagina, "Il pacifista Alberto L'Abate" avrebbe potuto essere interpretato come un appoggio morale alla mia azione. Ma in quel modo e in quelle circostanzç a me è sembrata una presa di giro. Cosa può spiegare questa sottovalutazione del significato politico del proc~sso da parte di tutta la stampa, ma in particolare di quella della sinistra? E forse il fatto che il Pci, con Occhetto negli Usa, non voleva presentarsi come il partito della piazza, delle azioni dirette e dei blocchi, ma piuttosto come un partito anche lui dell'ordine, sia pur diverso dall'attuale (ma quanto?)? Oè semplicemente il fatto che, dopo la decisione di togliere imissi li Cruise, Comiso non è più di moda? Ma se invece dei Cruise ci mettessero quelli da 480 km, come tutto lascerebbe presagire se questo dipendesse dai nostri governanti, la lotta contro i missili è sempre "acqua passata"? Di fronte all'indifferenza di tutta la stampa- di ogni colore-che non ha riportato nemmeno la notizia dell'avvenuta assoluzione (ma un amico giornalista dirà che l'assoluzione di un professore universitario non fa notizia, che la notizia ci sarebbe stata se mi avessero condannato a vari anni!) le persone che pensano e agiscono come me.sembrano degli exp-a-terrestri. Gli sforzi miei infatti, e dei miei amici, alcuni dei quali, .essendo anche loro stati presenti alle azioni del 26 settembre a Comiso, si sono auto-incriminati per dare nome e cognome alla "moltitudine di persone non identificate" ·(e aftri ancora l'avrebbero fatto aurante il processo se fossero stati chiamati a testimoniare, come era stato loro richiesto) sembrano tutte azioni da "Don Chisciotte della Mancia;'! E sembrano assurde le frasi da me scritte nei comunicati stampa, o nei dossier di difesa da me inviati agli avvocati. Ecco cosa scrivevo nel comunicato stampa del 13maggio, dopo aver .dato lanotizia del processo e delle mie incriminazioni:" Chi era presente. alla manifestazione sa, come possono documentare anche filmati e fotografie, che le uniche minacce e violenze avvenute quel giorno sono state quelle delle cosiddette forze dell'ordine che hanno portato ali' ospedale, per ferite e lesioni piuttosto gravi, oltre all 'On. Castellina, un 'altra decina di mani festanti. E sa anche che i tutori dell'ordine hanno preferito picchiare i manifestanti per fare entrare un pullman di soldati americani dalla entrata principale della base, zona in cui erano concentrati .i pacifisti, piuttosto che fermare i non molti di loro che presidiavano le entrate secondarie (e i manifestanti non si sarebbero opposti, come non si è opposto al fermo l'unico imputato identificato), facendo entrare gli americani da una di queste. Non era perciò in questione l'ordine pubblico, ma il maggiore o minore serv!lismo verso gli Usa". Oppure alcune delle frasi del mio dossier agli avvocati in cui chiedevo che venisse 76 chiamato come testimone colui che aveva comandato l'operazione - sembra che fosse venuto appositamente da Roma, o era al servizio di quest'ultimo..:_ che io consideravo il vero imputato del processo, perché ci spiegasse perché aveva preferito_la carica al fermo e alla denuncia di alcuni pacifisti. "Molto probabilmente, - scrivevo - forse per ordini ricevuti, ha voluto dare una prova di forza al pullman di americani che stavano arrivando, per farli entrare dalla porta principale e non da quelle secondarie. Ma ha mandato all'ospedale, oltre alla Castellina, almeno una decina di persone di cui sicuramente la polizia ha i nomi perché sempre, di solito, dopo le manifestazioni, denuncia i feriti ivi curati. Che non siano stati chiamati a giudizio insieme a me è sicuramente dovuto al fatto di voler evitare che il comportamento gratuitamente violento della polizia emerga dal processo". E continuavo :·"Per quanto riguarda le accuse di blocco stradale (in realtà di occupazione - ma perché le donne, che erano solo 12, e bloccavano solo il cancello principale, sono state incriminate per "blocco", mentre noi, che eravamo circa 2000,e forse più, e bloccavamo tutte le entrate, solo per "occupazione"?) e di disobbedienza, mi piacerebbe avere una difesa basata sull'incostituzionalità dei missili di primo colpo, di attacco e non di difesa, e sul dovere di resislenza, per fede/là alla noslra Costituzione, contro l'illegalità dello stato nucleare, che del resto è stata la difesa fatta da Anna Luisa e le altre donne, processate sempre a Ragusa, e che è sostenuta, con autorevolezza, da molti studiosi (tra l'altro anche dal magistrato Domenico Gallo, al convegno da noi organizzato a Vittoria). Non voglio togliervi il mestiere, solo vorrei fosse· chiaro che voglio essere assolto dalle incriminazioni di violenza e di minaccia; per quanto riguarda il blocco e la disubbidienza voglio solo che sia riconosciuto di aver agito in stato di necessità, e per il raggiungimento di un fine - la pace - molto più importante della pratica utilizzabilità di una strada di accesso al Magliocco, e per poche ore. Se non riusciamo, pace! Comunque se, attraverso il processo, riusciamo a insegnare alla polizia che di fronte a manifestazioni nonviolente deve, anche essa, rispondere con_metodinoi;i.violenti(se non li conosce siamo disposti a insegnarglieli!), avremo compiuto un passo avanti notevole verso una vera democrazia!" Certo che se anche io fossi coerente fino in fondo avrei dovuto, come ha detto ridendo un amico giurista, appellarmi contro l'assoluzione, o almeno rifiutare l'amnistia del non luogo a profedere per la seconda imputazione. Ma a che servirebbe se tut~ocongiura per dare ragione a coloro che, come il poliziotto all'interno delMagliocco, credono che non si possa fare nulla per opporsi alle ragioni del più forte, di quello che h:i, il coltello dalla parte del manico?lo noncicredo,nécredo che l'obiettivo giusto sia quello di impadronirsi del manico, ma piuttosto di eliminare il coltello stesso. Ma più che a una azione legale-affido le sorti della mia "giustizia"~ questo racconto-verità, che vuole essere un atto d'accusa contro !"'ordine costituito" e i suoi "tutori". Il tribunale giudicante dovrebbe essere, secondo me, l'opinione pubblica, o meglio la coscienza del cittadino comune che avrà avuto voglia e tempo di leggere questa mia storia e di documentarsi sui fatti come realmente accaduti: Se la polizia e la magistratùra si sentiranno offese (o "vilipese") da questo mio scritto, e vorranno portarmi a giudizio, ben venga un nuovo processo. Se questo non avviene- pro~abilmente per le stesse ragioni che hanno portato a chiudere il mio in 1 O minuti- spero che qualcuno dei miei lettori (mi accontenterei dei venticinque di manzoniana memoria!) prenda coscienza delle contraddizioni in cui viviamo, e delle assurdità e nefandezze dell '"ordine attualmente costituito", e decida anche lui di venire a far parte - spero non a titolo solo onorario - del novero dei "turbatori -nonviolenti! - dell'ordine pubblico" cui io mi vanto di appartenere.

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