Linea d'ombra - anno VIII - n. 52 - settembre 1990

STORIE/L'ABATE dall'aeroportoMagliocco. Alleore05,00ciréaquasi lOO0manifestanti si trovavano a r·idosso del perimetro della recinzione della costruenda base. Alle ore 05,50 giungevano alcune vetture private, autorizzate al transito, tr:i.sportanti operai che lavoravano alla base .... All'altezza della strada che scorre sul lato destro guardando l'ingresso principale, a 400 metri da detto ingresso, circa 250 manifestan'ti occupavano la sede stradale per impedire il passaggio di detti mezzi e il loro ingresso alla base. I funzionari ivi presenti in servizio di O.P., indossata la sciarpa tricolore, intimavano ai manifestanti, mediante uso di megafono, di rispettare le prescrizioni del questore ... e di· sgomberare, quindi•, la sede stradale. Le intimazioni vènivano ignorate per cui i funzionari in servizio di O.P. davano l'ordine, con megafono, per tre volte, di sgomberare in nome della legge. All'ulteriore rifiuto si tentava lo sgombero della carreggiata facendo uso di idrante con getti di acqua limpida. Visto vano anche tale intervento si avvertiva i manifestanti che, se entro ragionevole tempo non avessero liberato il piano stradale, sarebbero stati allontanati con la forza. Risultata vana anche tale intimazione si procedeva ad un intervento, spostando di peso alcuni dei manifestanti, mentre a.ftri, i più . pervicaci, venivano fatti sgomberare a mezzo degli sfollagenti, dalla Forza Pubblica .... Alle ore 06,00 con identiche modalità e nello stesso luogo, si sgomberav·a il piano stradale per consentire il passaggio di un autobus di operai e di vetture private di cittadini statunitensi che lavoravano nella base." · Altri interventi simili vengono descritti, nella relazione suddetta, alle ore 06,20; 08,25 ("in questa circostanza venivano esplosi, sémpr~ al fine di rendere libera la strada, n. 8 lacrimogeni con lancio a parabola"); 09;10; 09,35; e altri in orari imprecisati. Continua il rapporto della polizia: "Poiché imanifestanti si erano spostati lungo la consortile Cifali- ' ' LAGGIU IN CINA Lee Marshall Una settimana prima non saremmo nemmeno stati in grado di dire a che ora c'era il telegiornale. Ora lo guardavamo quattro o cinque volte al giorno. Osservavamo l'alternarsi di orecchini e il loro ritorno. Ascoltavamo più volte, su diversi canali, le. stesse regi~trazioni fatte uscjre clandestinamente dal paese, e anticipavamo il momento in cui avremmo sentito le grida. Fissavamo, emozionali, lo schermo man mano che ci venivano promesse nuove immagini; guardavamo in silenzio le inquadrature tremolanti, le zoommate improvvise, non montate; le vedevamo trasformarsi, dopo un giorno odue, in immagini fisse dietro la testa dello speaker; le guardavamo sparire definitivamente dalla vista. Ci trovavamo in una casa che poteva essere definita solo come una residenza di campagna. I proprietari non c'erano più da un pezzo---:noi stessi non li avevamo mai visti~ e gli ospiti, molti dei quali non si conoscevano neanche tra loro, potevano andare e venire a loro piacimento. Il televisore era in un angolo di una grande stanza del seminterrato. All'alr;ro capo della stanza c'era un tavolo da biliardo e una cosa che rionfinì mai di meravigliarci era che spesso, anche nei momenti di estrema tensione, sentivamo il cozzo della biglia bianca con la rossa. Porrazzito all'innesto della strada di cui sopra, si provvedeva a costituire · una colonna formata da idrante polizia, autobus polizia, al fine di far transitare quattro automezzi privati trasportanti personale della Base, provvedendo lungo la strada ad affiancare la colonna con personale appiedato. Poiché i manifestanti occupavano la sede stradale davanti alla colonna si ripetevano vanamente le intimazioni di sgombero, seguite, quindi, da getti di acqua limpida e dal lancio di alcuni ordigni fumogeni (n.8), ma solo con l'impiego dell'azione di forza veniva liberata la carreggiata stradale e fatti passare i mezzi . ... Nel corso di quest'ultima operazione di sgombero personale operante provvedeva ad accompagnare al commissariato di Comiso L'Abate Alberto in quanto rilevatosi uno dei più accesi promotori della suddetta turbativa dell'O.P." La relazione prosegue precisando che : "Tutti gli interventi hanno riguardato lo sgombero delle personè dalla sede strad;ùe e i manifestanti successivamente hanno sostato liberamente sui margini della strada per, poi, ritornare sul piano strad_aleogniqualvolta avuto sentore che stessero per.sopraggiungere mezzi alla volta della'base ... Verso le 11 i manifestanti si allontanavano alla spicciolata dirigendosi in gran parte verso il campo lmac". La relazione indica, per nome e cognome, là presenza di vari parlamentari nazionali e regionali. Ma, malgrado i blocchi stradali fatti dalla polizia nei giorni precedenti alla manifestazione e l'identificazione di molte delle persone che venivano per parteciparvi - nel dossier ci sono un centinaio di nominativi-, quelli presenti non iderltificati erano molti di più. La relazione parla poi di alcuni feriti (una decina) tra le forze dell'ordine (stranamente, per molti di loro, i referti medici parlano di "slogatura del polso destro"!), e di tre tra i manifestanti (in realtà sono stati molti di più, ma vari di loro erano stati curati dal servizio di pronto Infatti, delie ventidue persone presenti ip casa, solo cinque mostravano un interesse attivo e costante per la rivolta: a parte noi due, c'erano due ragazze scozzesi e un ometto anziano con gli occhiali che non diceva mai una parola. Gli altri, se per caso capitavano vicino al televisore, non si fermavano mai più di qualche minuto. Alcuni di loro, si capiva, avrebbero voluto cambiare canale, ma il nostro gruppetto era-,cosìcompatto, così (attento, che, anche senza bisogno di dir niente, nessuno osò farlo. Ad ogni modo restavano lì attorno, in attesa che finisse. Quando il vecchietto bussò alla. nostra porta alle tre di mattina, e lo vedemmo lì con la camicia infilata alla rovescia e l'espressione di stanchezza stampata sul volto, capimmo cos 'era successo prima ancora che aprisse bocca. Fu que.sto il momento che scelse per presentarsi formalmente, stringendoci la mano. Disse di chiamarsi Raul e di venire dal Messico. Aveva ,pensato che volevamo saperlo. Sapere cosa? domandammo. Quello che sta succedendo, disse. Le due ragazze scozzesi erano già scese e tremavamo nelle loro camicie da notte. Ci venne in mente che potevano essere sorelle._Quella più timida, che andava sempre in giro col golfino, teneva una stecca da biliardo sulle ginocchia, in due pezzi.Non voleva farci vedere che aveva pianto. L'altra, quella dai capelli rossi, le teneva un braccio sulle spalle. Senza alzare _ lo sguardo dallo schermo disse stramaledetti soldati hanno cominciato a sparare. • I

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