IL COLLEZIONISTA Tomas Saulius Kondratas A furia di meravigliarmi del mondo e della gente, a poco a poco mi sono convinto che la nostra compassione per gli altri si fonda su calcoli egoistici. Probabilmente, a parte qualche eccezione, è sempre così. Immaginiamoci questa situazione. Voi vi trovate ai funerali di una persona. L'autunno, gli aster in fiore, la bara, la fossa per la tomba, la gente infreddolita negli abiti neri e un'atmosfera spiacevole. Voi siete in piedi alle spalle degli altri, un po' in disparte, poiché non appartenete alla cerchia dei parenti prossimi del defunto e siete venuti solamente per cortesia, dal momento che una volta ravevate un po' conosciuto. Dunque avete un'ottima occasione per osservare tutto e valutarlo con imparzialità. Ecco che la bara viene calata nella buca, si suona una triste musica di commiato. E cos'altro sentite voi, a parte quella musica? Il lamento della vedova: -Ah, come farò io a vivere senza di lui?! Mio unico bene, mio carissimo! Eccetera, eccetera. Sentite? Io, mio... Nessuno, quasi nessuno piange per il fatto che un uomo è morto e che per lui è male esser mortò. No. Solo "Io senza di lui non posso!", "Noi non sopravviveremo a tanta disgrazia!" e simili. Non vi sembrerà strano dopo di ciò guardare uno che piange accanto al feretro, non sorprenderete nelle sue lacrime solo apprensione per se stesso? Sì, solamente questo. Se rovisterete nei vostri sentimenti, forse ne converrete: in fondo siamo tutti molto simili. ·Perciò vi sarà facile capire perché non amo gli ammalati. Trovo difficile perfino far visita alle persone che mi sono più care quando stanno male, perché mi opp_rimel'idea di doverle aiutare, forse addirittura curarle e, quel che è peggio, che solo io possa farlo. Ali' improvviso, mentre correva la sua sessantesima primavera, si ammalò una persona a me cara, vissuta sola soletta, senza famiglia né parenti che potessero essergli d'aiuto e conforto. Per mia fortuna (o sfortuna?) molte cose ci legavano, . cosicché toccò a me imboccarlo, lavarlo e vegliarlo. Poiché era un uomo intelligente e conosceva il mio punto di vista intorno ai malati, non richiedeva da me che sedessi pressò il suo letto a lisciarlo e intrattenerlo con storielle allegre anche in quelle ore in cui non era davvero necessario. Però ero pur sempre costretto a gironzolare nei dintorni in modo che all'occorrenza potesse chiamarmi. Dovendo spendere così il mio tempo, ogni tanto, volente o nolente, spinto dalla noia, leggevo da cima a fondo tutte le riviste, anche perché negli ospedali non si trovano altro che testi tecnici e quelli io proprio non li sopporto e per dirla tutta sono piuttosto duri da digerire. · Una mattina, dopo aver dato la prima colazione al mio amico, sedevo e sfogliavo le pagine degli annunci di un quotidiano. Tra le svariate notiziole che m'informavano sulla vendita d'un pentolone nero, del portapacchi d'un motociclo, d'una camera da letto o del fatto che si comprerebbe volentieri un box metallico e un passeggino per bambini, ne capitò una sulla quale dapprima lasciai scivolare gli occhi, ma poi vi ritornai sopra e STORIE/KONDRATAS lessi con maggiore attenzione, perché mi pareva contenere un errore di stampa. L'annuncio suonava così: VENDESI COLLEZIONE. TRAMONTI RIVOLGERSI A ...... FINO ALLE 19 Dapprincipio pensai che la parola "Tramonti" indicasse l'indirizzo al quale gli acquirenti dovevano rivolgersi. Così come c'è viale dei Tramonti o traversa del Tramonto. Ma in basso, nella seconda riga, c'era scritta un 'altra via. Non mi raccapezzavo. Che poteva significare tutto ciò, cos'era mai quella collezione e che c'entravano i tramonti? Lì per lì non ci rimuginai tròppo. Strappai l'annuncio e l'infilai nel taschino. ·Così, come spesso senza riflettere si mettono in tasca pietruzze di forma strana pur sapendo che non serviranno mai. Passarono alcuni mesi. Il mio amico e io vivevamo come al solito. Era autunno inoltrato quando una volta, non mi ricordo per quale faccenda, capitai in quel quartiere della èittà dove si trovava la strada indicata nell'annuncio del giornale. Non avevo bisogno di nessuna collezione, ma decisi di passare per quella strada e per curiosità dare un'occhiata alla casa dove viveva l'inserzionista. · · Trovai subito la casa. Era una costruzione in legno con profonde fondameQta, più o meno ad altezza d'uomo, murata con grosse pietre. Si vedeva che era un vecchio edificio perché nelle crepe della cake crescevano già erbe e muschio. Nella via c'era un camion in sosta e l'intero tratto tra l'automezzo e la· casa era ricoperto con fogli di giornali e vecchie riviste sparpagliate a terra. Quattro uomini con tute grigio scuro si sforzavano di far passare dalla porta un grosso armadio. Li guidava un tizio alto e biondo, più o meno sulla trentina. A furia di gesticolare con le mani gli svolazzavano i baveri della giacchetta abbottonata. L'uomo sorrideva e scherzava coi fac;_chini. Rimasi lì per qualche minuto osservando il gruppo finché il tipo con la giacca mi vide. Si fece vicino e chiese: -,Lei cerca Grikonis? Io restai interdetto. Non sapevo cosa rispondere perché in verità non conoscevo nessun Grikonis e nemmeno si poteva . dire c.he cercassi davvero qualcuno. L'uomo, penetrante e indagatore, notò la mia confusione. Macchinalmente infil-ai fa mano nel taschino, estrassi il pezzetto di giornale e glielo mostrai. Gli detti un rapido sguardo e di nuovo mi fissò. - Ah. Ciò significa che lei è di quelli... Io non avevo la più pallida idea di chi fossero "quelli". - Per parlare francamente, no - dissi. Ma lui non prestò attenzione alle mie parole e a quanto pare anche dopò mi considerò come uno di "quelli": - È morto una settimana fa. Probabilmente sentiva che sarebbe morto presto e si affrettò a vendere. Io sono suo figlio · ___m.:i te"sela mano e io la strinsi. - Ho deciso di vendere la casa e tutti i mobili. Vede, - e mosse la mano verso i facchini - portiamo tutto fuori. Mi prese per il braccio. - Entriamo. Le farò vedere dov'è sistemata. Gli armadi erano stracolmi e allora abbiamo trasportato tutto in una stanza. Ho in mente di gettarli, perciò abbiamo caricato come capitava. 63
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