Linea d'ombra - anno VIII - n. 52 - settembre 1990

RACCONTI LITUANI a cura di Pietro U. Dini Per una bré.e storia della letteratura lituana Con l'inizio del ventesimo secolo muta decisamente, in Lituania, il clima culturale. In seguito agli importanti mutamenti politici che vi si verificarono - il 16 febbraio 1918, sulle spoglie della Russia zarista, viene fondata la Repubblica indipendente di Lituania, di lì a poco seguita dalla proclamazione di quella dell'Estonia (24 febbraio) e della Lettonia (18 novembre)- si registrano importanti ripercussioni in campo letterario, sorgono nuove tendenze propugnate da una miriade di circoli letterari fra loro anche molto divergenti. La liricità era sempre stata la caratteristica fondamentale della · letteratura lituana, dovuta al predominio della poesia che va attribuito al grande influsso del canto popolare. Questa considerazione vale a tal punto che ancora oggi la prosa ha per lo più un 'intonazione lirica e si diffonde spesso in descrizioni della natura e del paesaggio. I due decenni di vita indipendente servirono a riorientare la letteratura lituana verso l'Europa. Vennero studiate e tradotte in particolare le letterature romanze e quella anglo-americana; centro propulsore di questi fermenti culturali era l'università "Vytautas il Grande" di Kaunas, essendo la capitale Vilnius occupata dalle truppe polacche. Mentre gli scrittori della vecchia generazione (Jonas Biliunas, Maironis, Zemaite, ecc.) continuavano i temi della tradizione nazionale, i giovani letterati si preoccuparono di prendere contatto con la letteratura mondiale, di uscire dai limiti finora àngusti in cui erano stati costretti a operare. Testimone di questo fervore fu anche Giuseppe Salvatori, che negli anni Trenta più volte soggiornò in Lituania e, nel suo libro I lituani di ieri e di oggi (Bologna 1932),hanarrato con dovizia di particolari delle dispute che avvenivano nel caffé Konrad di Kaunas fra "terzo frontisti", "granitininkai" e altri gruppi di giovani letterati lituani. L'epoca indipendente vede apparire, accanto alle opere fondamentali di• Vincas Mykolaitis-Putinas, in poesia e in prosa, che ebbero risonanza e apprezzamento internazionale, anchè molte prove poetiche di vario valore. L'ambasciatore lituano a Mosca è )urgis Baltrusaitis, noto poeta simbolista. Nell 'ambasçiata lituana di Parigi lavora Oskar V. Milosz. Con i primi anni Quaranta la situazione precipita. In seguito agli effetti del patto nazi-sovietico gli Stati Baltici sono cancellati dalla mappa politica d'Europa (si veda la recente opera memorialistica del ministro degli esteri lituano dell'epoca, che trattò con Molotov e von Ribbentropp; Juozas Urbsys; La terra strappata. Lituania, if atàli anni 1939-1940, M. Baroni Editore, Viareggio 1990). Per la maggior parte degli intellettuali inizia un periodo di esilio volontario che, dopo una breve sosta in Germania o in Francia, li porterà quasi tutti negli Stati Uniti. Emblematica di questo percorso è I.acorrente dei poeti zemininkai, cioè "terrestri" (Vytautas Macernis, Alfonsas Nyka-Niliunas, Kazys Bradunas, Henrikas Nagys, Juozas Kekstas), i quali inaugurarono negli anni Venti-Trenta la linea esistenzialista della poesia_lituana moderna. (Esiste un 'antologia in italiano, La nostalgia dei terrestri. Cimjue poeti lituani, M. Baroni Editore, Viareggio 1989.) Nella Lituania sovietica si assiste a un radicale cambiamento negli orientamenti letterari che, nel secondo dopoguerra, prendono a vestire i panni del "realismo socialista" caratteristici degli anni Cinquanta. Ciononostante nella narrativa si contano alcune opere più riuscite che si devono a leva Simonaityte (1897-1978), Vincas Mykolaitis-Putinas (1893-1967), J. Paukstelis (1899-1981). Nella poesia mancò modo e tempo per sviluppare le linee tracciate dai citati poeti terrestri, che trovarono invece continuatori nell'emigrazione (Stasys Santvaras, Liune Sutema). Nei primi anni Sessanta ha riscosso un notevole successo di critica la poesia di Eduardas Miezelaitis specie per l'opera Zmogus (Uomo, sa Il cenlro di Vilnius. 1962) insignita del premio Lenin; nella narrativa hanno forse offerto le ·cose migliori Juozas Baltusis con Parduotos vasaros (Le estati vendute, 1957) e Justinas Marcinkevicius con Kraujas ir pelenai (Sangue e cenere, 1960). Nel decennio successivo aumenta sensibilmente l'attività letteraria e occorre menzionare almeno R. Lankauskas, M. Sluckis, J. Mikelinskas, V. Petkevicius. Per i temi scottanti che trattano, spiccano i romanzi di Jonas Avyzius e specialmente Sodybu tustejmo metai (L'epoca delle fattorie abbandonate) che pone al centro della riflessione la maturità ideologica e morale dell'intellighenzia rurale lituana·negli anni della collettivizzazione forzata delle campagne. La drammaturgia in questi stessi anni registra la trilogia di Jui;tinas Marcinkevicius: Min.daugas (Idem, 1968), Katedra (La cattedrale, 1970), Mazvydas (Idem, 1976), tre drammi incentrati su personaggi e soggetti storici. A partire dagli ultimi venti anni circa, tuttavia, la letteratura lituana cresce in qualità e quantità. Nella prosa si variano temi e soggetti, si evitano schematismo ed esemplarità dei personaggi, si approfondisce il romanzo psicologico e si profila il romanzo filosofico. Negli Stati Uniti opera Tomas Venclpva (1937), una delle voci più interessanti nel panorama della poesia europea del Novecento, tradotto in polacco da Czeslaw Milosz e in russo daJosifBrodskij (si hanno anche traduzioni in inglese di Diana Senechal; in italiano, si può leggere il mio Tomas Venclova, poeta, "CLIO", Viareggio 1/1990, pp. 61-86). Nel 1977 Venclova può passare a vivere in Occidente, ottenendo n1ttavia il visto per l'emigrazione con fatica, a causa delle attività svolte per il rispetto dei diritti dell'uomo nel gruppo di Helsinki lituano. Alle aspre

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