Linea d'ombra - anno VIII - n. 52 - settembre 1990

INCONTRI/POPOY anno, e poi l'anno dopo, al terzo si rimette a bere, e andrà ad abbellire le file dei vagabondi siberiani. Quindi il mio eroe può rigenerarsi. Nei miei viaggi in Siberia ho incontrato ·persone intelligentissime, capaci di ragionare sensatamente su molti temi. Quindi nei tuoi racconti c'è molta attenzione verso gli sviluppi della realtà circostante. Anche se non userei la parola realismo: riessuno sa cosa sia: forse è solo una parola scritta sulla carta, realismo. Tutto è realismo, è quanto realmente esiste. Il fatto è che io non sono un critico letterario, sono uno scrittore, il mio compito è prendere la carta e scrivere delle parole, non analizzarle ... Ritengo che non sia possibile fuggire dalla realtà, in tutto c'è un'eco sociale. Anche chi dice di occuparsi di arte pura ... Io non voglio interpretare la realtà, la conclusione la faccia il lettore. Io non mi ritengo un uomo intelligente, per tirare conclusioni bisogna essere intelligenti, per questo ci sono i pensatori, ma io sono diverso, cerco di esprimere e di fissare qualcosa con la parola. È curioso sentire uno scrittore russo che dice di non essere un pensatore. Di solito lo SC{ittore viene automaticamente a far parte dell'intelligencija, ossia di chi pensa per la nazione, costituendone la coscienza. · La IJiadizione letteraria russa ha due direzioni: una è la linea moralizzante-didattica di Tolstoj e forse di Cechov, di Gor'kij; l'altra mi pare più legata all'arte nazionale russa, alle fiabe raccolte da Afanas'e;w, anche alle cosiddette fiabe proibite, a Gogol' con le sue fantasmagorie, a Leskov, penso poi agli oberjuti nel nostro secolo, ossia a Charms e Vvedenskij, Zoscenko, al poco noto Leonid Dobycin. Questa tradizione è più satirica, legata aglijurodivyj,al riso, anche amaro, ed è meno moralizzante, descrive di più la vita, vi si immerge. È una tradizione che si è interrotta, e il destino di queste persone è stato assai doloroso: penso alla persecuzione di Zoscenko e di Andrej Platonov. Tutto questo ha coinciso con l'esplosione negli anni Trenta della pomposità, della solennità, espressa nell'architettura dello stalinismo, il cosiddetto "stile impero stalinista". Al tempo del disgelo questa tradizione è risorta, per esempio nella rivista "Junost"', con Aksenov; ma poi a metà degli anni Sessanta, al tempo da noi d~tto della stagnazione, c'è stata un'altra interruzione, altre repressioni: a quel tempo le autorità non amavano che si ridesse di loro. Ma, per quanto possa sembrare strano, questa tradizione ha formato un 'intera pleiade di scrittori, quelli che oggi chiamano "giovani scrittori", Prigov, per esempio, e molti altri, molti che sono sconosciuti anche se il futuro è con loro. Rispetto tuttavia anche l'altra linea, quella educativa, perché tutto deve esistere a parità di diritti, Astaf'ev, per esempio, o Solzenicyn. Queste due linee possono considerarsi come due maschere: una più tragica, l'altra più ridente, però esprimono ambedue la sostanza di questa vita. Molto di quanto adesso sembra influenza occidentale - intendo quanto viene detto erotico, o addirittura pornografico, comunque "grasso" - non è occidentale, ma genuinamente popolare: infatti testi come le fiabe proibite di Afanas'ev sono molto vicini alla coscienza popolare. Un'altra questione è come tutto questo possa coincidere con la tradizione cristiana: ma non sono un teologo! Comunque gli scrittori della tendenza, diciamo pure, ridanciana, non sono duri realisti, ma gente che cerca di 56 , creare un modello del mondo giocoso, fondato sul riso, che a volte è più serio di quello degli scrittori indignati e pieni di ~cere. Amo molto una frase di Vasilij Aksenov: la maschera bestiale della serietà. Torniamo alle fiabe proibite di Afanas' ev che ricordavi prima. Alcuni dicono che, a causa del linguaggio talvolta osceno, esse non seguirebbero le regole stilistiche della lingua russa. È una questione complessa, perché ormai c'è questa abitudine, di dire di cose di cui non si approva che "non appartengono alla tradizione della letteratura russa", alle regole stilistiche della lingua russa. A me pare che chi dice così si appella a una tradizione molto forte, eppure unilaterale, a una definizione rigida di cosa si possa dire cultura o mondo popolare. Il fatto è che la letteratura del secolo scorso è in realtà una letteratura nata negli ambienti nobiliari. Perché, per esempio, racconti come la Vecchina di Charms possono suscitare ostilità? Perché la gente pensa che quanto egli racconta avviene realmente, in altre parole il lettore non riesce a cogliere il carattere metaforico del racconto, ossia il lettore non è pronto a capire, perché è educato nella tradizione di Cechov, di Turgenev, e fa fatica a recepire il carattere di convenzionalità di questo mondo capovolto: lo prendono alla lettera, mentre non si tratta che di pure convenzioni. Appellandosi a queste tradizioni c'è chi dice che inRussianon c'è pornografia. Ma è vero che in Russia non c'è pornografia? Non c'è perché è proibita dalla legge. Adesso sono molto diffusi i video e i film occidentali, e in una città questo può essere considerato pornografia, in un'altra no. Prendo per esempio le discussioni sul film di Bertolucci Ultimo tango: è stato considerato pornografia, alcuni sono stati arrestati per questo. In una città uno è stato perseguito per avere mostrato il film Casanova, che hanno ritenuto pornografico, come anche il Satyricon (il Satyricon è uno dei miei libri preferiti). Così è difficile rispondere, anche se non so se la pornografia esista veramente: esistono cartoline pornografiche, che vengono vendute sui treni da uomini silenziosi, con bellezze nude, e il venditore, se gli danno dei soldi, ViaKrassikov, undipinto di ErikBulatov11977).

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