IN~UNTKI/POPOV Bibbia. A Krasnojarsk ci sono· ottimi scrittori· autonomi, che sannomolto dell'Europa. Là avviene qualcosa di interessante,ma non direi che c'è più libertà. Di nazionalità io sono russo, un mio antenato era prete, mio padre pure, mentre dalla parte di mia madre erano contadini, falegnami che nell'Ottocento vennero a Taganrog, dove visse anche Cechov. Quindi sono russo, non siberiano. Fino a 17anni non sapevocosa fosse l'antisemitismo, e'erano varienazionalità, anche ebrei, ma questioni e lotte nazionali non ce ne sono mai state. Mi sono molto sorpreso quando, a Mosca, ho visto che questo era un problema. Assisto con dolore al sorgere della questione nazionale, è orribi'le, prima non c'era nulla di tutto questo. In Siberia non si poneva la questione nazionale, e'era una popolazione molto mista, c'era di tutto. Non so se si tratti di una ragione geografica, o se invece non sia il tempo che è cambiato, perché adesso anche in Siberia vedo nascere questioni nazionali. Deve trattarsi di un fenomenodi massa, non geografico. Comunque è veroche in Siberia esistono alcune personalitàmolto libere: per esempio laggiù vive l'artista Andrej Pozdeev, che fu perfino perseguitato come modernista. Pozdeev è un artista il cui lavoro potrebbe venire ospitato in qualsiasi museo di qualsiasi capitale. Il suo lavoro è molto diverso da quello che fanno nella capitale Kabakov e altri artisti cosiddetti concettualisti, eppure c'è una vicinanza. .Hai detto prima che stai abbandonando laforma breve, che hai scritto un romanzo: cosa significa questa forma molto diversa, molto più lunga? Per-l'esattezza ho scritto due ·romanzi. Come scrittore ho esordito con racconti corti, poi alla fine degli anni Settanta ho scritto i primi racconti lunghi, anche un po' faticosi da leggere, pesanti.Quando ho scritto il mioprimo romanzo avevopiù tempo per unacosa lunga: Dusa patriota, ili razlicnyeposlanija Ferfickinu (L'anima del patriota, o missive diverse a Ferfickin) è un romanzo epistolare di circa 200 pagine. C'è il personaggio del1'autoreche racconta come si accinge a serivere un romanzo, e per metà descrive come scrive il romanzo, dopodiché descrive i suoi parenti fino alla settima generazione. Alla genealogia dell'eroe sonodedicati tanti capitoli separati, poi, esauriti i parenti, dovevo pur continuare, e così ho descritto Mosca nel 1982,che è l'anno della morte di Breznev: descrivo l'atmosfera di quel tempo, finché si arriva a una svolta brusca: nel romanzo s'intrufola la vita, o meglio, la morte, la morte del capo che è l'irruzione della vita nel romanzo. Così due terzi sono dedicati a una descrizione scrupolosadiMosca il giornodellamorte del vozd', del duce: quel giornoEvgenij Anatolevic, che non sono io, non è l'autore, bensì un personàggio suo omonimo, passeggia con un suo amico, il poeta Dmitrij Aleksandrovic Prigov. La narrazione segue lo schema del vagabondaggio funebre per Mosca, e va a finire che arrivanonel posto dove giace ilcapodefunto. Il romanzosi chiude con l'anno nuovo. E poi ho scritto unRoman iz gazet (Romanzo dai giornali).Un tempo, quando ero giovane, tenevo un diario in cui annotavo espressioni, parole, frasi che sentivo per strada, idee di possibili trame. Da tutto questo poi nasceva un racconto. Congli anni però questo procedimento ha cominciato a essermi d'impedimento, 54 perchémi sono stufatodi racconti con una trama e uno spazioben definiti, ho smesso di tenere un taccuino di appunti, e ho cominciato ad accumulare tutto nella testa: così è m.eglioperché mentre si scrive nascono cose del tutto inaspettate. Ma penso che presto ricomincerò a tenere un taccuino. Di tutto questo periodo è comunque rimasta traccia nel romanzo, che ha una prefazione mitologizzante in cui l'autore spiega che l'amore per i giornali gli è nato nella giovinezza, e gli è rimasto tutta la vita. Questo è un romanzo che non potrà mai cominciare o finire, perché i giornali sono apparsi prima dell'esistenza dell'autore, e continueranno anche dopo. Sono venticinque capitoli, che iniziano nel 1961, e proseguono con gli anni successivi. Ogni capitolo ha il nome di un anno, e contiene racconti scritti corrispondentemente ali' anno con citazioni dai giornali di quell'anno. Questo esternamente produce un'impressione caotica, ma ha però una sua struttura, formatasi dialetticamente: un materiale stilisticamente troppo eterogeneo diventa di colpo un romanzo, attraverso un'opera di redazione. Ho lavorato così: all'inizio ho letto, per un anno ho letto i giornali più diversi, poi ho scritto per due o tre anni: in ogni capitoloho attinto al giornale che io stesso leggevoquel dato anno più di altri: nel 1975 per esempio era la "Komsomol'skaja pravda". Ali' inizio ho provato a organizzare tematicamente, poi ho capito che il materiale non si prestava. Così ho semplicemente preso tutto quello che mi interessava, ho cercato perfino di non toccare la politica, ma quella ci è venuta da sola: c'erano descrizioni di eventi solenni, dei successi dell'economia sovietica, col granoturcoper esempio... oppure articoli a proposito della necessitàdi migliorare tutta la terracon la chimica, alcune storie di vita quotidiana, o byt', o processi di settari: insomma, mi.pare che il procedimento che ho usato è chiaro. Un anno ho scelto un giornaledove, senzache io lo volessi, ogni giorno veniva fuori un premioo una decorazione a Breznev, tutti i santi giorni... Un altro anno ho preso il giornale "Argumenty i fakty", e lì ci si chiedeva perché non esista l'olio atomico! Un arino ho scelto i versi che si stampano sui giornali, capirete che non tutti sono capolavori, a· volersi esprimere con moderazione... Insomma, mi pareva che in . qqestomodo si ottenesse l'effetto di mostrare i due lati della vita: quelloufficiale e quello ufficioso,perché igiornali sono una cosa, mentre la vita è un'altra. Questo romanzo è costruito così, e mentre lo scrivevo avevo molta paura che tutto si sfaldasse, si disintegrasse... Era un'idea pericolosa, ma mi ero stufato di scrivere sempre la stessa roba, e così ho avuto questo impulso. Adesso sto scrivendo un grosso libro complicato: è una storia d'amore con la suaperifrasi...mi è piaciuto ilprincipiodel collage che ho usato in Roman iz gazet, perché dopo i racconti si ha voglia di una formanuova, e adesso il lettore non hapiù tempoper lecose 1unghe, lo annoiano, adesso e' è la televisione, ci sono i video, più· si eleverà il livello di vita, meno la gente avrà tempo per leggere i libri,perché se la gente può guadagnare i soldi che vuole, ci sarà più da lavorare, e poi ci saranno video a buon mercato e tutto questo toglierà tempo... Per questo lo scrittore ha il dovere di prendere tutto questo in considerazione. Ma poi è anche vero che io amo la forma breve, L'anima del patriota è la mia unica cosa lunga,maanche quella in fondoè un collage di tante storie. Anche la vita è un mosaico di cose diverse, e io voglio che nel mio libro si intersechino varie storie.
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