Linea d'ombra - anno VIII - n. 52 - settembre 1990

scrivere. In compenso ho visto molta gente, e, dato che alle spedizioni lavorano le persone più strane, vagabondi, tutta gente con una biografia ricchissima e svariata, gente che è stata chiusa in prigione tutto il tempo oppure outsiders: e ciascuno di loro aveva qualcosa da raccontare, una personalità... Come geologo, a quel tempo,mi trovavo a respirare in un'atmosfera più libera, i geologi non erano mai funzionari, perché là le condizioni di · lavoro sonodure: la tajga, le zanzare, lànon è possibilediventare semplicementeun funzionario,perchénessuno di quei tipi lì, con un'inclinazione spiccatissimaallavitacomoda, avrebbemaifatto un lavoro del genere. La sera ci si radunava intorno ai fuochi, si cantava, si raccontavanostorie,nonc'era chiusura. Iononvolevo lavorare come ingegnere in una fabbrica, mentre lì ... E in tutti quegli anni mi sono occupato di letteratura, finché non ho capito che non si può tenere il piede su due staffe, e allora un giorno ho smessodi fare il geologo,nonostantecheavessi guadagnatomolti soldi, hocominciatoa venderequadri,e lemierenditesonosubito calate almeno di tre volte... I miei primi racconti, quelli che hanno avuto la prefazionedi Suksin su "Novyi Mir", del 1976circa, li ho scritti in campagna, quandomi avevanomandatoa faredei lavori agricoli,e vivevoin unllbaraccacon una ventina di uominiche si ubriacavano,giocaL'uscila dal metrò di Mosca (foto di Roberto Koch/Contrasto). IN!!;ONTKI/ POPOV vano a carte, portavano ragazze... Questo non mi disturbava affatto,anzi. Scrissi lì quei racconti, di getto, senza apportarepoi nessuna correzione.Mentre adessonon ho più venticinqueanni, maquarantadue,e ho bisognodi qualcosa di più, hobisognodelle condizioniadatte,come essereda solo in una stanza, chenessuno mi disturbiomi telefoni,hobisognodi più comfort. Adessoscrivo cose di dimensionimaggiori,cicli di racconti, oppure libri.L'ultimo libro l'ho concepito non come un racconto separato, ma come un insiemedi racconti. La varietàdei mestieri avrà certamenteallargatoi tuoiorizzonti,manoncrediche il fatto di veniredallaSiberiapossaaverti dato uno spiritopiù libero? Questo l'ha detto Suksin nell'introduzione ai miei racconti, ma io non so se è veramente così, non sono stato in Siberia per dieci anni,mapenso che in tuttiquesti anni di stagnazionelà deve essere stato ancora peggio di qui. A Mosca era moltomeglio, si potevano leggeremolti più libri, libri che laggiù semplicemente non arrivavano. Inoltre l'oppressione dei poteri locali in Sil;>eria è infinitamentemaggiore, i giovani scrittori laggiù vivonomolto peggio che a Mosca, dove i nonconformisti e gli avanguardisti sono accettati, tirano avanti, mentre in Siberia se ne devono andare e basta. Ma lo spirito soffia dove vuole, come dice la 53

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