Linea d'ombra - anno VIII - n. 52 - settembre 1990

I INc;ONTRI/POPOY Siccome ave o pubblicato il mio primo racconto nel 1962, a Krasnojarsk, quando avevo sedici anni, quando mi hanno dato il tesserino cf scrittore l'impiegata ha scherzato, hadetto che potevo già andare in pensione: l'anzianità ce l'hoi solo l'età non basta. Così Erofeev e io fummo espulsi, ma l'espulsione sarebbe stata moltopeggio per chic 'era da tempo,perchi s'era abituato. Vasilij Ak~enov,Semen Lipkin e Nina Lisnjanskaja uscirono dall' unione per protesta: Aksenov emigrò in Occidente, ma Lipkin e la Lisnjanskajaerano vecchi, eper dieci anni visseromalissimo: non gli lasciarono stampare un rigo, fu terribile. Un mese dopo i carriarmati in Afghanistan... Così si tirò avanti fino alla morte di Breznev. Si era nel più totalemarasma.Ma adesso, dieci anni dopo, vengonolaureati con premidi stato1'Achmadulinae Iskander, eVysockipostumamente, in pratica circa 3/4 degli autori di Metropol' sono pubblicati, e non è escluso che fra qualche mese ci sarà un'edizione di Metropol'. Un anno fa abbiamo celebrato l'anniversario di Metropol', c'erano 1500persone, la sala era stracolma, ci hanno chiesto se volevano stamparlo, ho risposto che io l'avevo già fatto una volta, che lo facessero loro, adesso. La cosa bella è che di tutti i partecipanti non uno si è rivelato casuale. Mi ricordoche nel 1978 Ljubimov, allora direttore della Taganka, durante una conversazione con David Borovskij, l'attore, che aveva fatto il design del libro,disse chedi 25 personecinque dovevano essereper forzadei delatori. Invece nessuno lo era, nessuno ha scritto una sola lettera di pentimento, anche se a tutti fu richiesta. In questosenso si tratta di un fenomeno unico, dove nessuno c'era per caso:perché capita spesso che una persona scriva una cosa buona e poi basta, non scrive più nulla di buono, ma dei nostri nessuno è caduto nell 'oblio, e ognuno di loro ha avuto una biografia su cui si potrebbe scrivere un romanzo. Metropol' fu uno spartiacque, la storia fece moltorumore, per alcunimesi nell'ambiente letterario diMosca e nonsolo diMosca non si parlò d'altro. Metropol'è statoforse il primo almanacco indipendente,ma adesso ce ne sono molti. Sì, il ruolo delle riviste cala, soprattutto per i giovani, perché adesso le riviste tendono a stampare i classici che non erano stati stampati prima, Solzenicyn, Nabokov, e c'è molto poco spazio per i giovani: Galeev per esempio si stampa a fatica, perché su "Novyi Mir" non c'è posto, e poi sono apparse possibilità alternative, gli almanacchi: 'Zerkal<iV, est', una volta la settimana vien fuori un giovane e dice: sapete, facciamo un almanacco, non ci dareste qualcosa... così i giornali contano meno. La sera che c'è stata a Mosca la serata dedicata alla rivista "Vol'ga" c'era Roj Medvedevche ha parlato con molta simpatia della rivista, gli era piaciuta perché nessuno a Mosca aveva mai trattato così bene i suoi testi, senza tagliare nulla. Ma non vorrei che con "Vol'ga" succedessecome è successo a Mosca col giornale "Oktjabr": c'è stata una grande campagna contro il redattore Anan'ev, hanno accusatoil giornale di russofobiaper avere pubblicato Passeggiata conPuskin di Siniavskij: una vera sciocchezza, mi pare molto più russofobico l'articolo di accusa a Siniavskij, perché presenta la cultura russa come se fosse isolata, e a mio parere l'isolazionismolegatoalla questione nazionale è una cosa spaventosa,perché 52 il mondodeve essere aperto.Contro "Oktjabr"' c'è stata una campagna isterica e poi un plenum dell'Unione degli Scrittori, una vera vergogna, c'è stata una dichiarazione del Pen Club, e molte lettere in cui si diceva di non toccare Anan'ev, il risultato .èche adesso (dicembre 1989) a Mosca c'è un grande scandalo, perché Anan' ev ha detto che non se ne va, perché la rivista "Oktjabr"' è nataprima dell 'Unionc degli Scrittori, e semmai tocca all'Unione trovarsi un altro giornale. Allora non è vero che adesso si può stampare tutto? No, è vero, si può stampare tutto, ma la situazione è questa: si può, Anan'ev ha stampato Sinjavskij senza chiedere il permesso a nessuno, però questo non è piaciuto ... Anan'ev è un signore anziano, non è piaciuta la tendenza che ha dato alla rivista, ha stampatoGrossman, Sokolov... questo crea scontento. È veroche si può stampare tutto, però si ha uno scandalo dietro l'altro. Com'è che, pur avendo cominciato molto presto a scrivere, hai cominciato a lavorare come geologo? Per caso. O forseno. Prima di tutto c'è il fattoche un prosatore ha bisogno di un'altra professione per allargare il suo orizzonte. Quando d'estate lavoravo nelle spedizioni per guadagnarmi i soldi volevo già essere uno scrittore, ero venuto a Mosca per studiare alla facoltà di letteratura, dove però non mi presero perché avrei dovuto avere già lavorato due anni o in una fabbrica, o in un kolchoz, io questo non l'avevo fatto e così' l'Istituto Filologicomi restò vietato. Proprio in quel periodo unmio amico entrò all'Istituto Geologico, e ci andai anch'io. Non me ne dispiaccio, penso anzi che sia stato per il meglio, se avessi studiato letteratura fin dall'inizio mi sarei trovato in un ambiente di filologi e di letterati, e questo mi sarebbe stato d'ostacolo nel conoscere la vita. Arrivato a Mosca mi misi a leggere libri avidamente - a quel teinpo, negli anni Sessanta, era possibile: ero ali 'istituto e non esistevano ancora i "depositi speciali" nelle biblioteche. Così mi sono letto Joyce in russo: tre quarti del libro erano apparsi sulla rivista "Letteratura straniera". Lessi anche Huxley, lessi i prosatori degli anni Venti, Pilnjak, Zamjatin che adoravo. Quando avevo circa sedici anni mi era capitato in mano unnumerodi "Novyj mir" dell'epoca di Stalin, forsedel 1949:era il periodo della lotta contro Zoscenko, lotta condotta nel nome della ricchezza e della purezza della lingua russa: ma di fatto fu proprioda questo articolo che appresi l'esistenza di scrittori come Babel', Zamjatin, e altri: mi scrissi i loro nomi e appena potei andare nella biblioteca dell'istituto mi misi a cercare i loro libri, tanto mi piacevano le cose di cui venivano accusati. Adoravo la prosa russa degli anni Ventie dell'inizio del secolo, amavo molto la prosa anglosassone, Hemingway era il mio idolo. Quanto a Faulkner, l'ho conosciuto molto tar i, all'inizio lo trovavo diffi- .cile e noioso, poi quando andai a lavorare al Nord nella tundra, nelle spedizioni, avevomolto tempo per leggere, vidiFaulkner su "Letteratura straniera", superai la mia diffidenza· e Faulkner diventò un mio grande amore. Evelyn Waugh è un altro dei miei autori preferiti. D'inverno leggevo, poi d'estate andavo nelle spedizioni, così non avevo orari rigidi di scrittura. Nella mia vita le cose sono andate così: ho sempre dovuto guadagnarmi da vivere, oltre che

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