Gruppi intellettuali. In alta: Mallarmé, Rimbaud e altri in un celebre quadro di Fantin·latour 11872, Musée d'Orsay). Al centro: Freud e altri psicanalisti delle origini in una foto di gruppo del 1922. Sotto: riunione di redazione a "Littérature"nel 1922 !tra gli altri: Tzara, Soupault, Eluard, Rigaut, e altri con Man Ray in fotomontaggio). SAGGI/KOESTLER un inerte collante appiccicoso che tiene insieme la società. Le loro frustrazioni vengono represse, le aspirazioni non guardano a nuove scale di valori, ma alla ascensione di quella già esistente. Così la Intellighenzia, una volta avanguardia della borghesia emergente, nell'era della sua decadenza si è trasformata in Lumpen-Bourgeoisie. L'Intellighenzia e il Quarto Stato Man mano che il Quarto Stato perde gradatamente il proprio carattere progressista, e diventa prima stagnante poi regressivo, l'Intellighenzia ne prende sempre più le distanze per mettersi alla ricerca di nuovi alleati più risoluti, in grado di portare a termine la sua impresa di demolizione e ricostruzione. L'esempio più affascinante per questa ricerca lo troviamo nella Russia ottocentesca. " ...Sia che loro [I 'Intellighenzia rivoluzionaria] parlassero del bisogno di libertà politica, della questione contadina oppure del futuro socialista della società, in realtà erano sempre mossi dalla propria peculiare condizione. E la loro condizione non era principalmente legata a bisogni materiali: era spirituale" (Borkenau, L' Internazionale Comunista). Quesqi condizione spirituale dell'Intellighenzia russa era un ulteriore aspetto di quel dualismo cui accennavo prima: la contraddizione tra la vita di tutti i giorni inerte, stagnante, condizionata dall'abitudine da un lato, e i dati accumulati dal sapere oggettivo che rimangono incolti come "teoria" e "ideologia" dall'altro. Per la Russia del diciannovesimo secolo quest'ultimo concetto si era concretizzato nella civilità europea occidentale:. il parlamentarismo britannico, la letteratura francese, la filosofia tedesca. Per loro l'occidente era una sorte di incarnazione dell' - Homo Sapiens, in contrapposizione ai barbari delle steppe; così come, per un ironico avvicendarsi della storia, l'Intel1ighenzia occidentale nei primi decenni del dopoguerra restò affascinata dal comunismo russo, che sembrava concretizzare l'utopia realmente umana, in contrapposizione al declino del capitalismo. Esiste tuttavia una differenza fondamentale tra la Intellighenzia russa rivoluzionaria della prima ora - come Selyabov, Sonja Petrovskaja, Bakunin, Necaev, Kropotkin -, e il Bloomsbury del decennio rosa. È facile sorridere a questo paragone e contrapporre la futilità dei secondi all'eroismo degli assassini di.Alessandro Il; al martirio degli esiliati in Siberia e dei prigionieri a Schliisselburg. Il confronto razziale tra l'innegabile grande resistenza e il fatalismo dei russi semi-asiatici e l'estrema sensibiltà degli occidentali fornisce un elemento di differenziazione, ma non quello basilare. Il fatto fondamentale è che la gente matura sotto il ·peso delle proprie responsabilità, e regredisce se quel carico viene a mancare. Necaev visse per un certo numero di anni incatenato al muro di una cella umida e quando i suoi compagni entrarono finalmente in contatto con lui e si offrirono di liberarlo lui rifiutò dicendo che preferiva che si dedicassero a imprese più importanti. Più tardi però, nell'ambiente degli emigrati politici a Ginevra, rimase implicato nelle storie più sordide e morì come un oscuro uomo qualunque. I venerabili e meritatamente venerati studenti russi, martiri ed eroine, non erano meno isterici di tanti personaggi di Huxley o di Evelyn Waugh; Lassalle era uno snob che trovò la morte in un duello donchisciottesco; Marx un vecchio scroccone e un ~issoso patologico; Bakunin aveva una 47
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