L'INTELLIGHENZIA Arthur Koestler traduzione di Giusi Valent "Intellighenzia" è una di quelle parole difficili da definire, ma facili da associare. Confusa da un puqto di vista logico, è invece vivida sul piano emozionale, circondata da un alone o meglio da più aloni che si sovrappongono e si modificano a seconda del periodo e del luogo. Come esempi si possono citare il salotto romantico, la middle class professionale, le organizzazioni terroristiche di studenti e l'aristocrazia della seconda metà del diciannovesimo secolo, i bohèmiens di Montmartre e così via. Ci sono anche dei nomi geografici evocativi, come Bloomsbury, Montparnasse e Cagnes; e alcuni tipici atteggiamenti esistenziali, inclusi i vestiti, la pettinatura, il cibo e le bevande. L'aura dell'Intellighenzia si modifica senza sosta; i suoi temporanei rappresentanti sono suddivisi in classi e gruppi, e persino le sue frange periferiche sono avvolte da una moltitudine di seguaci e leccapiedi: rappresentanti dell'aristocrazia, mecenati, sgualdrine, pazzi, corteggiatori e Giovani Zelanti. Adesso però, per non procedere con giudizi impressionistici, sarà meglio cercare una solida definizione sull'Oxford Dictionary. Alla voce Intellighenzia, troviamo: "La parte di una nazione (in particolare la Russia) che aspira alla autonomia di giudizio'.'. (Concise O:xfordDictionary, III ed., 1934) Nel 1934, nel clima del decennio "rosa" e del Fronte popolare, la definizione ha subito un cambiamento significativo: "La classe composta dalla parte istruita della popolazione considerata capace di formare l'opinione pubblica". (The Shorter Oxford Dictionary, II ed., 1936) Questa seconda versione finora si è evidentemente dimostrata troppo ottimistica; sarà quindi meglio ritornare alla prima che va benissimo. Storicamente la "aspirazione alla autonomia di giudizio" è effettivamente l'unica caratteristica di gruppo della Intellighenzia. Ma come fa a nascere in una parte della nazione una "aspirazione alla autonomia di giudizio"? Nel nostro mondo classista non si tratta certo di una spontanea associazione di nobiluomini dotati e illuminati, più alcuni figli di minatori più qualche medico generico.L'Intellighenzia di un determinato luogo e periodo è un tessuto sociale omogeneo: qualche filo sfrangiato appare solo ai bordi. La sola intelligenza non è condizione né necessaria né sufficiente per entrare a far parte della Intellighenzia. Sarà quindi opportuno esaminare la formazione di questo gruppo come un' evoluzione sociale che, per quanto riguarda la società moderl)a, ha avuto inizio con .la rivoluzione francese. L'Intellighenzia e il Terzo Stato Tra le fasce superiori del Terzo Stato l'aspirazione alla autonomia di giudizio non era un lusso ma una impellente necessità per sopravvivere. La giovane borghesia, circondata dalla ottundente struttura feudale, doveva conquistarsi il suo lebensraum storico, e ques!l conquista era possibile solo mandando all'aria totem e tabù feudali con la dinamite dell' "autonomia di giudizio". I primi intellettuali moderni furono gli enciclopedisti, che si presentarono alla ribalta della storia come grandi ridimensionatori e iconoclasti. Al giorno d'oggi un Goethe risuscitato è inimmaginabile; a Voltaire invece sarebbero sufficienti un paio di settimane a Bloomsbury per ambientarsi, vincendo tutti i concorsi settimanali del "New Statesman". Questo perché Goethe fu l'ultimo genio del Rinascimento, un discendente diretto di Leonardo, e il suo rapporto con la società fu quello di un cortigiano di qualche principe fiorentino illuminato: con Voltaire, invece, è iniziato il grande ridimensionamento de~valori feudali. Infatti l'Intellighenzia come la intendiamo oggi inizialmente coincise con quella parte della.nazione che, data la sua posizione sociale, non "aspira", ma è spinta verso l'autonomia di giudizio, ossìa verso una sorta di atteggiamento di gruppo che ridimensiona la scala di valori vigente (da cui essa è esclusa), tentando contemporaneamente di rimpiazzarla con i suoi nuovi valori. Questa tendenza costruttiva della Intellighenzia è la sua seconda caratteristica fondamentale. Il vero iconoclasta ha sempre avuto una sfumatura profetica, e tutti i ridimensionatoci celano pudicamente una venatura pedagogica. Ma da dove sono saltati fuori questi nuovi valori? Questo è il punto dove l'analisi marxista approda con uno schema troppo semplicistico. "Storicamente la borghesia ha svolto il ruolo più rivoluzionario ... Costante rivoluziona:mento della produzione, continuo turbamento delle varie stratificazioni della società, perenne incertezza e agitazione distinguono l'epoca borghese da quelle precedenti. Tutti i rapporti prefissati, quasi congelati, con i loro pregiudizi antichi e venerabili vengono spazzati via, quelli nuovi diventano antiquati prima ancora di potersi cristallizzare. Tutto ciò che è solido si dissolve nell'aria, tutto ciò che è sacro viene profanato, e l'uomo alla fine è costretto ad affrontare con lucidità le proprie reali condizioni di vita e le relazioni con i propri simili ... E come in campo materiale, così anche in quello intellettuale. Le creazioni intellettuali delle singole nazioni diventano patrimonio comune. Il monopolio e la miopia nazionale gradatamente diventano impossibili, e dalle varie letterature nazionali e regionali sorge una letteratura mondiale". (Manifesto del Partito Comunista, 1848) Nel primo paragrafo citato abbiamo il meglio di Marx e Engels; nel secondo si salta fatalmente dall'economia alle "macrostrutture", ossia cultura, arte, psicologia di massa. La società marxista ha delle fondamenta - la produzione - e una soffitta- la produzione intellettuale; ma non ci sono né scale né ascensore. Non è però così semplice: la classe trionfante creerebbe dunque la propria macrostruttura filosofica per modellarsi addosso i sistemi di produzione come un abito di sartoria. Mala Enciclopedia non fu commissionata dall'Assemblea Nazionale. Ogni volta che una classe o un gruppo sono usciti vittoriosi dalle loro lotte, hanno trovato l'ideologia adatta lì che li aspettav~ come un vestito pronto di un grande magazzino. Marx trovo . Hegel, Feuerbach e Ricardo, a Mussolini bastò piluccare un po' di Sorel e Pareto, Hitler scoprì Gobineau, assieme a H. S. Chamberlain e Jung; Stalin risuscitò Machiavelli e Pietro il Gr~n?e· Questo ovviamente è un intreccio di movimenti progressisti ~ conservatori che a rigore andrebbero tenuti separati. Secondo ! conservatori infatti bisogna semplicemente ritornare a valon 45
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