degli. stessi problemi. Ma le democrazie conservatrici negano l'esistenza di questi problemi. Non li vedono, non vogliono vederli, nori ~onocapaci di vederli. Ecco perché, malgrado la loro forza militare, la loro ricchezza materiale e il loro monopolio delle materie prime, quàndo le democrazie conservatrici si trovano faccia a faccia con il fascismo sono costrette sulla difensiva. Ecco perché finora sono state battute dal fascismo. Ecco perché sono deboli. I democratici hanno ragione quando definiscono fittizia, instabile e un provvedimento palliativo !"'abolizione della disoccupazione" nazista, ma la loro critica sarà più convincente quando loro stessi troveranno e realizz~ranno una soluzione valida e permanente dello stesso problema. E vero che il nazionalismo fascista è in contrasto con quella collaborazione pacifica di tutti i popoli che è una necessità storica, ora che l'integrazione . economica del globo ha posto le basi per un progresso unitario mondiale. Ma anche il sistema di Versailles è basato sul nazionalismo, si oppone allo sviluppo storico, e quindi non può rappresentare una barriera efficace contro il fascismo. Quando i socialisti, con le migliori intenzioni possibili, rinunciano ai propri programmi, mettono in naftaiina le proprie teorie, e accettano le posizioni negative delle democrazie conservatrici, pensano di star dando il loro contributo per far crollare il fascismo. In realtà, lasciàno ai fascisti il merito di essere i soli a sfidare e portare avanti apertamente certi problemi, gettando così tra le loro braccia migliaia di lavoratori che non accettano Io status quo. In breve, vedo la lotta contro il fascismo come un problema innanzitutto non militare ma politico e sociale. Noi antifascisti siamo stati sconfitti dai fascisti nelle sfere politica e sociale; è comodo cercare la rivincita sul piano militare. La guerra non porrà fine al fascismo.È anzi possibile che il primo risultato della guerra possa essere la fascistizzazione dei paesi democratici. Ma non crede che la sconfitta militare di Hitler e Mussolini significherà inevitabilmente la.fine dei loro regimi? Io credo che la nascita di un regime veramente libero in Italia e in Germania dipenda esclusivamente dal popolo italiano e da quello tedesco. Se non sono capaci di liberare se stessi, nessun altro potrà liberarli. La libertà non può arrivare come regalo di ùn esercito straniero: per pagarsi la libertà, un popolo deve pescare fino in fondo nelle proprie tasche. Naturalmente, una guerra può produrre alcune condizioni favorevoli a una rivoluzione. Le stesse condizioni può produrle il colera, un terremoto, una carestia. Ma gli avvocati della libertà non sono mai stati gli avvocati del colera, né dei terremoti o delle carestie, e non possono essere nemmeno gli avvocati della guerra; anche se sono pronti ad approfittare delle condizioni favorevoli che questa può prndurre. La peggiore disgrazia che potrebbe capitare al socialismo tedesco che giunse al potere nel 1918 proprio in queste condizioni sfortunate sarebbe di tornarci dopo la prossima sconfitta militare della Germania e come risultato naturale della sconfitta. Niente di peggio potrebbe capitare al socialismo che diventare sinonimo di sconfitta nazionale. Quando lei parla di libertà, intende una libertà socialista? Sì, considero il socialismo un elemento d'ora in avanti indispensabile per un regime di vera libertà- vale a dire, di libertà. 42 concrete e reali, non formali e "costituzionali". "Big bussiness" e libertà politica sono diventati incompatibili. Ma non considero la libertà come una conseguenza necessaria, naturale e predestinata del socialismo: non credo che l'economia, la politica e la cultura siano meccanicamente correlate come sembrano pensare molti marxisti. Proprio come abbiamo regimi politici molto diversi che nascono dal terreno comune della produzione capitalistica, così anche la Russia ci avverte che sulla base di una produzione socialista statale può nascere una cultura da cannibali, molto inferiore a quella creata dalle democrazie borghesi. II socialismo ci libera da uno dei nemici della libertà umana, ma ne può anche introdurre di nuovi, ignoti alla storia del passato. E non c'è formula'che possa proteggerci da questi nuovi nemici, non c'è nessun meccanismo automatico, nessuna garanzia costituziona- · le. -Non G'è niente, insomma, che possa costringere l'uomo a essere libero. Per fortuna! Forse, quando avrò finito di scrivere il romanzo a cui sto lavorando ora, cercherò di scrivere una "Scuola della libertà", .come seguito alla Scuola dei dittatori. l'occupazione delle fabbriche negli anni 'del Frontepopolare francese in due foto di David Seymour e di RobertCapa (Magnum/G. Neri).
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